Casatenovo: il monologo del soldato Rabito apre il ciclo di serate sulla ''Grande Guerra''
"Giovanotto, fatti coraggio, che devi andare a fare la guerra!". Si è aperta così, con la storia di Vincenzo Rabito portata sul palco dall'attore Stefano Panzeri, il ciclo ''Riflessioni sulla Grande Guerra 1915-1918'' organizzato dall'Università per Tutte le Età di Casatenovo.
A cento anni di distanza dalla conclusione del primo conflitto mondiale, il sodalizio casatese - con il patrocinio della Provincia di Lecco e la collaborazione del comune di Casatenovo, del Gruppo Alpini casatesi, della comunità pastorale di Casatenovo, dell'associazione Sentieri e Cascine, della Fiera di Rogoredo, dell'I.P.S. G. Fumagalli e della Pro Loco - ha infatti dato il via venerdì sera ad una serie di iniziative nel corso del periodo primaverile ed autunnale.
"Ci sarà una parte dedicata agli uomini in trincea, di cui l'incontro di questa sera fa parte", ha spiegato Samuele Baio, presidente dell'Università per Tutte le Età, accogliendo tutti i presenti presso il salone don Casola dell'oratorio di Galgiana. Vero e proprio simbolo della prima guerra mondiale, la trincea "è il luogo dove milioni di soldati sono vissuti per lunghi periodi tra indescrivibili disagi e sofferenze", tanto da giungere quasi alla creazione di un rapporto "di simbiosi tra uomo e trincea".
E proprio alla trincea e ai soldati è stato dedicato l'incontro di venerdì sera, a cui poi seguirà una "Lettura della prima guerra mondiale attraverso le evoluzioni del pensiero strategico e delle innovazioni tattiche", proposto da Giovanni Parigi per il 23 febbraio e una visita di studio, a giugno, al Monte Grappa ed all'Altipiano dei Sette Comuni con lo studioso Davide Pegoraro.
"Un altro percorso parallelo riguarda invece gli aspetti culturali, filosofici, sociali, anche tramite la testimonianza e la letteratura di alcuni scrittori come Ungaretti", ha concluso Baio, lasciando spazio al monologo "Terra Matta".
Spente le luci in sala, sul palco del salone galgianese è infatti salito l'attore professionista Stefano Panzeri, che ha prestato la voce al soldato siciliano semianalfabeta Vincenzo Rabito.
"Quella che ho portato in scena è una storia realmente accaduta", ha spiegato lo stesso Panzeri. "Rabito, classe 1899, un giorno si è infatti seduto alla macchina da scrivere, riempiendo più di mille pagine con la storia della sua vita, che abbraccia anche la storia d'Italia, con la prima e la seconda guerra mondiale". E qualche anno più tardi, quella storia scritta a macchina diventa il romanzo Terra Matta. Sul palco Panzeri ha portato un piccolo stralcio di quell'opera monumentale: Vincenzo è poco più che un adolescente quando due carabinieri bussano alla porta di casa, il giorno di Carnevale, per comunicargli che dovrà partire per il fronte insieme a tutti i ragazzi della leva 1899.
Dal paese siciliano di Chiaramonte al Nord Italia: il viaggio in treno di Vincenzo lo separa dalla sua famiglia di sette fratelli e di una madre vedova, per arrivare al fronte, a combattere contro gli austriaci e "difendere la patria come difendereste la vostra mamma". La commozione per la nostalgia di casa, la paura per i colpi di cannone, le notti passate in trincea, il sonno, il freddo, la fame, la tristezza di fronte a tanti corpi morti da seppellire, ma anche lo stupore di fronte alla neve, la gioia per un giorno di libertà, la voglia di continuare a vivere: Panzeri dà voce a tutte le emozioni della storia, rigorosamente in un linguaggio che ricalca quello di Terra Matta e che affonda le sue radici nel dialetto siciliano del secolo scorso. Sul palco solo una sedia e una luce, in un monologo che si è trasformato in immagini vivide e coinvolgenti, per un pubblico che non ha risparmiato gli applausi.
"Quello che mi ha attirato di questa storia è la modernità di questo gesto: una persona analfabeta che ha visto due guerre e che ha avuto l'illuminazione di scrivere e mettere i suoi pensieri su carta, con una costanza incredibile, per quattro anni. Rabito si è sempre speso per gli altri: prima la mamma, poi la moglie e i figli. Ha sempre lottato per migliorare la vita di qualcun altro e alla fine ce l'ha fatta", ha spiegato Panzeri, accennando al suo progetto sulla memoria migrante italiana Oltreoceano, che ha portato l'attore a viaggiare per il mondo, visitando le comunità italiane di Oltreoceano e Oltremanica e raccogliendone le testimonianze, diventate poi parte della drammaturgia, storie intrecciate a quella di Vincenzo.
