Monticello: esempio di integrazione e sindaco fino al 1902, l'esploratore Gaetano Casati protagonista di una lezione speciale alle medie
Un progetto dedicato a Gaetano Casati, esploratore di fama internazionale che visse gli ultimi anni della propria esistenza a Monticello, ricoprendo addirittura la carica di primo cittadino fino alla sua morte, avvenuta il 7 settembre 1902.
Ieri mattina gli alunni delle classi seconda e terza media hanno incontrato i ricercatori Jonathan Gobbi e Marco Furlani, per approfondire le tematiche del colonialismo e post colonialismo, con particolare riferimento alle figure dei più celebri esploratori dell'epoca, fra i quali quella di Gaetano Casati, sindaco emerito di Monticello, che abitò per alcuni anni in una villa in frazione Cortenuova, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale.
Per aiutare i giovani studenti a conoscere meglio la storia dell'illustre personaggio al quale quasi trent'anni fa era stata intitolata la scuola media, l'amministrazione comunale in collaborazione con l'istituto comprensivo ha deciso di inserire nel piano del diritto allo studio un progetto dedicato a Gaetano Casati.
A favorire l'iniziativa è stato il sindaco Luca Rigamonti, alla porta del quale nelle scorse settimane, avevano bussato i due ricercatori originari dell'Emilia Romagna, interessati a conoscere più da vicino i luoghi nei quali aveva vissuto l'esploratore.
Nato a Lesmo (proprio a due passi dalla futura curva dell'autodromo) il 4 settembre 1838, Gaetano Casati prese parte alla seconda guerra di indipendenza e nel 1866, come ufficiale e combattè pure nella terza.
Ma una volta unificata l'Italia, il suo istinto irrequieto lo spinse a partire per il ''continente nero'' per conto della Società di esplorazione commerciale dell'Africa sorta a Milano e insieme a Romolo Gessi di Ravenna si adoperò alla repressione del traffico degli schiavi in Sudan. Mandato in missione fra i Niam-Niam e i Mombuttù, rimase là dal 1882 al 1889, dopo aver attraversato i territori dell'Alto Nilo. In una missione dell'Unioro, datata 1886-1888, fu tenuto prigioniero dal Sultano di quel luogo e finì più di una volta in pericolo di morte. Si trovava da quelle parti il celebre esploratore Henry Morton Stanley, il quale, come corrispondente del famoso giornale "New York Herald", aveva avuto l'incarico di recarsi alla ricerca del Dottor David Livingstone, sperduto in qualche zona remota dell'Africa e del quale da molto tempo non si avevano più notizie.
Durante la guerra del Sudan, Casati, prigioniero con Emin Pascià presso il lago Alberto, riuscì a fuggire aiutato da indigeni fra i quali un certo Mabù, mentre giungeva Stanley a liberarlo. Gaetano Casati è celebre anche per essere stato il primo a segnalare l'esistenza del Ruwenzori, una delle più alte montagne dell'Africa. Nel 1889 Gaetano Casati con Emin Pascià e Stanley tornò in Europa. Le sue memorie, ''Dieci anni in Equatoria'', furono tradotte in varie lingue europee. Rientrò in Italia con un seguito di servi africani e una bimba ugandese di nome Amina, figlia di Mabù, che venne poi adottata assumendo di diritto il cognome Casati, e si ritirò nella casa di ponte Albiate per stabilirsi in seguito a Rancate e poi a Cortenuova di Monticello, dove morì il 7 marzo 1902, per essere infine sepolto a Triuggio.
''L'incontro di ieri mattina è stato molto interessante'' ci ha detto il sindaco Luca Rigamonti che ha preso parte alla speciale lezione svoltasi alle scuole medie. ''Oltre ad aver approfondito la figura di Gaetano Casati, i due ospiti hanno mostrato ai ragazzi anche alcuni vecchi articoli di giornale, dai quali sono emerse parecchie curiosità storiche,
tra le quali la figura molto combattiva della figlia Amina, che cercà ripetutamente di onorare e tenere viva la memoria del padre fino alla sua morte, avvenuta negli anni Settanta nella vicina casa di riposo a Casatenovo''.
