Cremella: lutto per Pietro Cogliati, reduce di guerra e tra i fondatori del gruppo alpini

Pietro Cogliati
Una persona buona e benvoluta, nonchè l'uomo più anziano del paese. Un vero e proprio punto di riferimento per il sodalizio guidato da Alessandro Brivio che nel 2014, in occasione del 45° anniversario di fondazione, aveva conferito a Pietro Cogliati una targa, consegnatagli presso la sua abitazione di Via Battisti, dal sindaco Ave Pirovano e dal presidente dell'associazione nazionale alpini di Lecco, Marco Magni.
''Per tutti noi Pedren era un'istituzione'' ci ha raccontato Franco Panzeri, già presidente delle penne nere cremellesi. ''Un alpino sempre disponibile, che preferiva i fatti alle parole. E' stato tra i fondatori della nostra associazione, l'ultimo rimasto in vita. Due anni fa avevamo quindi deciso di conferirgli una targa come riconoscimento per tutto quello che aveva fatto nel corso degli anni''. Un gesto molto apprezzato e accolto con profonda commozione dall'anziano, molto legato al suo ''cappello con la penna'' e ai ricordi passati.
Reduce di guerra, Pietro Cogliati aveva preso parte al secondo conflitto mondiale. Chiamato in servizio nel 1940 presso la fortezza di Chaberton, nell'alta Val di Susa, si era ammalato di polmonite. Tornato in Italia per essere sottoposto alle cure necessarie, e impossibilitato così a raggiungere il fronte russo, aveva varcato il confine francese, impegnato nella guerra contro - gli ormai ex alleati - di Germania. Era riuscito a salvarsi dal conflitto e a tornare a casa, macinando centinaia di chilometri a piedi. Ma i pericoli per l'uomo, originario della località Busarengo di Perego, nel cuore del Parco del Curone, non erano ancora finiti.
''Nostro padre riuscì a salvarsi dalla storica fucilazione partigiana a Rovagnate nel 1945'' ci hanno spiegato i figli. ''Erano finite le armi con le quali difendersi e il nonno lo chiamò ad aiutarlo a lavorare nei campi. Poco dopo sentì gli spari: erano i tedeschi che avevano ucciso alcuni suoi compagni''.
Archiaviate le sofferenze belliche, Pietro Cogliati trovò lavoro come muratore in un'impresa di Milano. Ogni mattina si recava a piedi o in bicicletta alla stazione di Olgiate Molgora per raggiungere il capoluogo lombardo, dal quale faceva ritorno in serata. Quando riuscì a trovare un'occupazione più vicina a casa, più precisamente a Nibionno, con la moglie Sofia - della quale è rimasto vedovo nel 2002 - e i due figli si trasferì a Cremella, dove successivamente fu assunto da un'azienda meccanica con sede in località Isola. Qui ha lavorato fino alla pensione.
I funerali di Pietro Cogliati si svolgeranno mercoledì 1 febbraio alle ore 10 presso la chiesa parrocchiale di Cremella; a dargli l'estremo saluto saranno i figli Mario con Fiorina, Rino con Giovanna, i nipoti Maurizio, Roberta e i parenti tutti, oltre naturalmente ad una rappresentanza alpina, realtà associativa nella quale negli anni aveva profuso grande impegno.
G. C.