Cassago-Cremella: alla vigilia del debutto live a Lecco, 'The Keen Eight' si raccontano
Non è la loro prima esperienza nella musica, ma i tre ragazzi del Casatese con questo gruppo sembrano voler mettercela tutta. Abbiamo incontrato il trio The Keen Eight e i suoi componenti: Andrea "Gerry" Gerosa di Cremella, alla batteria, Alessio Peretti, al basso, e Thomas Violani, alla chitarra e all'armonica, entrambi di Cassago Brianza.
Sabato 10 a Lecco, presso il circolo Arci Libero Pensiero, ci sarà il primo concerto del nuovo gruppo The Keen Eight. Come siete nati e da dove deriva il vostro nome?
Una sera ci siamo trovati con la voglia di suonare qualcosa insieme, a partire dalla comune passione per la musica nera. Ci siamo subito sentiti a nostro agio e così abbiamo continuato.
Il vostro nome, tradotto dall'inglese, significa "L'otto tagliente". Che significa?
Una volta dopo aver suonato insieme ci siamo fermati e abbiamo notato una strana ricorrenza del numero otto: era la nostra ottava prova e avevamo già preparato otto pezzi. E poi, senza voler far appello a nessuna trama misteriosa, l'orologio in sala prove è sempre bloccato sulle otto. Una serie di coincidenze che ci hanno spinto a chiamarci così.
Dopo il nome, parliamo della musica. Che genere suonate?
Siamo partiti con l'idea di fare blues ma, strada facendo, siamo arrivati a realizzare pezzi completamente originali che potremmo classificare come funk-rock. Nonostante i nostri artisti preferiti ci abbiano influenzato fin dagli inizi, da parte nostra c'è sempre stata l'ambizione di fare canzoni nostre più che cover. Se qualcuno ha voglia di ascoltarci a casa. da qualche giorno il nostro primo singolo "New red light" si può trovare su Youtube o sulla pagina Facebook del nostro sito.
Di solito un singolo precede l'uscita di un album. Quanto dobbiamo aspettare per vedere anche il disco?
Stiamo per partire con questa avventura e, sinceramente, non abbiamo ancora pensato a un disco vero e proprio. E poi la nostra intenzione è quella di abbandonare il sistema tradizionale dei dischi e di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dal Web per due motivi, essenzialmente: la difficoltà di vendere un disco e poi la nostra famigliarità e quella del nostro pubblico con le nuove tecnologie.
E le vostre canzoni da dove nascono? Che so, c'è qualche messaggio che volete tradurre in musica?
Non proprio, a essere sinceri. Suonando da tempo tutti e tre, abbiamo sviluppato una certa sintonia con la musica che di volta in volta ci troviamo a suonare. Di solito, quindi, troviamo un riff [una frase musicale, una successione di note con una propria identità espressiva ndr] che ci piace, affiancandoci poi anche delle parole casuali. Durante le prove, infine, riascoltiamo il prodotto grezzo e lo riadattiamo, dandogli un senso compiuto e comprensibile.
Anche il vostro primo singolo è nato così?
Sì, esatto. La sua frase di apertura "I killed a man" è venuta fuori dopo aver riascoltato un riff che abbiamo collegato al tema della canzone. E' importante, quindi, tenere insieme la musicalità delle parole con i suoni che possiamo creare con i nostri strumenti. L'argomento delle nostre canzoni è molto vario anche se ci focalizziamo su episodi di vita vissuta o meno che sembrano connettersi perfettamente con una certa base musicale.
Parlando dell'ambiente in cui vi trovate a vivere e ora a suonare. Visto che ognuno di voi già suona o ha suonato in altri gruppi, come interagisce la Brianza con i nuovi gruppi musicali? Si trova un pubblico interessato o non è per niente un ambiente stimolante per un musicista?
Thomas: Personalmente mi sono trovato meglio suonando fuori dalla Brianza. Il pubblico non solo è più aperto alle novità, anche musicali, ma soprattutto è più partecipe. E questo sentimento lo percepisci facilmente dal palco.
Alessio: Da parte dei gestori c'è poca attenzione verso la musica live sia per mancanza di interesse sia per i costi, come la SIAE, che un gestore deve affrontare.
Andrea: La situazione in Brianza per i musicisti non è delle più rosee. I problemi sono diversi, si passa dai gestori che non investono nella musica dal vivo al pubblico che spesso si rivela poco interessato, senza contare poi, i problemi che si possono generare con i residenti per via del rumore.
Però ogni tanto le difficoltà si riescono a superare e anche gruppi come il vostro a suonare senza problemi come succederà per voi sabato sera a Lecco, al Circolo Libero Pensiero. Dopo questa prima data, quali sono i vostri programmi per il futuro?