Una figura, quella della figlia adottiva dell'esploratore, indicata durante l'incontro come esempio di accoglienza e integrazione se si considera il contesto dell'epoca. ''In tempi di forti flussi migratori e in cui "integrazione" è una parola sulla bocca di tutti, ci pareva giusto, nonché interessante, porre l'accento su questo lato della vita dell'esploratore'' hanno spiegato i ricercatori Gobbi e Furlan, definendo la figura di Casati come esempio di ''quell'esplorazione italiana che ancora non era vittima di un becero colonialismo, e che allo stesso tempo ne era il prodromo, entrò in contatto con altri personaggi storici e si trovò al centro d'eventi che formarono l'attuale situazione geopolitica dell'Africa nord-orientale. Non pago delle sue avventure, che da sole basterebbero a renderlo figura di primo piano della storia italiana di fine ‘800, Gaetano Casati manifestò un grandissimo senso civile, liberandosi fermamente da ogni ipotetica accusa di sfruttamento o razzismo: il suo rapporto con il popolo sudanese si basò sempre su una profonda amicizia e senso di condivisione. Amicizia che culminerà, al termine della sua rocambolesca fuga, nell'invitare i compagni con cui aveva condiviso lotte, fame e prigionia nel suo paese''.
L'amministrazione comunale di Monticello, oltre al progetto proposto alle scuole medie, ha deciso di ricordare Gaetano Casati nel calendario ecologico che sarà presentato ufficialmente alla cittadinanza durante il concerto di Natale del prossimo 17 dicembre. I dodici mesi del 2018 saranno infatti dedicati ai monticellesi ''illustri'': personaggi della storia e dell'economia che hanno contribuito a tenere alto il nome del piccolo comune del circondario casatese, nel mondo.
Ieri mattina gli alunni delle classi seconda e terza media hanno incontrato i ricercatori Jonathan Gobbi e Marco Furlani, per approfondire le tematiche del colonialismo e post colonialismo, con particolare riferimento alle figure dei più celebri esploratori dell'epoca, fra i quali quella di Gaetano Casati, sindaco emerito di Monticello, che abitò per alcuni anni in una villa in frazione Cortenuova, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale.
Gaetano Casati fra le sorelle e la figlia adottiva Amina. A destra la lapide posta in
corrispondenza dell'abitazione di Cortenuova dove visse gli ultimi anni della propria vita
corrispondenza dell'abitazione di Cortenuova dove visse gli ultimi anni della propria vita
Per aiutare i giovani studenti a conoscere meglio la storia dell'illustre personaggio al quale quasi trent'anni fa era stata intitolata la scuola media, l'amministrazione comunale in collaborazione con l'istituto comprensivo ha deciso di inserire nel piano del diritto allo studio un progetto dedicato a Gaetano Casati.
A favorire l'iniziativa è stato il sindaco Luca Rigamonti, alla porta del quale nelle scorse settimane, avevano bussato i due ricercatori originari dell'Emilia Romagna, interessati a conoscere più da vicino i luoghi nei quali aveva vissuto l'esploratore.
Nato a Lesmo (proprio a due passi dalla futura curva dell'autodromo) il 4 settembre 1838, Gaetano Casati prese parte alla seconda guerra di indipendenza e nel 1866, come ufficiale e combattè pure nella terza.
