Casatenovo: chiesti due anni per il titolare della srl che gestiva la palestra ''Wellness''

Il tribunale di Lecco
Per il pubblico ministero è colpevole. 2 anni, con il riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti rispetto alla contestata aggravante e la sospensione condizionale della pena, la richiesta formulata quest'oggi a carico dell'imputato dal dr. Nicola Preteroti all'esito dell'istruttoria dibattimentale. Bisognerà aspettare però il prossimo 6 luglio per sentire - oltre alle conclusioni dell'avvocato di parte civile - anche l'altra campana e dunque i difensori Stefano Pelizzari e Roberto Corbetta che, sicuramente, ha già sottolineato anche il presidente del collegio giudicante dr. Enrico Manzi, hanno margini per disquisire quantomeno sulla derubricazione delle ipotesi di reato contestate al loro assistito e dunque per ottenere - se non l'assoluzione - un alleggerimento della posizione. L'attesa del verdetto, poi, si protrarrà ulteriormente: il dispositivo della sentenza - è già stato calendarizzato - sarà letto infatti ad una successiva seduta, per permettere al collegio di studiare il "caso". Una suspense infinita insomma per Marco Bertoni, l'amministratore della Delta team srl - la società nata per occuparsi della palestra Wellness di Casatenovo e dichiarata fallita a metà 2014 - rinviato a giudizio per bancarotta nel marzo dello scorso anno.
In particolare all'uomo viene contestato - come esplicitato nella propria deposizione dal curatore dr. Davide Ierardi - l'aver rinunciato ad un credito di 63.000 che la propria impresa vantava nei confronti dell'associazione sportiva dilettantistica Wellness club (della quale egli stesso era presidente) a cui era stata affittata la gestione della palestra, aperta originariamente in via Roma 40 e poi "migrata" al civico 69. Stralciando infatti tale credito - ha asserito il primo teste sentito quest'oggi - si sarebbe generato un ammacco di liquidità andando ad appesantire il conto economico del 2012.
Ma non solo: quando infatti - sempre a detta del curatore fallimentare - la Delta team si trovava già in uno stato di insolvenza, sarebbero stati prelevati 34.000 euro, riversati su di un conto corrente bancario intestato ai genitori del legale rappresentante (e del fratello, suo socio).
Ritenendo poi, in virtù di un debito già maturato con Equitalia in relazione agli anni 2007-2008 e 2009 nonché dello sfratto per morosità intimato dal proprietario del primo stabile in cui la palestra aveva sede e di altri dati di bilancio che "concreti segni di insolvenza fossero emersi già nel 2012", non presentando i libri in Tribunale già quell'anno Bertoni avrebbe - stando all'impianto accusatorio - aggravato il dissesto per circa 360.000 euro, arrivando ad una passività quantificata dal dr. Ieradi in 564.000, euro più, euro meno.
Accusa per accusa, rispondendo alle domande poste dall'avvocato Pelizzari, l'imputato ha motivato in tutta semplicità il proprio agire. "Ho rinunciato al credito perché l'Associazione non aveva soldi. Era più la spesa che l'impresa cercare i recuperare quei soldi" ha detto, in tutta franchezza, ricordando poi di aver ricevuto da mamma e papà, nell'arco di più anni, oltre 100.000 euro quale sostegno alla propria attività (circostanza questa confermata poi dalla madre e da una consulente, escusse quali testi a discarico), senza che i genitori abbiano mai chiesto indietro i quattrini. I 34.000 euro sarebbero dunque stati restituiti solo per coprire un'altra esigenza: il difficile rapporto di "convivenza" con il locatore della prima sede, con il quale si era venuto a creare un contenzioso, avrebbe infatti spinto Bertoni a spostare la palestra in altra palazzina, acquistata "al rustico" e dunque da adattare alle proprie esigenze. Per sostenere tali spese avrebbe così chiesto un finanziamento di 150.000 euro alla Banca Popolare di Sondrio che, per procedere all'erogazione, avrebbe a sua volta chiesto garanzie fideiussorie e ipotecarie imponendogli la copertura della sofferenza registrata sul conto corrente dei genitori. Da qui il versamento, annotato - erroneamente - dal commercialista quale prelievo soci. Nemmeno tale iniezione di liquidità ha però salvato la srl: una delle imprese chiamata a "ammodernare" la nuova sede, non essendo stata pagata, ha infatti presentato istanza di fallimento. "La sera prima dell'apertura della palestra, il rappresentate si è presentato a casa mia per chiedermi la firma di alcune cambiali, altrimenti non mi avrebbe fatto iniziare" ha ricordato l'imputato, spiegando di aver pagato la prima ma di aver poi intavolato una vertenza contro l'idraulico stesso, circa il valore dei lavori eseguiti - con tanto di denuncia - innescando, di contro, il deposito del ricorso in Tribunale.
Non ha sentito ragioni il dr. Preteroti. Come anticipato, infatti, il pubblico ministero ha ritenuto provata la penale responsabilità dell'uomo, in merito sia alla bancarotta sia al capo d'imputazione relativo alll'aggravamento del dissesto, chiedendo così la condanna. A luglio sarà il turno dell'avvocato Carlo Galli per la curatela e dei due difensori di Bertoni. Incerto l'esito del processo.
A.M.
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