Costa: nasce ''Incontri a Villa Beretta'' per raccontare le storie dei degenti. Il dottor Franco Molteni traccia il percorso clinico

Un viaggio tra i reparti e le stanze di Villa Beretta a Costa Masnaga per conoscere coloro che stanno seguendo, o hanno da poco tempo concluso, un percorso di cura riabilitativa. Da oggi, attraverso questa nuova rubrica a puntate, vogliamo proporre le storie che hanno condotto nella struttura sanitaria masnaghese alcune persone. Non è facile raccontare un cammino di afflizione e di dolore, ma è proprio attraverso il coraggio e la capacità di esprimere le proprie sofferenze che i protagonisti di queste interviste possono offrire una testimonianza costruttiva ed essere la chiara espressione di una medicina che funziona e riabilita l'uomo.



Un'immagine di Villa Beretta

Innanzitutto un'introduzione storica. Villa Beretta è un lasciato della signora Teresa dell'omonima famiglia che, nel 1946, donò la struttura alla congregazione delle suore infermiere dell'Addolorata allo scopo di farne una struttura sanitaria: tre anni dopo venne aperto un presidio ospedaliero con specializzazioni di chirurgia generale, ginecologia e ostetricia. Alla fine degli anni Cinquanta cominciarono a essere ricoverati i bambini poliomelitici per i quali venne aperta anche una scuola statale interna. Cominciò così il cammino di quello che dal 1981 è il distaccamento dell'ospedale Valduce di Como e sede dell'unità operativa complessa della medicina riabilitativa, sottoposta nel corso degli anni a ampliamenti e ammodernamenti. Nel 1971 venne inaugurato un nuovo centro ortopedico fisioterapico per la cura di ammalati portatori di handicap fisico-motori.

Il dottor Franco Molteni

Nel 1986 cominciò la costruzione del nuovo ospedale a cui si aggiunse, nel 1994, la creazione del nuovo reparto per i pazienti affetti da gravi cerebro lesioni. Poco tempo dopo entrò a pieno regime il centro di bioingegneria attraverso l'apertura di tre laboratori: elettromiografia, analisi dei disordini del movimento e analisi del cammino. Questo centro, che oggi occupa tre piani, si specializzò nel recupero funzionale dopo infortuni o interventi chirurgici: è stato titolato quest'anno alla memoria del Cavaliere Giovanni Battista Limonta che per venti anni ha presieduto la Fondazione. Questo ente venne istituto nel 1996 per sostenere le attività di ricerca attraverso risorse ospedaliere e di imprenditori locali. Nel 2010 venne inaugurata la palestra di robotica, altro nucleo all'avanguardia.

Il centro di bioingegneria


Oggi la struttura, che ospita 89 posti letto, si avvale di 160 dipendenti tra medici, infermieri, operatori di supporto, personale amministrativo, oltre alla presenza, discreta ma costante, di quattro suore della Congregazione, coordinate dalla Superiora, Madre Bernardetta.
Il centro diretto dal dottor Franco Molteni è diviso in tre reparti con quattro unità operative semplici: gravi celebrolesioni, mielopatie e malattie neuromuscolari, spasticità e disordini del movimento e riabilitazione post ictus.

L'accesso a uno dei reparti della struttura sanitaria masnaghese

Con l'assunzione dell'incarico nel 2004, il medico presente in struttura dal 1985, ha dato corso alla strada tracciata dal predecessore, dirigente dal 1985 al 2004. "Sono stati anni con una logica di continuità: seguire bene la poliomielite per tanto tempo era complesso negli anni Sessanta. Sotto la direzione del dottor Lissoni sono state approfondite le malattie neuromuscolari di origine genetica ed è stato sviluppato il know-how per seguirle che ci porta ai giorni nostri" ha affermato Molteni che oggi segue con dedizione le ultime frontiere in campo medico, vale a dire le tecnologie avanzate, dalla robotica alla realtà virtuale, dagli esoscheletri indossabili agli strumenti di stimolazione cerebrale e midollare da integrare a farmaci che ottimizzano le cure.

Alcuni esoscheletri indossabili
 
In estrema sintesi, Villa Beretta è un polo in cui innovazione e approccio umanistico vanno di pari passo, tanto da valergli la nomea di centro di eccellenza a livello nazionale, ben noto anche all'estero. "Questo significa molta sostanza perchè si crea un circuito di conoscenza che porta altra conoscenza. Come i nostri professionisti si recano in America, a Dubai o in Svizzera, vediamo passare da Costa studiosi di provenienza internazionale per attività di ricerca comuni. Eccellenza significa anche un rapporto costante con le università tecnologiche, in particolare modo il Politecnico di Milano e di Losanna" ha affermato il direttore.


Il progresso nella struttura si misura sulla qualità, plasmandone la natura. "L'umanizzazione delle cure con e grazie alle tecnologie crea un unicum con le persone che si relazionano con il proprio corpo e con il mondo. L'attenzione al paziente, infatti, non può venire meno perchè seguiamo i valori profondi delle Suore che danno l'impronta alla struttura".

Un'altra immagine del dottor Molteni 

Troppo indaffarati a seguire la routine quotidiana, i degenti di Villa Beretta non si sarebbero mai aspettati di ritrovarsi in un letto d'ospedale, privi di sensibilità o incapaci di muovere gli arti. Attraverso queste testimonianze, vogliamo raccontare la sorprendente capacità di queste persone di affrontare una malattia lunga e sfiancante, supportati da una tecnologia d'eccellenza messa a servizio del paziente. Questi due fattori, insieme, dimostrano che è possibile riacquistare una dignità che in prima battuta si pensava già perduta. L'uomo e la scienza: è questo l'imprescindibile dualismo che andremo a indagare nei prossimi incontri.

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Michela Mauri
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