Dolzago: Facchini (QLL) ripercorre la storia della 'Ndrangheta nella provincia di Lecco
Mettere ordine tra i protagonisti, le inchieste, i luoghi e le date della presenza della ‘Ndrangheta sul territorio lecchese. E' stato questo lo scopo della serata andata in scena a Dolzago, con ospite Duccio Facchini dell'associazione Qui Lecco Libera che, fin dalla fondazione dieci anni fa, si è occupata di monitorare e tracciare le vicende della presenza mafiosa nella zona.
Dopo l'introduzione del sindaco Paolo Lanfranchi, che ha evidenziato come sia importante "che la gente conosca questo fenomeno per capire che non riguarda solo Milano ma ha radici profonde anche qui", ha preso la parola Facchini allo scopo di "condividere con i presenti l'archivio, non solo giudiziario", raccolto negli anni da Qui Lecco Libera, sulla presenza delle organizzazioni criminali nel territorio lecchese. Il radicamento della ‘Ndrangheta affonda le sue radici addirittura nel secolo scorso come evidenziato più volte delle commissioni antimafia, ricevendo l'attenzione di magistratura, forze dell'ordine e associazioni.
Secondo Facchini, "la storia della presenza della 'Ndrangheta sul territorio lecchese è legata al nome di Franco Trovato, classe 1947 e arrestato venticinque anni fa".
E' stato lui infatti, a partecipare a una cena nel 1987 a Pessano con Bornago in cui venne sancita la nascita del sodalizio Flachi-Trovato-Schettini, uno dei più importanti del Nord Italia con diramazioni a Lecco, Varese, Comasina e Milano. I proventi illegali della filiale lecchese del gruppo, ottenuti soprattutto dallo spaccio di sostanze stupefacenti, venivano riciclati investendo in pizzerie come la "Wall Street" di via Belfiore a Lecco o "Il portico" di Airuno. Proprio da queste attività solo all'apparenza pulite, è partita la prima operazione delle forze dell'ordine, chiamata, non a caso, "Wall Street", che ha condotto all'arresto nel 1992 di Franco Trovato, condannato a quattro ergastoli, del fratello Mario e dei fratelli Flachi. Dopo aver reso conto di questo primo intervento delle forze dell'ordine negli anni ‘90, il racconto di Facchini è proseguito, ricordando l'operazione "Oversize" che, scattata nel dicembre 2006, ha coinvolto diverse persone residenti a Lecco, tra cui Giacomo e Emiliano Trovato, rispettivamente nipote e figlio del boss Franco Trovato.
"Il cognome dei Trovato" ha ricordato Facchini "lo ritroviamo anche nell'operazione Metastasi, l'ultima in ordine cronologico che ha coinvolto il territorio". In questo caso, oggetto dell'indagine è la zona di Valmadrera, più precisamente la località "Parè", che era entrata nelle mire della ‘Ndrangheta locale. Secondo l'inchiesta, come ha spiegato Facchini, un gruppo di persone aveva cercato di ottenere quel posto attraverso una gara in cui il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi avrebbe favorito l'aggiudicazione. Condannato in primo grado alla pena di due anni per turbativa d'asta, l'ex primo cittadino valmadrerese si è poi appellato alla sentenza, il cui esito è atteso proprio in questi giorni.
Insieme a lui altre condanne sono state emesse nei confronti di Mario Trovato, 12 anni e 6 mesi, e di Ernesto Palermo, consigliere PD del Comune di Lecco e condannato a 6 anni e 8 mesi, mentre durante la requisitoria, il pubblico ministero della DDA di Milano Bruno Albertini aveva chiesto la restituzione degli atti per valutare l'ipotesi di falsa testimonianza da parte di alcune persone tra cui anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio.
Oltre alle inchieste che, come visto, hanno posto l'attenzione sulla presenza della ‘Ndrangheta nel capoluogo della provincia e nei comuni del circondario, Facchini non ha potuto fare a meno di riepilogare i fatti dell'operazione "Tenacia-Infinito", "decisamente la più rilevante degli ultimi anni" l'ha definita, che ha portato dietro alle sbarre l'imprenditore Ivano Perego di Cassago Brianza. In tutti e tre i gradi di giudizio il suo ruolo è stato ritenuto decisivo nel favorire l'ingresso dell'organizzazione ‘ndranghetista - nella persona di Salvatore Strangio - nell'azienda di famiglia con la speranza, rivelatasi inutile, di allargarne il giro d'affari e salvarla dalla crisi. "In questo caso il cognome Trovato non compare nelle carte delle indagini: la famiglia era stata indebolita dall'operazione Wall Street e da quella Oversize di inizio anni 2000" ha spiegato Facchini.
File rouge nelle varie fasi raccontate da Facchini è stata la permeabilità della imprenditoria e della classe dirigente alle avances della criminalità organizzata che ha continuato a fare affari sul territorio provinciale nel corso degli anni. Tra i casi più emblematici, il giornalista ha citato quello della onorificenza concessa dall'Unione commercianti di Lecco a Franco Coco Trovato - o meglio alla moglie Eustina - e al cognato Vincenzo Musolino. Durante una delle udienze del processo seguito all'operazione Wall Street degli anni 90', lo stesso pubblico ministero Armando Spataro definì la scelta dell'allora guida dei commercianti una trovata per far apparire Trovato e Musolino "benvoluti e ringraziati dalla cittadinanza di Lecco".
Dopo gli imprenditori, Facchini ha rivolto la sua attenzione anche alla classe politica, più precisamente a chi sul territorio avrebbe intrattenuto rapporti con Ivano Perego e ad altri più volte visti presso la pizzeria 046 di Lecco che, legata alla figura di Mario Trovato, ha chiuso i battenti nel 2015.
