Bulciago: la migrazione tema della serata con il Comune. Presentato il progetto Sprar

L'innegabile realtà delle migrazioni è stata la protagonista della serata di venerdì 16 febbraio a Bulciago: prima nelle parole degli amministratori e di Greta Redaelli, responsabile immigrazione della cooperativa Aeris, poi nei volti dei richiedenti asilo alloggiati a Bulciago dal luglio scorso e infine nel racconto e nelle immagini del giornalista Daniele Biella.
Con il titolo "Il mare unisce i paesi che separa.." la serata è stata aperta dal sindaco Cattaneo che ha notato come "la parola accoglienza qui a Bulciago si sia tradotta in realtà", alludendo alla presenza di un gruppo di richiedenti asilo in un appartamento del paese.

Da sinistra Greta Redaelli della cooperativa Aeris, l'assessore Raffaella Puricelli,
il sindaco Luca Cattaneo e il giornalista Daniele Biella


Una decisione non imposta dall'esterno ma condivisa dall'amministrazione come ha ribadito la vicesindaca Puricelli: "e' una delle serate più desiderate dall'amministrazione" ha detto, prima di rivolgersi ai richiedenti asilo presenti nella sala "con voi ragazzi è iniziato un percorso di conoscenza e condivisione. Vi abbiamo fatto conoscere Bulciago e abbiamo condiviso le cose belle". Ha quindi ringraziato le varie realtà che hanno aderito alla serata come i gruppi del paese "Aiutiamoli a vivere" e "Manitese" e ancora "Comitato lecchese per la pace e la cooperazione tra i popoli".
"E' un progetto in cui crediamo" ha detto, prima di lasciare la parola a Greta Redaelli per illustrare la trasformazione del progetto di accoglienza a Bulciago da CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) a SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). "Finora quello di Bulciago è stato un CAS che dipendeva direttamente dalla Prefettura" ha spiegato. A partire da quest'anno però, il ministero dell'interno ha autorizzato l'ampliamento degli attuali posti a disposizione dello SPRAR nella provincia di Lecco e anche il progetto di Bulciago è in via di conversione.


Secondo Greta Redaelli, i benefici sono molteplici: "lo SPRAR prevede che l'accoglienza sia un percorso individuale e teso all'inserimento della persona all'interno della comunità. Il rapporto con il comune è decisamente più stretto ed esiste la clausola di salvaguardia che collega il numero di persone accolte alle dimensioni della comunità". Queste condizioni permettono una più profonda interazione tra richiedenti asilo e cittadini in vista anche di una permanenza di più lungo periodo: "Sento spesso dire "tanto poi se ne vanno tutti". Certo, succede così perché qui spesso non hanno trovato le condizioni per rimanere".


Ha quindi spiegato ai presenti le diverse forme di protezione internazionale riconosciute dall'ordinamento italiano: l'asilo politico, che viene concesso a "colui che direttamente o indirettamente sia stato costretto a abbandonare la propria terra e "rifugiarsi" in un altro paese", la protezione sussidiaria, che viene riconosciuta a "colui che si ritiene che rischi di subire un grave danno nel caso di rientro nel proprio paese", e la protezione umanitaria che viene riconosciuta in base a una casistica più estesa. È intervenuto quindi il giornalista Biella che ha ricordato come circa un richiedente su due ottenga al termine delle varie fasi un permesso per rimanere legalmente in Italia. "Fare domanda per l'asilo e entrare nel circuito dell'accoglienza è l'unico modo per entrare in Italia visto che da anni mancano le quote per l'ingresso legale e la regolarizzazione degli stranieri già in Italia" ha spiegato, invitando i presenti a diffidare da coloro che usano il termine "invasione".


"E' un'evidente falsità dire che solo il 5% delle domande venga accolto"
ha detto, ricordando l'importanza della "battaglia culturale per spiegare e comprendere le complessità del fenomeno migratorio".
Per entrambi i relatori, il problema è politico e riguarda le leggi che regolano il fenomeno migratorio in Italia. Proprio per dare ai presenti una visione complessa di quanto succede nel mondo e nel Mediterraneo, è intervenuto il giornalista di VITA Biella che ha definito "l'immigrazione la grande arma di DISTRAZIONE di massa di questi tempi. E' diventato il problema sociale per eccellenza". A livello politico e giornalistico, a suo parere, è mancata la capacità di trasmettere la complessità e l'orizzonte di lungo periodo di un fenomeno strutturale. "Si è parlato di anni di emergenza e in tv si vedevano solo le immagini degli sbarchi".


Dopo essere stato imbarcato solo qualche fa sulla nave di una delle poche ONG che ancora operano nel Mar Mediterraneo, Biella ha offerto anche una panoramica della situazione attuale: "è in atto un disimpegno della UE: pattugliare i confini infatti, non significa salvare vite umane". Anche le ultime decisioni prese dal governo Renzi e dal suo ministro degli Interni Minniti in tema di immigrazione sono state ispirate dal polverone mediatico che ha colpito le organizzazioni non governative, accusate di colludere con i trafficanti. "L'accordo con la Libia ha delegato la gestione della migrazione e delle acque libiche alla guardia costiera libica che ora sta intervenendo anche in acque internazionali" ha detto, aggiungendo che l'abbandono di molte ONG ha fatto sì che ci siano sempre meno occhi per controllare ciò che succede nel tratto di mare tra Italia e coste del continente africano. Mostrando le foto delle settimane trascorse a bordo della nave Acquarius, Biella non ha potuto fare a meno di fare un riferimento al bulciaghese Vittorio "Vik" Arrigoni, ripetendo il suo motto "restare umani che significa condividere il destino dell'altro e saper riconoscere l'umanità condivisa".


Dopo la visione del breve filmato Ode to Lesvos sulle persone che hanno accolto i migranti sulla piccola isola greca, Biella ha invitato i presenti a "non aver paura a prendere posizione e a contrastare le narrazioni tossiche, basandosi su dati concreti e reali". Perché il problema non sono le migrazioni in sé quanto l'assenza finora di una regia europea per gestire il fenomeno.
Alessandro Pirovano
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