Oggiono: Antonella Bolis e il libro dedicato allo zio Gianni, vittima di una battaglia navale
La sala consiliare del comune di Oggiono ha ospitato nel pomeriggio di sabato 4 novembre Antonella Bolis, autrice del libro "Mi chiamavano Gianni".
A fare da sfondo alla presentazione del volume è stata la mostra di modellismo navale allestita dall'Associazione Nazionale Marinai d'Italia distaccamento di Lecco che per l'occasione ha mostrato modelli militari risalenti alla prima e seconda guerra mondiale realizzati in scala su disegno a fianco di esemplari più recenti - anni '70 - di lago.
Ancor prima di fare ingresso in sala, i partecipanti hanno potuto ammirare all'esterno un SLC originale (siluro a lenta corsa), cimelio storico appartenente ad un privato che gentilmente lo ha concesso agli organizzatori in occasione di questa mostra. Presente all'evento Stefanio Milani, presidente dell'associazione lecchese che si è prodigato nella spiegazione dei diversi modelli, supportato anche dal contributo di altri associati.
A circa mezz'ora dall'inaugurazione della mostra, il giornalista lecchese Aloisio Bonfanti ha brevemente riassunto il contenuto del libro protagonista del pomeriggio, che narra la storia di Giuseppe Longhi, da tutti conosciuto come Gianni. Nato nel 1918 a Pescarenico, l'uomo è stato richiamato in marina dopo la prima esperienza vissuta nell'età della giovinezza. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, perse la vita il 18 luglio 1940 per mano delle flotte inglesi, al largo dell'isola di Creta.
L'autrice del racconto non è altri che la nipote del protagonista. "Ricordo che mia mamma aveva delle lettere, le conservava all'interno di un armadio - ha spiegato - e ogni tanto le leggevamo. All'inizio erano di per sé una storia, ma con gli anni si sono sempre più fatte sentire dentro di me fino a portarmi alla ricerca del passato di mio zio".
Ed il libro? "Pensavo fosse materiale che avrei tenuto solo per me, invece..." ha confessato la scrittrice.
Le indagini sono durate circa sei anni, passando attraverso gli archivi più autorevoli d'Italia, primo fra tutti quello dello Stato Superiore della Marina. Con in mano i "libri completamente impolverati" Antonella ha scoperto il luogo esatto in cui è avvenuta la morte dello zio, il numero dei presenti a bordo, dei dispersi ed altre informazioni che le erano sino a quel momento sconosciute.
Aloisio Bonfanti ha condotto l'intervista cercando di comprendere cosa abbia spinto l'autrice a scrivere il libro e come ne abbia vissuto passo dopo passo la stesura, con cenni storici a ricordo dell'aspetto marinaresco proprio della città di Lecco. "Pensate alla battaglia navale che molti ricordano del 1532 oppure ancora al nome del patrono, San Nicolò, che ricorda molto San Nicola di Bari, città di mare".
A fianco dei due relatori e di Elena Vismara, che ha dato lettura di alcuni passaggi del libro, non mancavano gli esponenti dell'amministrazione oggionese, tra cui l'assessore alla cultura Elena Ornaghi. "Quello che è accaduto, non solo a suo zio, ma anche a tanti parenti e affetti di ognuno di noi è risposta a quanto chiedeva l'inno nazionale ‘L'Italia chiamò' - ha commentato - ed oggi dobbiamo chiederci che cosa l'Italia ci chiama a fare. Partiamo dall'esempio di questi ragazzi e forse, anzi sicuramente, la risposta non sarà difficile trovarla".
In ultimo, i ringraziamenti del primo cittadino Roberto Ferrari. "Per alcuni potrà sembrare strano collegare il tema della marina a Oggiono o, se vogliamo, al nostro territorio ma così non è. Abbiamo una lunga tradizione legata alla nautica, confermata dalle tante realtà di produzione e fabbricazione del tempo che hanno dato lavoro a tutti gli oggionesi. Non dimentichiamo che Lecco ha un affaccio sul Resegone, ma anche sull'acqua".
