Tutti pazzi per Avatar? banali, andate a vedere ''Invictus'' di Eastwood

I miei quindici lettori sanno che sono un cinefilo. L'unico " lusso " personale che mi sono permesso in questa vita terrena è una piccola sala di proiezione nel rustico di casa con scaffali che tengono al riparo da polvere e umidità tanti dei migliori prodotti dell'industria cinematografica. Il che vuole dire film degli anni 30, 40, 50, 60. Vuol dire John Ford, Frank Capra, Billy Wilder, Howard Hawks, Alfred Hitchcock. Poi ho seguito il percorso in celluloide di alcuni registi italiani e non, di alcuni attori italiani e non. Per questo ogni tanto mi permetto di consigliare la visione di un film. L'ho fatto con "Amistad" di Spielberg, con "La Parola ai Giurati" di Lumet, con "Gran Torino" di Eastwood. Però il consiglio l'ho sempre dato dopo l'uscita del film, nei primi due casi addirittura a distanza di anni. Beh, questa volta inverto l'ordine dei fattori, ma il prodotto - ovvero il consiglio - non cambia. I film, infatti, non sono ancora usciti in Italia. La saranno a giorni.
C'è fibrillazione in tutto il mondo per "Avatar " l'ultima opera di James Cameron, il regista di Titanic. La promozione della pellicola che pare destinata a divenire la prima per incassi nella storia del cinema (ma il raffronto lo si dovrebbe fare non sul prezzo del biglietto che nel frattempo è ampiamente lievitato, ma sul numero di biglietti pagati) è stratosferica. Andranno a vederlo anche i non vedenti e chi soffre di sordità . Pare che quel che conta sia il partecipare. Lo diceva anche Giorgio Gaber, ma rimanendo con i piedi per terra e trattando del concetto di libertà .
Ebbene, andate a vederlo, Avatar. Sarà un tuffo nella fantasia degli effetti speciali, delle favole dei tempi della nonna dove, in termini futuristici, si ripropone la contrapposizione dei buoni e dei cattivi. L'unica differenza è quella che, a meno che si entra in sala già stanchi, le musiche, i colori, i rumori, l'eccesso che uscirà da ogni inquadratura non aiuterà a scivolare nel regno dei sogni.
L'Osservatore Romano ha già bollato "Avatar" come "un polpettone sentimentale con poche emozioni vere, con poche emozioni umane".
Non importa, lo spettacolo c'è e vale il prezzo del biglietto. Il film esce in Italia il 15 gennaio.
Dopo averlo visto, digerito e forse anche dimenticato, aspettate 30 giorni e andate a vedere un altro film. Ai primi 100 che seguono il mio consiglio lo rimborso io - immediatamente - il prezzo del biglietto se mi dicono che ho dato loro il consiglio sbagliato.
Andate a vedere l'ultima opera di Clint Eastwood che s'intitola "Invictus", che si traduce in "Invincibile". E' tratto dal libro "Ama il tuo nemico" di John Carlin. E' una storia vera, con personaggi i cui nomi sono veri. Non c'è nulla di inventato, tranne i volti che hanno le fattezze degli attori Morgan Freeman e Matt Damon.

Narra di una fase della vita di Nelson Mandela il quale, liberato dopo quasi un terzo di secolo dalla prigione di Robben Island, 12 km al largo di Città del Capo, viene eletto Presidente del Sudafrica e per unire un popolo che si odia in una nazione che si riconosce chiede al capitano bianco della nazionale di rugby Francois Pianaar di vincere la coppa del mondo di rugby del 1995 che si tiene proprio in Sudafrica. Mandela si era accorto che allo stadio, nei tornei, gli spettatori bianchi plaudivano la nazionale sudafricana formata solo da giocatori bianchi mentre gli spettatori negri sostenevano quella avversaria. I due uomini faranno il miracolo.
Volete emozioni vere? Volete entrare nel corpo e nell'anima di uomini realmente vissuti che sono stati protagonisti della storia portata sullo schermo? Volete lasciare libera una lacrima, o un singulto o solo una tirata di naso per una emozione che non è un effetto speciale? Volete uscire dalla sala e sentirvi, anche per un solo momento, fortificati? Andate a vedere questo film in prossima programmazione e fatemi sapere. Per favore in sala non sgranocchiate popcorn e spegnete il cellulare, display colored incluso. Le persone che gli attori interpretano sullo schermo sono vive e vegete. Come lo sono gli splendidi Nelson Mandela, 90enne e il 79enne Clint Eastwood. Potessimo dare tutti un giorno della nostra vita per garantire ancora a lungo la loro.
" Invictus" scorre lungo una frase, un pensiero che riassume la vita e l'opera di Mandela e che nel film ad un certo punto viene pronunciata come riflessione ad alta voce, l'autoconvincimento di un uomo che anzichà© cedere sotto il peso dell'ingiustizia serra il pugno in segno di pace. "Son io il signore del mio destino, il capitano dell'anima mia...".
E se per un clamoroso errore non avete ancora visto "Gran Torino" rimediate ora, rimediate subito in dvd. Entrambi i film costano meno di una pizza. E' cibo in via di estinzione cui ciascuno, prima di assaporalo e anche durante, può dare il personalissimo tocco della propria anima e della propria mente. Enfasi? No, solo 133 minuti in apnea. Una salutare assenza di respirazione. Prendiamocela, ci farà benissimo.