Monticello: interrogatorio di garanzia per il 25enne arrestato nell'operazione Kairos

Il tribunale di Lecco
Resta in carcere Denis Mici, il 25enne di Monticello finito in manette all'alba di giovedì nell'ambito dell'operazione Kairos coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari.
Stamani l'albanese classe 1991 è stato tradotto in tribunale a Lecco dalla polizia penitenziaria del carcere di Pescarenico, dove si trova attualmente detenuto, per essere sottoposto a interrogatorio di garanzia su rogatoria del tribunale di Bari.
Comparso dinnanzi al giudice Massimo Mercaldo, il 25enne si è tuttavia avvalso della facoltà di non rispondere. Un'udienza durata dunque non più di una manciata di minuti, al termine della quale il giovane è stato riaccompagnato a Pescarenico, in ottemperanza alla misura di custodia cautelare in carcere stabilita dall'ordinanza emessa nei giorni scorsi dalla DDA del capoluogo pugliese su indagini svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Bari.
Denis Mici figura infatti tra i diciassette arrestati nell'ambito dell'operazione Kairos che ha sgominato quello che gli investigatori ritengono un pericoloso gruppo criminale emergente, attivo sull'area murgiana. Le accuse per i fermati sono (a vario titolo) di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi - anche da guerra ed esplosivi - traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, estorsione e danneggiamento. Eseguito anche il sequestro di due immobili per quasi mezzo milione di euro. Nel corso dei tre anni di indagine, i carabinieri avevano già recuperato un considerevole quntitativo di droga (cocaina, hashish e marijuana) e numerose armi.
Il 25enne residente a Monticello è l'unico lecchese coinvolto nell'operazione. I carabinieri del comando provinciale di Bari - supportati dai militari della stazione di Casatenovo - lo hanno arrestato alle prime ore di giovedì e tradotto in carcere, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Nel suo caso le contestazioni mosse dalla DDA riguarderebbero in particolare il traffico di stupefacenti; accuse che tuttavia Mici respinge con forza, tanto da dichiararsi - tramite il proprio legale - completamente estraneo ai fatti.

Le immagini dell'operazione condotta dai militari del nucleo investigativo di Bari

''Si tratta di episodi vecchi, che risalgono a più di due anni e mezzo fa - ci ha spiegato il difensore di Mici, l'avvocato Giovanni Falcicchio del foro di Bari - quando il mio cliente, che risulta incensurato, viveva ancora in Puglia. Non vi è più quindi, l'attualità della condotta. Nel frattempo si è stabilito qui in Lombardia dove vive insieme alla famiglia e da tempo detiene un'occupazione lavorativa stabile'' ha proseguito il legale, annunciando l'intenzione di presentare richiesta di scarcerazione al tribunale del riesame. ''Se l'interrogatorio odierno si fosse celebrato a Bari, dinnanzi all'autorità giudiziaria competente in materia di indagini, il mio cliente avrebbe parlato, motivando così la propria estraneità alle accuse che gli vengono contestate. Ci riserviamo di farlo non appena ci sarà la possibilità''.
Sviluppata quasi esclusivamente mediante incessanti servizi di osservazione e pedinamento, oltre che per mezzo di costanti attività tecniche d'intercettazione telefonica ed ambientale, l'operazione Kairos ha portato alla luce una serie di elementi che a detta degli inquirenti dimostrerebbero la nascita ed il perdurante operare dell'organizzazione criminale facente capo a Nuzzi Pietro Antonio, detto ''U leng'', 34enne di Altamura. Un sodalizio che si è dimostrato attivo con carattere di stabilità in quel territorio, con la commissione di una serie indefinita di attività delittuose, tra cui il traffico di stupefacenti, i reati contro il patrimonio (estorsioni e furti), contro la persona (omicidi e tentati omicidi), in materia di armi, e altro ancora.
Le indagini hanno consentito di sequestrare droga (circa 50 chili tra cocaina, hashish e marijuana), ordigni rudimentali da utilizzare per atti intimidatori, numerose armi, anche da guerra e centinaia di munizioni, il tutto nella disponibilità del clan.
G. C.
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