Campofiorenzo: per la festa di San Mauro la messa ed il falò

È stato un fine settimana di festa per la parrocchia di San Mauro, nella frazione casatese di Campofiorenzo.
Con diverse iniziative e celebrazioni, i fedeli hanno infatti voluto ricordare il proprio santo patrono, ringraziandolo e affidandosi sempre alla sua protezione.

Venerdì, un momento dedicato ai ragazzi e ai loro genitori, con l'happening e la preghiera seguiti, sabato sera, dalla cena in baita a base di trippa e tante sorprese.
La festa ha avuto il suo momento centrale domenica, il giorno dedicato al santo abate.

La messa solenne del mattino è stata celebrata da don Marco Rapelli, vicario della comunità pastorale e referente della parrocchia di Campofiorenzo. Nel santuario della madonna di Czestochowa tutti i fedeli si sono riuniti per la celebrazione dell'eucarestia, nel giorno della terza epifania del Signore.

Don Marco Rapelli

"Dopo la prima epifania, con i Magi, e la seconda, nel battesimo nel Giordano, Gesù vive nelle Nozze di Cana una terza epifania, cioè la manifestazione della divinità di Gesù, di ciò che accadrà nella Pasqua, quando perdonerà tutti gli uomini. I primi a riconoscere Gesù sono sempre i peccatori, come i pastori o il ladrone in croce, e gli stranieri, come il centurione o i Magi" ha spiegato don Marco Rapelli, durante l'omelia, tratteggiando una spiegazione dell'episodio evangelico delle Nozze di Cana.

"Nel matrimonio manca il vino, cioè l'amore, l'ingrediente fondamentale. Non c'è amore nel rapporto tra Dio e gli uomini ma solo una religiosità vissuta per dovere. L'acqua è Gesù e la sua parola, le anfore siamo noi: se viviamo il rapporto con Dio per dovere e senso dell'obbligo restiamo vuoti; al contrario, se ci riempiamo della Parola, comprendiamo che Dio ci ama come siamo, comprendiamo la gloria di Dio, che è il suo amore per noi".

Discepolo di San Benedetto, San Mauro abate ha vissuto una vocazione monastica secondo la regola dell'ora et labora, compiendo una lunga serie di miracoli. "La vera grandezza di San Mauro è la sua vita interiore, intensa, che si manifesta anche nel suo prodigarsi per gli altri: è questo il vero miracolo, manifestare ogni giorno il proprio amore per gli altri. Averlo come patrono della nostra parrocchia significa averlo come modello. Ognuno di noi si interroghi su come coltiva la propria vita interiore, il proprio rapporto con Dio, il modo in cui vive il rapporto con i fratelli. Ciò che caratterizza la vivacità di una parrocchia non sono le lodevoli iniziative culinarie di festa e aggregazione, che pur ci vogliono e coinvolgono tante persone, ma è il modo di vivere la preghiera e la carità con i fratelli: questa è la cosa più importante", ha proseguito don Marco Rapelli, affidando tutta la comunità alla protezione del santo.

"Questo è il miracolo da chiedere a San Mauro: che nella nostra parrocchia ci siano sempre più persone desiderose di ascoltare la Parola, famiglie giovani desiderose di camminare insieme, adulti disposti a partecipare a iniziative di formazione, al catechismo e alla liturgia, alla Caritas, alle visita agli ammalati". Al termine della celebrazione, animata dal coro parrocchiale, come da tradizione è stato consegnato un piccolo regalo a tutti gli abitanti della comunità che portano il nome Mauro o Maura, dai più piccoli ai più grandi.

La festa dedicata a San Mauro è proseguita anche nel pomeriggio: dopo i vespri solenni, concelebrati da tutti i sacerdoti della comunità pastorale, si è svolta la ricchissima tombolata con l'accensione, alle prime luci della sera, del tradizionale falò di Sant'Antonio.

L. V.
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