Cesana: fessurazioni in cava? Disposti due strumenti di monitoraggio e nuovo verde
Incontro, questa settimana, in Regione Lombardia sulla cava di Cesana Brianza. Lo ha riferito al termine del consiglio comunale di sabato 29 luglio, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Luisa Airoldi.
Due le motivazioni che hanno portato l'amministrazione cesanese e i funzionari Holcim in cava per un sopralluogo: la mancanza dello sviluppo "verde" sui gradoni e la presenza di una fessurazione verticale tra la parte a confine tra il territorio di Cesana a quello di Suello. Al termine dell'escavazione presso il monte Cornizzolo da parte della multinazionale svizzera, intorno al 2000, era stata stipulata una convezione attraverso cui la società avrebbe dovuto cedere al comune 500.000 mq di terreni al di fuori dalla cava, verso la cima del monte. Nella convezione poi, era previsto anche un progetto di recupero ambientale dell'area: intervento completamente a carico della società.
A seguito di un primo sopralluogo delle scorse settimane, il comune ha scritto all'ente regionale che ha chiesto una seconda indagine in loco prima di convocare un vertice in merito.
"Il progetto di riempimento prevedeva la creazione di verde per mascherare la roccia: questo si è sviluppato sui primi due gradini e non sugli altri tre. Dall'incontro in Regione è emerso che in quei punti la vegetazione si sviluppa con fatica. L'agronomo incaricato da Holcim ha proposto un'alternativa rispetto al progetto sviluppato in precedenza" ha spiegato la vicesindaca. "Il professionista ha quindi proposto di mettere a dimora delle viti le cui radici non vadano ad intaccare la roccia che poi rischia di sgretolarsi. L'idea è quella di mettere anche delle reti verdi a strisce per fare da presa alla pianta e poi di creare dei cordoli con tronchi di betulla per raccogliere l'acqua".
La società dovrà quindi presentare un emendamento al progetto iniziale di riqualificazione. Questo intervento riguarda la parte est dove, a seguito della frana del 1997, erano stati creati dei gradoni per trattenere la roccia. Nella parte ovest, invece, il progetto di recupero ambientale è già terminato.
"In merito alle fessurazioni ci è stato assicurato che si tratta di fenomeni naturali per i quali non sussiste pericolo. Tuttavia, è stato deciso di posizionare due ulteriori strumenti di monitoraggio sui due gradoni della parte interessata che ci verranno trasmessi, insieme agli altri che già riceviamo, ogni quattro mesi. In questo modo potremo tenere controllato il fenomeno" ha aggiunto l'Airoldi.
Il prossimo giugno, inoltre, ci sarà un incontro formale in Regione. Nel 2018, infatti, scadranno i primi cinque anni del progetto di recupero ambientale. Se verrà valutato positivamente, si potrà procedere con la stesura di un progetto finale. In ogni caso, è ancora bloccata presso l'ente regionale la fideiussione di un milione di euro depositata dalla società a garanzia di interventi che avrebbero dovuto rendersi necessari ad attività chiusa.
L'assise consiliare di Cesana riunito questa mattina
Due le motivazioni che hanno portato l'amministrazione cesanese e i funzionari Holcim in cava per un sopralluogo: la mancanza dello sviluppo "verde" sui gradoni e la presenza di una fessurazione verticale tra la parte a confine tra il territorio di Cesana a quello di Suello. Al termine dell'escavazione presso il monte Cornizzolo da parte della multinazionale svizzera, intorno al 2000, era stata stipulata una convezione attraverso cui la società avrebbe dovuto cedere al comune 500.000 mq di terreni al di fuori dalla cava, verso la cima del monte. Nella convezione poi, era previsto anche un progetto di recupero ambientale dell'area: intervento completamente a carico della società.
A seguito di un primo sopralluogo delle scorse settimane, il comune ha scritto all'ente regionale che ha chiesto una seconda indagine in loco prima di convocare un vertice in merito.
Immagine di repertorio della cava Holcim di Cesana Brianza
"Il progetto di riempimento prevedeva la creazione di verde per mascherare la roccia: questo si è sviluppato sui primi due gradini e non sugli altri tre. Dall'incontro in Regione è emerso che in quei punti la vegetazione si sviluppa con fatica. L'agronomo incaricato da Holcim ha proposto un'alternativa rispetto al progetto sviluppato in precedenza" ha spiegato la vicesindaca. "Il professionista ha quindi proposto di mettere a dimora delle viti le cui radici non vadano ad intaccare la roccia che poi rischia di sgretolarsi. L'idea è quella di mettere anche delle reti verdi a strisce per fare da presa alla pianta e poi di creare dei cordoli con tronchi di betulla per raccogliere l'acqua".
La società dovrà quindi presentare un emendamento al progetto iniziale di riqualificazione. Questo intervento riguarda la parte est dove, a seguito della frana del 1997, erano stati creati dei gradoni per trattenere la roccia. Nella parte ovest, invece, il progetto di recupero ambientale è già terminato.
Da sinistra gli assessori Alberto Cattaneo, Luisa Airoldi, il sindaco Eugenio Galli
"In merito alle fessurazioni ci è stato assicurato che si tratta di fenomeni naturali per i quali non sussiste pericolo. Tuttavia, è stato deciso di posizionare due ulteriori strumenti di monitoraggio sui due gradoni della parte interessata che ci verranno trasmessi, insieme agli altri che già riceviamo, ogni quattro mesi. In questo modo potremo tenere controllato il fenomeno" ha aggiunto l'Airoldi.
Il prossimo giugno, inoltre, ci sarà un incontro formale in Regione. Nel 2018, infatti, scadranno i primi cinque anni del progetto di recupero ambientale. Se verrà valutato positivamente, si potrà procedere con la stesura di un progetto finale. In ogni caso, è ancora bloccata presso l'ente regionale la fideiussione di un milione di euro depositata dalla società a garanzia di interventi che avrebbero dovuto rendersi necessari ad attività chiusa.
M.Mau.