Imberido: serata su Monsignor Chiappetta, architetto in Vaticano e legato alla frazione

Martedì sera a Imberido le celebrazioni per il santo patrono, San Giorgio, hanno preso una piega inedita con un incontro nel saloncino dell'oratorio che ha permesso ai presenti di conoscere un volto ancora poco noto nella frazione oggionese: è stata infatti presentata la figura di Monsignor Spirito Maria Chiappetta, ingegnere, architetto e sacerdote vissuto nel secolo scorso. Francesco Galli, giovane dottore in Lettere e Storia dell'Arte di Carugate, ha dedicato a lui il suo lavoro di tesi, dopo essersi imbattuto un po' per caso in questo personaggio.

Secondo da sinistra Francesco Galli con gli organizzatori della serata e il sindaco oggionese Roberto Ferrari

"Chiappetta è ancora poco studiato, ma ho saputo che gli anziani di Imberido lo ricordano. Io non lo conoscevo, ma dovevo scrivere una tesi su un personaggio del luogo poco approfondito dalla storia dell'arte, quindi, tra sopralluoghi per le architetture religiose della Brianza e ricerche su Google, ho scoperto che Monsignor Chiappetta è legato anche al vostro paese" ha spiegato il giovane.
Il sindaco Roberto Ferrari ha a sua volta ricordato che il sacerdote era laureato in architettura e progettò opere anche per la Santa Sede. "Circa due anni fa, da Besana cercavano notizie sulla permanenza di Monsignor Chiappetta a Oggiono. Negli archivi comunali non abbiamo trovato nulla riguardo a una sua abitazione vicino alla stazione, ma ci siamo accorti che la madre è sepolta proprio a Imberido. Siamo contenti di poter ospitare stasera un ragazzo che dimostra, con il suo lavoro di tesi, di amare il suo territorio e volerne conoscere la storia, per mettere in luce gli elementi qualificanti della nostra terra. Del resto, Imberido era un comune e ora ha una sua parrocchia e una sua precisa identità; abbiamo anche messo dei cartelli stradali per sottolineare che, proprio come Oggiono, si tratta di una realtà con una storia e un'identità molto forte''.

Ma chi è stato Spirito Maria Chiappetta e che legame ha con Imberido? "Nato più di un secolo fa, faceva parte di una famiglia molto devota, che amava Imberido. Sicuramente avete presente la cappella che si trova nel vostro cimitero: fu proprio lui a realizzarla e si distingue per uno stile di particolare classe e bellezza. Qui si trovano le spoglie della madre e di altri parenti dal 1906 e fu sepolto anche lui nel 1948, oltre a diversi parroci del paese e numerosi privati negli anni a venire. Un'altra sua realizzazione è Cascina Baravico, dove la sua famiglia aveva la propria residenza estiva; inoltre, tutti conoscerete la piccola grotta votiva lungo la strada per raggiungere la chiesa, sempre di Chiappetta" ha spiegato Francesco Galli. La madre dell'architetto, Maria Luigia Volonteri, apparteneva a una famiglia importante di Milano ed era molto pia e generosa. Il figlio maggiore si fece missionario in Cina e ne fu uno dei primi vescovi, la figlia minore divenne suora e il secondogenito era proprio Monsignor Chiappetta, anche se non prese mai gli ordini ma divenne sacerdote a 50 anni per un permesso speciale di papa Pio XI. Maria Luigia era conosciuta a Imberido come la "signora delle corone", perché regalava coroncine di rosari; dopo la sua morte nel 1914, sopraggiunta dopo vent'anni di vedovanza, nessuno dei figli ebbe eredi, quindi questa famiglia molto religiosa si estinse.

"Spirito Maria si formò al Politecnico, poi studiò matematica a Pavia e infine continuò il suo percorso per diventare architetto a Padova. Il suo progetto di laurea riguardava un viadotto in muratura, ma successivamente si distinse nell'architettura religiosa. Terminata l'università, aprì uno studio a Milano in via Torino, vicino a San Giorgio al palazzo, e cominciò a farsi notare con l'edificio in stile neogotico inglese oggi chiamato "Vittoria Colonna", in via Conservatorio. Pochi seguivano questa corrente architettonica: di solito si preferiva richiamare il romanico italiano. Ma lui continuò il filone neogotico di gusto francese e nordico, definito "Neogotico transalpino", di cui ho trovato esemplari anche a Monza e Triuggio. Particolare è il campanile al centro della facciata, inusuale in Italia ma presente in diverse sue opere, dall'effetto molto pittoresco. Nei primi anni del Novecento, però, questo stile in Italia non piaceva, perché si preferiva recuperare il Medioevo italiano dato che il neogotico era più decorativo e quindi più dispendioso. Ne è un esempio il Mausoleo Visconti di Cassago, che però risale ad almeno trent'anni prima" ha precisato Galli.
L'apice della carriera di Chiappetta giunse con Achille Ratti, papa Pio XI, che aveva bisogno di un architetto-sacerdote e lo pose a capo dell'Ufficio Progettazione Case Parrocchiali della Santa Sede. Egli investì molte risorse soprattutto per le isole e il Sud Italia e fu definito il "papa costruttore". Divenuto sacerdote, nel 1929 Chiappetta fu scelto come presidente della Pontificia Commissione Centrale per l'arte sacra: ci si lamentava che i sacerdoti non fossero preparati in storia dell'arte e li si accusava di scegliere artisti di scarsa qualità; quindi, Chiappetta istituì delle settimane di formazione, per istruirli e aiutarli a chiamare i professionisti migliori nell'arte sacra.

"Pio XI morì nel 1939 ma Chiappetta restò fino al 1943 in Vaticano. Poi si ritirò a Villa Sacro Cuore a Triuggio, dove cinque cappelle sono state decorate da lui. Morì nel 1948, lasciando tutto ai gesuiti, compresa la casa vicino alla stazione di Oggiono. Era un uomo molto colto, che conosceva il tedesco e il francese. I suoi disegni a Villa Sacro Cuore rimasero abbandonati per 20 anni, poi vennero recuperati da Monsignor Vigorelli della Scuola del Beato Angelico, che li portò a Milano. Il gusto architettonico di Chiappetta era ormai considerato superato: molte delle sue chiese furono rifatte o abbattute, ma per fortuna fu riscoperto negli anni '80 da Maria Antonietta Crippa, una dei primi a studiarne l'operato. Di recente lo studente Marco Giudici si è cimentato con una tesi sulle architetture a Milano, ma poi pochi studi sono stati condotti sul sacerdote. Dopo la mia tesi, auspico che lo stile neogotico che egli propugnava possa essere rivalutato, anche perché Chiappetta sceglieva personalmente i marmi e realizzò oreficerie liturgiche, quindi era molto preparato anche dal punto di vista più pratico" ha concluso il giovane studioso.
La figura di Monsignor Chiappetta ha suscitato molto interesse tra i presenti, che hanno scoperto della presenza di sue opere anche a Merate, in particolare il santuario abbandonato vicino al cimitero, Desio, Monza e Cesano Maderno. La serata ha permesso quindi di stimolare la curiosità di conoscere l'architettura sacra dei dintorni, spesso data per scontata ma in realtà patrimonio di inestimabile bellezza.

Roberta Scimè
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