E dopo il successo della serata, il ciclo di incontri organizzato dall'Università per Tutte le Età prosegue: il prossimo incontro sarà venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30, sempre presso l'oratorio di Galgiana, con l'ex ufficiale degli alpini e storico militare Giovanni Parigi.
L'attore Stefano Panzeri, protagonista della serata
A cento anni di distanza dalla conclusione del primo conflitto mondiale, il sodalizio casatese - con il patrocinio della Provincia di Lecco e la collaborazione del comune di Casatenovo, del Gruppo Alpini casatesi, della comunità pastorale di Casatenovo, dell'associazione Sentieri e Cascine, della Fiera di Rogoredo, dell'I.P.S. G. Fumagalli e della Pro Loco - ha infatti dato il via venerdì sera ad una serie di iniziative nel corso del periodo primaverile ed autunnale.
Il presidente dell'Università per tutte le età, Samuele Baio
"Ci sarà una parte dedicata agli uomini in trincea, di cui l'incontro di questa sera fa parte", ha spiegato Samuele Baio, presidente dell'Università per Tutte le Età, accogliendo tutti i presenti presso il salone don Casola dell'oratorio di Galgiana. Vero e proprio simbolo della prima guerra mondiale, la trincea "è il luogo dove milioni di soldati sono vissuti per lunghi periodi tra indescrivibili disagi e sofferenze", tanto da giungere quasi alla creazione di un rapporto "di simbiosi tra uomo e trincea".
E proprio alla trincea e ai soldati è stato dedicato l'incontro di venerdì sera, a cui poi seguirà una "Lettura della prima guerra mondiale attraverso le evoluzioni del pensiero strategico e delle innovazioni tattiche", proposto da Giovanni Parigi per il 23 febbraio e una visita di studio, a giugno, al Monte Grappa ed all'Altipiano dei Sette Comuni con lo studioso Davide Pegoraro.
"Un altro percorso parallelo riguarda invece gli aspetti culturali, filosofici, sociali, anche tramite la testimonianza e la letteratura di alcuni scrittori come Ungaretti", ha concluso Baio, lasciando spazio al monologo "Terra Matta".
Spente le luci in sala, sul palco del salone galgianese è infatti salito l'attore professionista Stefano Panzeri, che ha prestato la voce al soldato siciliano semianalfabeta Vincenzo Rabito.
"Quella che ho portato in scena è una storia realmente accaduta", ha spiegato lo stesso Panzeri. "Rabito, classe 1899, un giorno si è infatti seduto alla macchina da scrivere, riempiendo più di mille pagine con la storia della sua vita, che abbraccia anche la storia d'Italia, con la prima e la seconda guerra mondiale". E qualche anno più tardi, quella storia scritta a macchina diventa il romanzo Terra Matta. Sul palco Panzeri ha portato un piccolo stralcio di quell'opera monumentale: Vincenzo è poco più che un adolescente quando due carabinieri bussano alla porta di casa, il giorno di Carnevale, per comunicargli che dovrà partire per il fronte insieme a tutti i ragazzi della leva 1899.
Dal paese siciliano di Chiaramonte al Nord Italia: il viaggio in treno di Vincenzo lo separa dalla sua famiglia di sette fratelli e di una madre vedova, per arrivare al fronte, a combattere contro gli austriaci e "difendere la patria come difendereste la vostra mamma". La commozione per la nostalgia di casa, la paura per i colpi di cannone, le notti passate in trincea, il sonno, il freddo, la fame, la tristezza di fronte a tanti corpi morti da seppellire, ma anche lo stupore di fronte alla neve, la gioia per un giorno di libertà, la voglia di continuare a vivere: Panzeri dà voce a tutte le emozioni della storia, rigorosamente in un linguaggio che ricalca quello di Terra Matta e che affonda le sue radici nel dialetto siciliano del secolo scorso. Sul palco solo una sedia e una luce, in un monologo che si è trasformato in immagini vivide e coinvolgenti, per un pubblico che non ha risparmiato gli applausi.
"Quello che mi ha attirato di questa storia è la modernità di questo gesto: una persona analfabeta che ha visto due guerre e che ha avuto l'illuminazione di scrivere e mettere i suoi pensieri su carta, con una costanza incredibile, per quattro anni. Rabito si è sempre speso per gli altri: prima la mamma, poi la moglie e i figli. Ha sempre lottato per migliorare la vita di qualcun altro e alla fine ce l'ha fatta", ha spiegato Panzeri, accennando al suo progetto sulla memoria migrante italiana Oltreoceano, che ha portato l'attore a viaggiare per il mondo, visitando le comunità italiane di Oltreoceano e Oltremanica e raccogliendone le testimonianze, diventate poi parte della drammaturgia, storie intrecciate a quella di Vincenzo.
E dopo il successo della serata, il ciclo di incontri organizzato dall'Università per Tutte le Età prosegue: il prossimo incontro sarà venerdì 23 febbraio, alle ore 20.30, sempre presso l'oratorio di Galgiana, con l'ex ufficiale degli alpini e storico militare Giovanni Parigi.
L. V.