L'abitazione di Cortenuova dove visse Gaetano Casati e a destra, la figlia Amina
Ma una volta unificata l'Italia, il suo istinto irrequieto lo spinse a partire per il ''continente nero'' per conto della Società di esplorazione commerciale dell'Africa sorta a Milano e insieme a Romolo Gessi di Ravenna si adoperò alla repressione del traffico degli schiavi in Sudan. Mandato in missione fra i Niam-Niam e i Mombuttù, rimase là dal 1882 al 1889, dopo aver attraversato i territori dell'Alto Nilo. In una missione dell'Unioro, datata 1886-1888, fu tenuto prigioniero dal Sultano di quel luogo e finì più di una volta in pericolo di morte. Si trovava da quelle parti il celebre esploratore Henry Morton Stanley, il quale, come corrispondente del famoso giornale "New York Herald", aveva avuto l'incarico di recarsi alla ricerca del Dottor David Livingstone, sperduto in qualche zona remota dell'Africa e del quale da molto tempo non si avevano più notizie.
Le immagini dei ragazzi di seconda e terza media protagonisti della lezione di giovedì mattina
Durante la guerra del Sudan, Casati, prigioniero con Emin Pascià presso il lago Alberto, riuscì a fuggire aiutato da indigeni fra i quali un certo Mabù, mentre giungeva Stanley a liberarlo. Gaetano Casati è celebre anche per essere stato il primo a segnalare l'esistenza del Ruwenzori, una delle più alte montagne dell'Africa. Nel 1889 Gaetano Casati con Emin Pascià e Stanley tornò in Europa. Le sue memorie, ''Dieci anni in Equatoria'', furono tradotte in varie lingue europee. Rientrò in Italia con un seguito di servi africani e una bimba ugandese di nome Amina, figlia di Mabù, che venne poi adottata assumendo di diritto il cognome Casati, e si ritirò nella casa di ponte Albiate per stabilirsi in seguito a Rancate e poi a Cortenuova di Monticello, dove morì il 7 marzo 1902, per essere infine sepolto a Triuggio.
Un paio di articoli di giornale dedicati all'esploratore e alla figlia
''L'incontro di ieri mattina è stato molto interessante'' ci ha detto il sindaco Luca Rigamonti che ha preso parte alla speciale lezione svoltasi alle scuole medie. ''Oltre ad aver approfondito la figura di Gaetano Casati, i due ospiti hanno mostrato ai ragazzi anche alcuni vecchi articoli di giornale, dai quali sono emerse parecchie curiosità storiche,

I ricercatori Furlani e Gobbi
Una figura, quella della figlia adottiva dell'esploratore, indicata durante l'incontro come esempio di accoglienza e integrazione se si considera il contesto dell'epoca. ''In tempi di forti flussi migratori e in cui "integrazione" è una parola sulla bocca di tutti, ci pareva giusto, nonché interessante, porre l'accento su questo lato della vita dell'esploratore'' hanno spiegato i ricercatori Gobbi e Furlan, definendo la figura di Casati come esempio di ''quell'esplorazione italiana che ancora non era vittima di un becero colonialismo, e che allo stesso tempo ne era il prodromo, entrò in contatto con altri personaggi storici e si trovò al centro d'eventi che formarono l'attuale situazione geopolitica dell'Africa nord-orientale. Non pago delle sue avventure, che da sole basterebbero a renderlo figura di primo piano della storia italiana di fine ‘800, Gaetano Casati manifestò un grandissimo senso civile, liberandosi fermamente da ogni ipotetica accusa di sfruttamento o razzismo: il suo rapporto con il popolo sudanese si basò sempre su una profonda amicizia e senso di condivisione. Amicizia che culminerà, al termine della sua rocambolesca fuga, nell'invitare i compagni con cui aveva condiviso lotte, fame e prigionia nel suo paese''.
L'amministrazione comunale di Monticello, oltre al progetto proposto alle scuole medie, ha deciso di ricordare Gaetano Casati nel calendario ecologico che sarà presentato ufficialmente alla cittadinanza durante il concerto di Natale del prossimo 17 dicembre. I dodici mesi del 2018 saranno infatti dedicati ai monticellesi ''illustri'': personaggi della storia e dell'economia che hanno contribuito a tenere alto il nome del piccolo comune del circondario casatese, nel mondo.
Gloria Crippa