Vediamo innanzitutto come va il primo concerto e la reazione del pubblico al nostro primo singolo. Per fortuna che non mancano ragazzi pronti a impegnarsi per diffondere musica. Dopo di che, però, vogliamo continuare a investire musicalmente su questo gruppo, continuando a scrivere pezzi nostri e girare per locali.
The Keen Eight
Sabato 10 a Lecco, presso il circolo Arci Libero Pensiero, ci sarà il primo concerto del nuovo gruppo The Keen Eight. Come siete nati e da dove deriva il vostro nome?
Una sera ci siamo trovati con la voglia di suonare qualcosa insieme, a partire dalla comune passione per la musica nera. Ci siamo subito sentiti a nostro agio e così abbiamo continuato.
Il vostro nome, tradotto dall'inglese, significa "L'otto tagliente". Che significa?
Una volta dopo aver suonato insieme ci siamo fermati e abbiamo notato una strana ricorrenza del numero otto: era la nostra ottava prova e avevamo già preparato otto pezzi. E poi, senza voler far appello a nessuna trama misteriosa, l'orologio in sala prove è sempre bloccato sulle otto. Una serie di coincidenze che ci hanno spinto a chiamarci così.
VIDEO
Dopo il nome, parliamo della musica. Che genere suonate?
Siamo partiti con l'idea di fare blues ma, strada facendo, siamo arrivati a realizzare pezzi completamente originali che potremmo classificare come funk-rock. Nonostante i nostri artisti preferiti ci abbiano influenzato fin dagli inizi, da parte nostra c'è sempre stata l'ambizione di fare canzoni nostre più che cover. Se qualcuno ha voglia di ascoltarci a casa. da qualche giorno il nostro primo singolo "New red light" si può trovare su Youtube o sulla pagina Facebook del nostro sito.
Di solito un singolo precede l'uscita di un album. Quanto dobbiamo aspettare per vedere anche il disco?
Stiamo per partire con questa avventura e, sinceramente, non abbiamo ancora pensato a un disco vero e proprio. E poi la nostra intenzione è quella di abbandonare il sistema tradizionale dei dischi e di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dal Web per due motivi, essenzialmente: la difficoltà di vendere un disco e poi la nostra famigliarità e quella del nostro pubblico con le nuove tecnologie.
E le vostre canzoni da dove nascono? Che so, c'è qualche messaggio che volete tradurre in musica?
Non proprio, a essere sinceri. Suonando da tempo tutti e tre, abbiamo sviluppato una certa sintonia con la musica che di volta in volta ci troviamo a suonare. Di solito, quindi, troviamo un riff [una frase musicale, una successione di note con una propria identità espressiva ndr] che ci piace, affiancandoci poi anche delle parole casuali. Durante le prove, infine, riascoltiamo il prodotto grezzo e lo riadattiamo, dandogli un senso compiuto e comprensibile.
Anche il vostro primo singolo è nato così?
Sì, esatto. La sua frase di apertura "I killed a man" è venuta fuori dopo aver riascoltato un riff che abbiamo collegato al tema della canzone. E' importante, quindi, tenere insieme la musicalità delle parole con i suoni che possiamo creare con i nostri strumenti. L'argomento delle nostre canzoni è molto vario anche se ci focalizziamo su episodi di vita vissuta o meno che sembrano connettersi perfettamente con una certa base musicale.
Parlando dell'ambiente in cui vi trovate a vivere e ora a suonare. Visto che ognuno di voi già suona o ha suonato in altri gruppi, come interagisce la Brianza con i nuovi gruppi musicali? Si trova un pubblico interessato o non è per niente un ambiente stimolante per un musicista?
Thomas: Personalmente mi sono trovato meglio suonando fuori dalla Brianza. Il pubblico non solo è più aperto alle novità, anche musicali, ma soprattutto è più partecipe. E questo sentimento lo percepisci facilmente dal palco.
Alessio: Da parte dei gestori c'è poca attenzione verso la musica live sia per mancanza di interesse sia per i costi, come la SIAE, che un gestore deve affrontare.
Andrea: La situazione in Brianza per i musicisti non è delle più rosee. I problemi sono diversi, si passa dai gestori che non investono nella musica dal vivo al pubblico che spesso si rivela poco interessato, senza contare poi, i problemi che si possono generare con i residenti per via del rumore.
Però ogni tanto le difficoltà si riescono a superare e anche gruppi come il vostro a suonare senza problemi come succederà per voi sabato sera a Lecco, al Circolo Libero Pensiero. Dopo questa prima data, quali sono i vostri programmi per il futuro?
Vediamo innanzitutto come va il primo concerto e la reazione del pubblico al nostro primo singolo. Per fortuna che non mancano ragazzi pronti a impegnarsi per diffondere musica. Dopo di che, però, vogliamo continuare a investire musicalmente su questo gruppo, continuando a scrivere pezzi nostri e girare per locali.
Alessandro Pirovano