Bosisio: Simona Atzori racconta di una 'strada nuova', col suo viaggio interiore

Simona Atzori


Le difficoltà, i sogni, le paure, la solitudine, ma anche il viaggio e i nuovi cammini che si intraprendono nella vita. Ha raccontato il lavoro che ha compiuto su se stessa e, così nel libro, senza fornire indicazioni, ma semplicemente per condividere il suo vissuto, la sua esperienza affinché possa arrivare a qualcun altro. "La Nostra Famiglia" di Bosisio Parini ha accolto, nell'ambito della rassegna "Leggermente" organizzata e promossa da Assocultura Confcommercio Lecco per valorizzare i libri e la lettura, la presentazione dell'ultimo volume di Simona Atzori, ballerina e della pittrice senza braccia dalla nascita.

La serata di martedì 20 marzo presso l'Auditorium è stata introdotta da un'esibizione di violino di Matteo Fedeli, la cui musica ha ricordato i motivi che hanno condotto qui l'artista: i brani hanno fatto da sfondo a "Incontrarti - danza, pittura, musica ed emozioni", lo spettacolo ideato per festeggiare i 70 anni dell'Associazione che ha poi fatto il tour in dieci città italiane. Introducendo il volume "La strada nuova, diventare protagonisti della propria vita", Simona ha parlato del suo percorso di riscoperta, a seguito di un momento difficile in famiglia: "La strada nuova è un viaggio non verso qualcosa, ma dentro di noi, nella parte più nascosta. Lo faccio ogni giorno insieme a una nuova amica, la consapevolezza. Il viaggio è quel transito che non ha una fine, ma ricomincia, così come il sole: non significa quindi arrivare a una meta, ma chi diventiamo, come ci trasformiamo durante quell'esperienza".


Anche dai momenti più bui Simona ha saputo trarre insegnamenti. Ha affrontato il vuoto, ma un vuoto pieno, ricco di immagini ed emozioni: ha saputo creare lo spazio dentro di sé per accoglierlo e riempire la sua esistenza. Anche la solitudine è stata una compagna di vita impegnativa: inizialmente Simona aveva il timore di restare sola, ma poi ha cambiato la prospettiva: "La prima persona con cui dobbiamo andare d'accordo siamo noi. Ho iniziato a percepire questa presenza di me che prima era attutita dalle persone che avevo intorno. Ora non vedo l'ora di stare da sola perché ho imparato a stare bene con me stessa".


Spesso è difficile guardarsi dentro, conoscersi, ma anche la percezione dell'immagine di sé è fondamentale per lavorare su se stessi: "La prima volta che mi sono guardata allo specchio dopo la morte della mamma e la separazione dal compagno, non riuscivo a guardarmi con i miei occhi, ma con quelli delle persone che amavo. Per vedere il mio sguardo, avevo bisogno di guardarmi negli occhi. L'ho fatto osservando la mia immagine allo specchio al buio perché dentro di noi c'è l'anima, la parte più profonda".


Simona ha raccontato anche dei suoi trascorsi formativi, nell'ambito artistico con gli studi in Canada perché in Italia non gli erano state offerte le stesse possibilità degli altri ragazzi: dai limiti e dalla diversità ha saputo trarre una ricchezza positiva. E' stato questo l'insegnamento che ha voluto trasmettere alla platea.Un'esibizione di Matteo Fedeli e Vittorio Benaglia, fresco di diploma al Conservatorio, ha concluso l'incontro, lasciando spazio agli autografi.
M.Mau.
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