Insomma, come ha concluso Facchini, in tutti questi anni l'insediamento sul territorio lecchese della ‘Ndrangheta, da più parti, è stato decisamente "sottovalutato".
Da sinistra il sindaco Paolo Lanfranchi e Duccio Facchini di Qui Lecco Libera
Dopo l'introduzione del sindaco Paolo Lanfranchi, che ha evidenziato come sia importante "che la gente conosca questo fenomeno per capire che non riguarda solo Milano ma ha radici profonde anche qui", ha preso la parola Facchini allo scopo di "condividere con i presenti l'archivio, non solo giudiziario", raccolto negli anni da Qui Lecco Libera, sulla presenza delle organizzazioni criminali nel territorio lecchese. Il radicamento della ‘Ndrangheta affonda le sue radici addirittura nel secolo scorso come evidenziato più volte delle commissioni antimafia, ricevendo l'attenzione di magistratura, forze dell'ordine e associazioni.
Secondo Facchini, "la storia della presenza della 'Ndrangheta sul territorio lecchese è legata al nome di Franco Trovato, classe 1947 e arrestato venticinque anni fa".
E' stato lui infatti, a partecipare a una cena nel 1987 a Pessano con Bornago in cui venne sancita la nascita del sodalizio Flachi-Trovato-Schettini, uno dei più importanti del Nord Italia con diramazioni a Lecco, Varese, Comasina e Milano. I proventi illegali della filiale lecchese del gruppo, ottenuti soprattutto dallo spaccio di sostanze stupefacenti, venivano riciclati investendo in pizzerie come la "Wall Street" di via Belfiore a Lecco o "Il portico" di Airuno. Proprio da queste attività solo all'apparenza pulite, è partita la prima operazione delle forze dell'ordine, chiamata, non a caso, "Wall Street", che ha condotto all'arresto nel 1992 di Franco Trovato, condannato a quattro ergastoli, del fratello Mario e dei fratelli Flachi. Dopo aver reso conto di questo primo intervento delle forze dell'ordine negli anni ‘90, il racconto di Facchini è proseguito, ricordando l'operazione "Oversize" che, scattata nel dicembre 2006, ha coinvolto diverse persone residenti a Lecco, tra cui Giacomo e Emiliano Trovato, rispettivamente nipote e figlio del boss Franco Trovato.
"Il cognome dei Trovato" ha ricordato Facchini "lo ritroviamo anche nell'operazione Metastasi, l'ultima in ordine cronologico che ha coinvolto il territorio". In questo caso, oggetto dell'indagine è la zona di Valmadrera, più precisamente la località "Parè", che era entrata nelle mire della ‘Ndrangheta locale. Secondo l'inchiesta, come ha spiegato Facchini, un gruppo di persone aveva cercato di ottenere quel posto attraverso una gara in cui il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi avrebbe favorito l'aggiudicazione. Condannato in primo grado alla pena di due anni per turbativa d'asta, l'ex primo cittadino valmadrerese si è poi appellato alla sentenza, il cui esito è atteso proprio in questi giorni.
Insieme a lui altre condanne sono state emesse nei confronti di Mario Trovato, 12 anni e 6 mesi, e di Ernesto Palermo, consigliere PD del Comune di Lecco e condannato a 6 anni e 8 mesi, mentre durante la requisitoria, il pubblico ministero della DDA di Milano Bruno Albertini aveva chiesto la restituzione degli atti per valutare l'ipotesi di falsa testimonianza da parte di alcune persone tra cui anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio.
Oltre alle inchieste che, come visto, hanno posto l'attenzione sulla presenza della ‘Ndrangheta nel capoluogo della provincia e nei comuni del circondario, Facchini non ha potuto fare a meno di riepilogare i fatti dell'operazione "Tenacia-Infinito", "decisamente la più rilevante degli ultimi anni" l'ha definita, che ha portato dietro alle sbarre l'imprenditore Ivano Perego di Cassago Brianza. In tutti e tre i gradi di giudizio il suo ruolo è stato ritenuto decisivo nel favorire l'ingresso dell'organizzazione ‘ndranghetista - nella persona di Salvatore Strangio - nell'azienda di famiglia con la speranza, rivelatasi inutile, di allargarne il giro d'affari e salvarla dalla crisi. "In questo caso il cognome Trovato non compare nelle carte delle indagini: la famiglia era stata indebolita dall'operazione Wall Street e da quella Oversize di inizio anni 2000" ha spiegato Facchini.
File rouge nelle varie fasi raccontate da Facchini è stata la permeabilità della imprenditoria e della classe dirigente alle avances della criminalità organizzata che ha continuato a fare affari sul territorio provinciale nel corso degli anni. Tra i casi più emblematici, il giornalista ha citato quello della onorificenza concessa dall'Unione commercianti di Lecco a Franco Coco Trovato - o meglio alla moglie Eustina - e al cognato Vincenzo Musolino. Durante una delle udienze del processo seguito all'operazione Wall Street degli anni 90', lo stesso pubblico ministero Armando Spataro definì la scelta dell'allora guida dei commercianti una trovata per far apparire Trovato e Musolino "benvoluti e ringraziati dalla cittadinanza di Lecco".
Dopo gli imprenditori, Facchini ha rivolto la sua attenzione anche alla classe politica, più precisamente a chi sul territorio avrebbe intrattenuto rapporti con Ivano Perego e ad altri più volte visti presso la pizzeria 046 di Lecco che, legata alla figura di Mario Trovato, ha chiuso i battenti nel 2015.
Insomma, come ha concluso Facchini, in tutti questi anni l'insediamento sul territorio lecchese della ‘Ndrangheta, da più parti, è stato decisamente "sottovalutato".
A.P.