Colle B.za: incontro sulla tutela delle sorgenti e del loro habitat

Presso il municipio di Colle Brianza si è svolto nella serata di ieri un incontro a tutela del territorio del Monte di Brianza ed in particolare delle sorgenti, dal titolo "Habitat Sorgentizi".

Francesco Nicolodi e Raoul Manenti

L'amministrazione comunale non è nuova ad appuntamenti di questo genere, ultimo fra tutti quello in sostegno della Libera Università del Bosco e dei suoi progetti di recupero svoltasi lo scorso 12 marzo. Questa volta gli ospiti erano lo studioso Raoul Manenti e il geologo Francesco Nicolodi che, con l'aiuto di slides di presentazione, hanno illustrato al pubblico presente il tema della serata, proponendo anche diversi approcci operativi sicuramente utili al gruppo di protezione civile, partecipe all'intera durata della presentazione.


Dapprima Manenti ha fornito delle spiegazioni estremamente tecniche sulle sorgenti, ovvero quei sistemi econaturali di transizione tra l'epigeo e la falda, tra la parte a monte e quella a valle ove si ritrova l'acqua. L'esperto ha classificato le varie tipologie di sorgenti, differenziando le caratteristiche tra quelle stagnanti - definite anche pozze sorgive - e quelle invece ad emergenza crescente, prima fra tutte sul territorio lecchese è quella situata nella frazione Fiumelatte a Varenna.
A Colle Brianza ed in generale nelle zone spiccano invece le sorgenti pietrificanti definite così per la presenza di rocce più o meno consistenti formate dal deposito dei detriti trasportati dal corso d'acqua.


"Anche le sorgenti risentono dell'inquinamento - ha riferito Manenti - tuttavia, a differenza di quanto si possa pensare, la presenza di insetti o parassiti non indica un luogo sporco, bensì una sorgente pulita e prospera. Anche nella zona quindi si possono trovare batteri e molluschi".
Dopo aver mostrato ai presenti le immagini degli animali tipici della sorgente, tra cui il poco conosciuto gambero di fiume, Manenti ha ceduto la parola al collega che ha invece mostrato l'aspetto più pratico della questione.


"In ogni campo - ha esordito Nicolodi - è importante soffermarsi e capire cosa devo fare e come farlo, penso che tra voi della protezione civile questo sia la base soprattutto in casi di emergenza. Agire d'istinto può solo peggiorare la situazione e questo vale anche per il mio lavoro. Mi piace aprire sempre così un discorso, perché è fondamentale".
Con questa premessa il professionista si è occupato della ‘parte artificiale' dell'esposizione, elencando le tipologie di intervento dell'uomo per il contenimento delle sorgenti e le varie peripezie legali di cui si deve tener conto visto che tali acque sono di per sé protette e in più, se già lavorate, richiedono una doppia autorizzazione.


In ogni caso - a detta di Nicolodi - la base di partenza fondamentale all'intervento è un buon gruppo di lavoro ed una conoscenza storica del territorio attraverso sia il PGT sia le testimonianze "è utile, se non indispensabile - ha infatti detto - parlare con gli anziani del paese per cercare di ricostruire il passato della sorgente".
A.Ba.
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