Bosisio: il professor Paolo Bartesaghi autore di un volume inedito sul Parini e sul suo lavoro di consulente iconografico
Consulente iconografico per opere d'arte: è il lato meno conosciuto, inedito, di Giuseppe Parini, venuto alla luce dopo vent'anni di studio presso la veneranda biblioteca Ambrosiana. Qui sono raccolti gran parte dei manoscritti che tratteggiano questo ruolo del poeta nato nel 1729 nel piccolo borgo che si affaccia sul lago di Pusiano.
Parini è certamente noto per essere stato poeta e uomo di lettere, docente presso la scuole palatine di Milano dal 1770 fino a quando quell'istituto si trasformò nel Ginnasio di Brera.
Un anno prima di avviarsi all'insegnamento, nel 1769, gli era stata affidata la direzione della "Gazzetta di Milano", dove si rintraccia la cronaca di avvenimenti internazionali e notizie curiose, oltre a quelle "locali": era stato proprio il Parini a dare l'annuncio di una nuova navazza stercoraria, recipiente usato all'epoca per il trasporto dei rifiuti organici e anche della nuova illuminazione serale nella città di Parigi.
Parini è stato soprattutto un uomo dell'amministrazione pubblica austriaca in quanto funzionario governativo, membro della commissione istruzione. Il conte Carlo Giuseppe di Firmian, rappresentante lombardo del governo di Maria Teresa D'austria, aveva intuito il suo talento poetico dopo la pubblicazione del "Mattino", nel 1763. Lo aveva pertanto nominato poeta ufficiale del teatro ducale nel 1871 e gli aveva affidato il libretto dell'Ascanio in alba, musicato dal giovane Mozart per le nozze tra Ferdinando D'Austria e Maria Beatrice d'Este.
Proprio con la realizzazione del Teatro alla Scala - progettato, a seguito dell'incendio che distrusse il Teatro Ducale nel 1776, da Giuseppe Piermarini nel luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria della Scala, da cui il nome - a Parini era giunta la commissione per il primo soggetto per il telone del teatro.
"Soggetti per artisti", edito da Fabrizio Serra e curato da Paolo Bartesaghi e Pietro Frassica, è il volume che raccoglie tutti i soggetti del Parini, vale a dire le indicazioni per decorare, affrescare palazzi di ricchi signore, esponenti del potere politico o nobili per tradizione.
Per il teatro alla Scala, Parini aveva elaborato un'allegoria di Apollo e delle quattro muse del teatro, mentre per il sipario del teatro Nuovo di Novara, la cui esecuzione non è stata reperita, aveva pensato di raffigurare il fondatore della città, Ercole, nell'atto di apprendere la musica dal poeta Lino.
Nel Palazzo di corte di Milano, dove oggi vi trova sede il Palazzo Reale, si ritrova il primo esempio di discussione con il committente. Quest'ultimo, nella sala della Giustizia, avrebbe voluto veder raffigurato il giudizio di Paride, in cui il pastorello sul monte Ida, appare assorto mentre contempla la bellezza di Venere, ancora nuda. Per il Parini, però, si trattava di una rappresentazione poco appropriata per un luogo adibito ad amministrare la giustizia, tanto da avanzare una controproposta, il giudizio di Astrea, effettivamente realizzato a palazzo. Il pittore Martin Knoller, tuttavia, utilizzò il soggetto del giudizio di Paride a Innsbruck, dove ancora oggi si può ancora ammirare, all'interno del palazzo di Corte a Taxispalais.
"In questo caso, il Parini è un uomo che tratta alla pari, discute con l'Arciduca Ferdinando e alla fine fa valere la sua proposta" ha commentato Paolo Bartesaghi, originario di Bosisio, ex insegnante alla scuola del paese e per tanti anni a Liceo scientifico Grassi di Lecco, oggi accademico della veneranda Accademia Amborsiana e tra i fondatori della classe di italianistica diretta da Monsignor Ballerini.
Di altro tenore era stata invece la commissione per Palazzo Greppi, alle spalle della Libreria Cortina dell'Università Statale di Milano. Nel salone, ancora firmata da Martin Knoller, si ritrova la rappresentazione di Minerva, dea della sapienza che, pur non rifiutando i piaceri della vita, li usa con moderazione e trae giovamento nell'equilibrio. Parini, per questo soggetto, si era servito del "Dizionario abbreviato delle favole" e la sua volontà, ancora una volta non viene rispettata da Knoller, che rappresentò i putti ridenti.
Nei bassorilievi della salone, realizzati da Giuseppe Franchi, emergeva anche lo spirito religioso nel Parini che scelse di inserire Bauci e Filemone nell'atto di offrire ospitalità agli dei, dei che quindi albergano tra gli uomini.
Al palazzo Belgioso invece, Parini metteva in mostra una proposta di eroismo da seguire nella vita. "Sono raffigurati una serie di episodi storici in cui si evidenziava l'esempio di virtù e gloria conquistate con azioni eminenti" ha aggiunto Bartesaghi, prima di concludere con una riflessione sul poeta bosisiese: "Parini era ben visto dal potere politico e dagli aristocratici: era un uomo dentro il potere, ma era anche un osservatore lucido e critico, tanto da conoscerne i difetti".
