Costa M.ga: ''Stupefatto'', lo spettacolo sulla tossicodipendenza con una testimonianza

Un messaggio che va dritto al cuore. "Stupefatto...avevo 14 anni, la droga molti più di me" è un monologo teatrale che non lascia indifferenti. Lo spettacolo, promosso dall'oratorio, dal comune e dall'istituto comprensivo, è andato in scena a Costa Masnaga nella serata di mercoledì 7 marzo presso il cineteteatro Concordia e ha avuto una replica, il giorno successivo, per i ragazzi delle classi seconde e terze della scuola secondaria. Lo spettacolo di "Itineraria teatro", regia di Maria Chiara Di Marco, le musiche di Eric Buffat, ha ricevuto anche l'encomio dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premio Franco Enriquez 2016 per il teatro civile.

Da sinistra Enrico Comi e Fabrizio De Giovanni sul palco

"E' un momento che ci farà pensare: lo abbiamo proposto per dare la possibilità agli adulti di dialogare in modo più vero e concreto con i ragazzi e per guardare a un mondo, quello della droga, e a una società che cambiano in continuazione" ha detto suor Cristina, prima di lasciare spazio a Fabrizio De Giovanni e alla rappresentazione del racconto di Enrico Comi, un'autobiografia sulla tossicodipendenza, una tematica attuale che lo spettacolo di propone di affrontare in modo diverso, partendo dalle motivazioni che portano un ragazzo ad avvicinarsi al mondo delle droghe, perchè lo fanno gli amici, per non sentirsi esclusi, perché gli altri sono felici quando ne fanno uso, perchè si ha il controllo e si può smettere in ogni momento e perchè sono droghe naturali.
Il racconto, estremamente realistico e drammatico, parla ai ragazzi a tu per tu e racconta il vero lato della droga, quello che porta a isolarsi sempre più e a perdere la percezione della realtà. Attraverso la voce di un loro coetaneo, De Giovanni mette in mostra, sempre più, quel tunnel cieco, per molti senza uscita.


Enrico fumava già le sigarette da giovanissimo, ma a 14 anni, in compagnia, si approccia al primo spinello. A scuola va male e, dopo la seconda bocciatura, inizia a lavorare. Con gli amici, però, nei momenti di svago, inizia a diventare normale "farsi una canna".
Legge, si informa, parla con i coetanei delle altre droghe prima di decidere di "voler esplorare i confini della realtà" perchè ad un certo punto il "fumo" non lo soddisfa più. Prova così gli acidi ma, dopo una brutta reazione, decide di smettere. Nel frattempo gli capita di incontrare nei locali alcuni suoi vecchi amici, "i veri tossici", quelli con la siringa in mano, e crede che non arriverà mai a tanto. Dopo qualche tempo, però, comincia a sniffare eroina prima di passare a iniettarla endovena per farla agire più in fretta. E' l'inizio di un percorso in discesa, al buio e senza protezioni, da cui fortunatamente "Rico" riuscirà ad uscire. Oggi ha una famiglia e viaggia in tutta Italia per portare la sua preziosa testimonianza ai ragazzi.
Alla magistrale interpretazione di De Giovanni che, come lui stesso ha ammesso, si è commosso per il silenzio che rimbombava nella sala, è seguita una sorpresa, la presenza di Enrico Comi, salito sul palco per parlare a ragazzi e a genitori.


"Non prendetemi come esempio pensando che siccome sto bene, ho una famiglia, si riesca a recuperare la vita. Nonostante tanti si impegnino molto, non ci riescono: entrano nelle comunità, ma poi ricadono oppure cambiano il tipo di dipendenza. Sono stato molto fortunato perchè mi sono buttato a capofitto nelle droghe e ho toccato il fondo velocemente, in pochi anni. Il secondo coma, però, mi ha fatto vibrare l'anima e sono riuscito a entrare nel centro adatto a me" ha raccontato. Non sono stati altrettanto fortunati i suoi amici: della compagnia di 21 ragazzi, 9 sono morti e solo due conducono una vita sana. "Chi fuma le canne capisce che sbaglia ma non lo ammette. Se conosce uno che non lo ha mai fatto, lo invita a non cominciare perchè non vuole averlo sulla coscienza: sa già come andrà a finire".
Lo spettacolo, per nulla edulcorato, serve in primo luogo a far riflettere, partendo da un'esperienza vera. "Quando si accendono le luci al termine dello spettacolo che portiamo nelle scuole, i ragazzi hanno gli occhi lucidi. Questo ci fa capire che qualcosa è passato. Non sappiamo come andrà a finire, ma siamo certi che servirà" ha aggiunto De Giovanni.


"Le droghe danno una reazione fisica e mentale: creano danni al corpo ma, essendo anche anti dolorifici, impediscono alla persona che le usa di accorgersene. Bisogna quindi lavorare sulle false informazioni, come il fatto che la canna sia una droga naturale o che si possa smettere quando si vuole e per farlo bisogna dialogare con i ragazzi, farli parlare e smontare le tesi positive. Se sanno che è sbagliato, hanno buone probabilità di non accettare mai l'offerta. Altrimenti, sentendo le voci dei compagni che le usano e ne parlano bene, non pensano sia una poi così grave. I giovani non sono stupidi: commettono solo un errore di valutazione" ha concluso Comi, lasciando un insegnamento di valore ai presenti in sala. Un modo per arginare la tossicodipendenza è farla conoscere, in tutti i suoi aspetti.
Michela Mauri
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