A fare da sfondo alla presentazione del volume è stata la mostra di modellismo navale allestita dall'Associazione Nazionale Marinai d'Italia distaccamento di Lecco che per l'occasione ha mostrato modelli militari risalenti alla prima e seconda guerra mondiale realizzati in scala su disegno a fianco di esemplari più recenti - anni '70 - di lago.
Da sinistra Elena Vismara, Antonella Bolis, Stefanio Milani e l'assessore Elena Ornaghi
Ancor prima di fare ingresso in sala, i partecipanti hanno potuto ammirare all'esterno un SLC originale (siluro a lenta corsa), cimelio storico appartenente ad un privato che gentilmente lo ha concesso agli organizzatori in occasione di questa mostra. Presente all'evento Stefanio Milani, presidente dell'associazione lecchese che si è prodigato nella spiegazione dei diversi modelli, supportato anche dal contributo di altri associati.
A circa mezz'ora dall'inaugurazione della mostra, il giornalista lecchese Aloisio Bonfanti ha brevemente riassunto il contenuto del libro protagonista del pomeriggio, che narra la storia di Giuseppe Longhi, da tutti conosciuto come Gianni. Nato nel 1918 a Pescarenico, l'uomo è stato richiamato in marina dopo la prima esperienza vissuta nell'età della giovinezza. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, perse la vita il 18 luglio 1940 per mano delle flotte inglesi, al largo dell'isola di Creta.
L'autrice del racconto non è altri che la nipote del protagonista. "Ricordo che mia mamma aveva delle lettere, le conservava all'interno di un armadio - ha spiegato - e ogni tanto le leggevamo. All'inizio erano di per sé una storia, ma con gli anni si sono sempre più fatte sentire dentro di me fino a portarmi alla ricerca del passato di mio zio".
Ed il libro? "Pensavo fosse materiale che avrei tenuto solo per me, invece..." ha confessato la scrittrice.
Le indagini sono durate circa sei anni, passando attraverso gli archivi più autorevoli d'Italia, primo fra tutti quello dello Stato Superiore della Marina. Con in mano i "libri completamente impolverati" Antonella ha scoperto il luogo esatto in cui è avvenuta la morte dello zio, il numero dei presenti a bordo, dei dispersi ed altre informazioni che le erano sino a quel momento sconosciute.
Aloisio Bonfanti ha condotto l'intervista cercando di comprendere cosa abbia spinto l'autrice a scrivere il libro e come ne abbia vissuto passo dopo passo la stesura, con cenni storici a ricordo dell'aspetto marinaresco proprio della città di Lecco. "Pensate alla battaglia navale che molti ricordano del 1532 oppure ancora al nome del patrono, San Nicolò, che ricorda molto San Nicola di Bari, città di mare".
A fianco dei due relatori e di Elena Vismara, che ha dato lettura di alcuni passaggi del libro, non mancavano gli esponenti dell'amministrazione oggionese, tra cui l'assessore alla cultura Elena Ornaghi. "Quello che è accaduto, non solo a suo zio, ma anche a tanti parenti e affetti di ognuno di noi è risposta a quanto chiedeva l'inno nazionale ‘L'Italia chiamò' - ha commentato - ed oggi dobbiamo chiederci che cosa l'Italia ci chiama a fare. Partiamo dall'esempio di questi ragazzi e forse, anzi sicuramente, la risposta non sarà difficile trovarla".
Secondo da sinistra il giornalista Aloisio Bonfanti
In ultimo, i ringraziamenti del primo cittadino Roberto Ferrari. "Per alcuni potrà sembrare strano collegare il tema della marina a Oggiono o, se vogliamo, al nostro territorio ma così non è. Abbiamo una lunga tradizione legata alla nautica, confermata dalle tante realtà di produzione e fabbricazione del tempo che hanno dato lavoro a tutti gli oggionesi. Non dimentichiamo che Lecco ha un affaccio sul Resegone, ma anche sull'acqua".
Angelica Badoni