Il Parini si era occupato anche dei soggetti per la Villa Reale, già Palazzo Belgioioso a Milano, affacciato sui giardini Indro Montanelli, in zona Porta Venezia: qui sono collocati una serie di bassorilievi a tema mitologico.
Parini è certamente noto per essere stato poeta e uomo di lettere, docente presso la scuole palatine di Milano dal 1770 fino a quando quell'istituto si trasformò nel Ginnasio di Brera.
Il professor Paolo Bartesaghi
Un anno prima di avviarsi all'insegnamento, nel 1769, gli era stata affidata la direzione della "Gazzetta di Milano", dove si rintraccia la cronaca di avvenimenti internazionali e notizie curiose, oltre a quelle "locali": era stato proprio il Parini a dare l'annuncio di una nuova navazza stercoraria, recipiente usato all'epoca per il trasporto dei rifiuti organici e anche della nuova illuminazione serale nella città di Parigi.
Parini è stato soprattutto un uomo dell'amministrazione pubblica austriaca in quanto funzionario governativo, membro della commissione istruzione. Il conte Carlo Giuseppe di Firmian, rappresentante lombardo del governo di Maria Teresa D'austria, aveva intuito il suo talento poetico dopo la pubblicazione del "Mattino", nel 1763. Lo aveva pertanto nominato poeta ufficiale del teatro ducale nel 1871 e gli aveva affidato il libretto dell'Ascanio in alba, musicato dal giovane Mozart per le nozze tra Ferdinando D'Austria e Maria Beatrice d'Este.
La copertina del volume
Proprio con la realizzazione del Teatro alla Scala - progettato, a seguito dell'incendio che distrusse il Teatro Ducale nel 1776, da Giuseppe Piermarini nel luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria della Scala, da cui il nome - a Parini era giunta la commissione per il primo soggetto per il telone del teatro.
"Soggetti per artisti", edito da Fabrizio Serra e curato da Paolo Bartesaghi e Pietro Frassica, è il volume che raccoglie tutti i soggetti del Parini, vale a dire le indicazioni per decorare, affrescare palazzi di ricchi signore, esponenti del potere politico o nobili per tradizione.
Per il teatro alla Scala, Parini aveva elaborato un'allegoria di Apollo e delle quattro muse del teatro, mentre per il sipario del teatro Nuovo di Novara, la cui esecuzione non è stata reperita, aveva pensato di raffigurare il fondatore della città, Ercole, nell'atto di apprendere la musica dal poeta Lino.
Alcune rappresentazioni tratte dal libro ''Soggetti per artisti''
Nel Palazzo di corte di Milano, dove oggi vi trova sede il Palazzo Reale, si ritrova il primo esempio di discussione con il committente. Quest'ultimo, nella sala della Giustizia, avrebbe voluto veder raffigurato il giudizio di Paride, in cui il pastorello sul monte Ida, appare assorto mentre contempla la bellezza di Venere, ancora nuda. Per il Parini, però, si trattava di una rappresentazione poco appropriata per un luogo adibito ad amministrare la giustizia, tanto da avanzare una controproposta, il giudizio di Astrea, effettivamente realizzato a palazzo. Il pittore Martin Knoller, tuttavia, utilizzò il soggetto del giudizio di Paride a Innsbruck, dove ancora oggi si può ancora ammirare, all'interno del palazzo di Corte a Taxispalais.
"In questo caso, il Parini è un uomo che tratta alla pari, discute con l'Arciduca Ferdinando e alla fine fa valere la sua proposta" ha commentato Paolo Bartesaghi, originario di Bosisio, ex insegnante alla scuola del paese e per tanti anni a Liceo scientifico Grassi di Lecco, oggi accademico della veneranda Accademia Amborsiana e tra i fondatori della classe di italianistica diretta da Monsignor Ballerini.
Di altro tenore era stata invece la commissione per Palazzo Greppi, alle spalle della Libreria Cortina dell'Università Statale di Milano. Nel salone, ancora firmata da Martin Knoller, si ritrova la rappresentazione di Minerva, dea della sapienza che, pur non rifiutando i piaceri della vita, li usa con moderazione e trae giovamento nell'equilibrio. Parini, per questo soggetto, si era servito del "Dizionario abbreviato delle favole" e la sua volontà, ancora una volta non viene rispettata da Knoller, che rappresentò i putti ridenti.
Nei bassorilievi della salone, realizzati da Giuseppe Franchi, emergeva anche lo spirito religioso nel Parini che scelse di inserire Bauci e Filemone nell'atto di offrire ospitalità agli dei, dei che quindi albergano tra gli uomini.
Al palazzo Belgioso invece, Parini metteva in mostra una proposta di eroismo da seguire nella vita. "Sono raffigurati una serie di episodi storici in cui si evidenziava l'esempio di virtù e gloria conquistate con azioni eminenti" ha aggiunto Bartesaghi, prima di concludere con una riflessione sul poeta bosisiese: "Parini era ben visto dal potere politico e dagli aristocratici: era un uomo dentro il potere, ma era anche un osservatore lucido e critico, tanto da conoscerne i difetti".
Il Parini si era occupato anche dei soggetti per la Villa Reale, già Palazzo Belgioioso a Milano, affacciato sui giardini Indro Montanelli, in zona Porta Venezia: qui sono collocati una serie di bassorilievi a tema mitologico.
Michela Mauri