Cassago: funziona il workshop coi genitori sui pericoli nell’uso di cellulare e internet
Da sinistra le psicologhe Chiara Galli e Valentina Bianchi di Retesalute con il consigliere Vera Rigamonti
Dopo un breve saluto della consigliera con delega all'istruzione Vera Rigamonti, la Galli, che lavora per l'istituto comprensivo di Barzanò, ha riassunto quanto andato in scena nel primo incontro. "Ognuno ha lavorato su di sé. L'idea era quella di riportare l'attenzione su di noi come genitori, sul nostro ruolo di educatori all'uso che i nostri figli fanno del cellulare. Ci siamo resi conto che anche noi, a volte senza pensarci, abbiamo le stesse dipendenze dal mondo tecnologico e virtuale. Avevamo concluso dicendo che è necessario provare a modificare qualcosa di noi e del nostro modo di approcciarci a internet e al telefono, che portiamo sempre con noi. Facciamo veramente fatica a farne a meno" ha detto.
Attiva presso l'istituto comprensivo che comprende Olgiate, Calco e Brivio con Airuno, la Bianchi ha poi continuato invitando i genitori presenti a sedersi in cerchio per favorire la comunicazione e il dialogo tra i partecipanti. A loro è stato chiesto, come primo esperimento, di appoggiare a terra, di fronte alla sedia, il dispositivo mobile personale. Ciascuno poi, ad occhi chiusi e con la concentrazione agevolata da un esercizio sul respiro, ha provato a visualizzare una conversazione, un messaggio o un'immagine scambiata virtualmente attraverso il cellulare. La psicologa ha poi chiesto ai presenti di trascrivere liberamente su dei post-it la principale emozione provata in quel momento, associata ad un colore, il modo della comunicazione e la sua qualità, i vantaggi e gli svantaggi ricavati dalla messaggistica. Lo stesso esperimento è stato poi ripetuto immaginando di essere non più dietro ad uno schermo, ma in un contesto di reale incontro con gli altri. Per questo motivo il cellulare è stato appoggiato alle spalle. Dalla condivisione delle sensazioni sono emerse riflessioni interessanti e significative.
"È sotto gli occhi di tutti che il modo di comunicare sta cambiando. Uno strumento molto usato è ad esempio Whatssapp. Nelle chat, nonostante le numerose emoticon, non si riesce però a cogliere tutto ciò che riguarda la comunicazione non verbale, in particolare la postura del comunicante e l'intonazione della voce. Tutto viene quindi lasciato alla libera interpretazione" è stato detto.
I genitori si sono inoltre trovati d'accordo nell'affermare che la comunicazione attraverso gli smartphone o i social network risulta essere facilitata rispetto invece al "faccia a faccia". Nonostante sia stato riconosciuto il vantaggio della comunicazione immediata, è individuato un pericolo ormai sempre più in crescita: la condivisione a tutti i costi, che comporta però la perdita della privacy o comunque della possibilità di vivere delle emozioni in modo personale.
"Occorre prendere consapevolezza con i nostri ragazzi di questo fenomeno. Occorre con loro documentarsi sulle immagini, sui videogiochi che hanno un risvolto emotivo molto forte. Non dovete essere rigidi. Come genitori dovete cercare di costruire le regole insieme ai vostri figli, anche in rapporto al gruppo di vita e ai contesti. Non è certo un lavoro facile, ma va fatto" hanno infine consigliato le psicologhe.
Il prossimo e ultimo incontro della rassegna è fissato per mercoledì 10 maggio, sempre alle ore 20.30.