Referendum: i commenti ''del giorno dopo'', tra l'amarezza di chi ha votato SI' e la soddisfazione dei contrari alla riforma

"Per me è un'occasione persa per dare inizio al cambiamento. Ero convinto della bontà di questa revisione costituzionale e ho votato sì ma hanno prevalso i voti contrari. Così ha deciso il popolo" ha commentato così l'esito del voto di ieri il sindaco di Barzanò, Giancarlo Aldeghi. "Fondamentalmente si è trattato di un voto di protesta contro il governo in cui tanto peso ha giocato il malcontento verso le politiche governative. In generale è stato un voto più su slogan e temi che poco avevano a che fare con il referendum che sugli effettivi contenuti della revisione Renzi-Boschi".
Sulle motivazioni il primo cittadino non ha dubbi, escludendo, però, qualsiasi ripercussione sul percorso della sua amministrazione. Sulla stessa lunghezza onda i commenti anche di un altro dei sindaci che si erano schierati per il Sì, Bruno Crippa di Missaglia. "Mi sono espresso diversamente ma il popolo è sovrano. Il no ha vinto e bisogna accettarlo" ci ha detto, applaudendo però alla decisione del presidente del consiglio di dimettersi immediatamente visto che "il voto referendario si è espresso chiaramente contro la sua figura".

I sindaci Bruno Crippa (Missaglia) e Giancarlo Aldeghi (Barzanò)

Se nel Casatese la maggioranza degli amministratori sosteneva le ragioni del Sì al referendum costituzionale, è anche vero che qualcuno ha scelto di percorrere la via opposta come il sindaco di Oggiono, Roberto Ferrari. Sentito telefonicamente, ha espresso "profonda soddisfazione per l'esito del voto referendario perché temevo sia gli squilibri alla vita democratica del Paese portati dalla riforma Renzi sia i pasticci che si sarebbero venuti a creare nel processo legislativo. Insomma, non solo era una riforma non condivisa ma era anche scritta male, da persone senza esperienza con il diritto costituzionale".
A spiegare la chiara maggioranza conquistata dal No, però, secondo il primo cittadino oggionese, si è aggiunto anche "un chiaro pronunciamento da parte dei votanti contro chi ha voluto personalizzare l'appuntamento referendario, esprimendo con il voto di ieri un chiaro rifiuto delle politiche, messe in atto in questi anni, e del governo che le ha promosse". Il sindaco si è anche detto favorevolmente stupito dal voto contrario espresso dalla Lombardia nel suo complesso e da Oggiono nel particolare al di là "del mantra del cambiamento che qui poteva avere una particolare risonanza, infatti, gli elettori non hanno creduto a questo specchietto per le allodole e hanno scelto di votare no".
Tra le forze che si sono schierate per il NO c'è stato anche il Movimento 5 Stelle di cui Loana Trevisol, consigliere comunale nel Comune di Casatenovo, è rappresentante. "Siamo felicissimi. Non ce lo aspettavamo proprio" ci ha detto, non nascondendo le sue emozioni. "E' stata una grande soddisfazione per una realtà come la nostra che, tra incontri, volantinaggi e manifesti, si è spesa molto per dire no a questa riforma". Per quanto riguarda l'analisi del voto, la Trevisol è convinta che si sia trattato anche di un "voto di protesta, di reazione istintiva a tutta quella pressione a cui Renzi, ma non solo, ci hanno sottoposto in questi mesi". Per il futuro invece, "ancora non abbiamo piani. Al momento vogliamo solo festeggiare e riposare un attimo perché ci abbiamo lavorato veramente tanto".

Da sinistra Roberto Ferrari (sindaco di Oggiono in quota Lega), Loana Trevisol
(consigliere M5S Casatenovo) e l'onorevole (PD) Gianmario Fragomeli


Oltre agli amministratori locali in quota PD, però, tra le personalità che hanno sostenuto il Sì all'appuntamento referendario, votandola alla Camera nel suo percorso parlamentare, ci sono stati anche i deputati Gianmarco Fragomeli e Veronica Tentori. "Ho votato e ho invitato a scegliere il Sì. Pensavo infatti, che ci fosse la pressante necessità di modernizzare il sistema e di imporre una cura dimagrante alla politica. A quanto pare però, non siamo riusciti a far capire che la riforma andava oltre il governo, ma serviva al Paese'' ha ammesso l'ex sindaco di Cassago Brianza, rilevando come "la provincia di Lecco, dopo Milano, sia la seconda provincia in termini di voti per il Sì. E' una magra consolazione, intendiamoci, però, forse, ciò significa che qua siamo riusciti meglio a spiegare le ragioni del Sì anche se rimane il fatto che il voto è stato troppo determinato dal giudizio sul governo. Sicuramente c'è il rammarico che si sia fermato un percorso che sarebbe andato nella direzione indicataci negli anni da tanti cittadini. Il risultato, però, è chiaro" ha chiosato Fragomeli.
Sulle ragioni che hanno spinto così tanti elettori a votare No il parlamentare non ha dubbi: "è stato un voto solo politico e così è stato interpretato da tanti italiani che hanno deciso di votare contro il governo e il premier, mettendo in secondo piano altri temi su cui questa riforma sarebbe intervenuta".
A.P.
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