A giudizio per bancarotta i rappresentanti della srl che ha gestito il Primatist di Erba

L'ingresso al tribunale di Lecco
Il fallimento è dell'ottobre 2011. E' entrato nel vivo quest'oggi, con l'escussione del curatore, il procedimento penale intentato nei confronti dei signori Sergio G. e Maria Gabriella R. quali amministratori della Salice srl, società con sede legale a Oggiono - da qui la competenza del tribunale di Lecco - impegnata, al tempo, nella gestione del Primatist, nota discoteca di Erba.
Bancarotta (semplice e fraudolenta) l'ipotesi di reato contestata - a vario titolo - ai due, alternatisi alla testa dell'impresa con la donna succeduta all'uomo come spiegato dal dr. Maurizio Colella, unico teste sentito quest'oggi. Al professionista, nello specifico, il sostituto procuratore Nicola Preteroti, titolare del fascicolo approdato questa mattina all'attenzione del collegio giudicante (presidente Enrico Manzi, giudici a latere Salvatore Catalano e Nora Lisa Passoni), ha chiesto di focalizzare la propria attenzioni su tre aspetti: un contratto di affitto d'azienda sottoscritto a ridosso del fallimento, la tenuta delle scritture contabili e l'eventuale aggravio del dissesto imputabile al differimento della "morte naturale" della srl, argomentando così sui diversi aspetti sintetizzati nel quadro accusatorio.
Il curatore, partendo dal primo punto, non ha nascosto la propria perplessità raccontando come l'attività sia stata di fatto "rilevata" dalla ditta individuale di Sergio G. dopo che lo stesso - da due anni legale rappresentante della "locatrice" - aveva ceduto la titolarità dell'impresa a Maria Gabriella R.. Una sorta - a suo giudizio - di prosecuzione d'impresa, seppur nelle mani di una realtà, almeno sulla carta, differente.
Una "manovra a tutti gli effetti distrattiva" - ha aggiunto - riferendo come poi il locatario non abbia versato il canone pattuito, "se non in minima parte". Anche perché, si è spinto a sostenere il dottor Colella, al momento della sottoscrizione dell'accordo - siamo nel 2011 - non vi erano già le condizioni per andare avanti, con l'origine del dissesto individuata dal commercialista nel 2008 dopo aver preso visione di scritture contabili presentategli "in ritardo e non complete".
Rispondendo poi alle domande dell'avvocato Marcello Elia, costituitosi parte civile per conto della curatela, il curatore ha indicato in 600.000 euro il passivo fallimentare a fronte di un realizzo di 25.000 euro. Puntigliosi anche i quesiti dell'avvocato difensore Fabio Ansideri, presente anche in sostituzione della collega Michela Corbetta. Alla prossima udienza, fissata per il 25 gennaio, saranno sentiti i loro testi e, se lo riterranno, gli imputati. Prevista anche la discussione.
A.M.
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