L'ex gestore del 'Primatist' di Erba in Aula, deve rispondere di bancarotta fraudolenta
L'imprenditore ha inserito anche l'introduzione della patente a punti e i ricorrenti controlli operati dalle forze dell'ordine nella zona della movida erbese tra le cause del calo di clientela patito e della conseguente "crisi" vissuta a partire dal 2009, con la sentenza di fallimento emessa poi due anni più tardi, nonostante - a suo dire - tutti gli sforzi messi in campo per salvare capra e cavoli. Dopo la prematura scomparsa di Maria Gabriella R., è ripreso quest'oggi in Tribunale a Lecco il processo penale a carico di Sergio G., unico imputato, a questo punto, nell'ambito del crack della Salice srl, la società con sede legale a Oggiono che, per qualche anno, ha gestito la discoteca Primatist di Erba. Sottoponendosi alle domande poste dalle parti - con la pubblica accusa sostenuta dal sostituto procuratore Nicola Preteroti - l'uomo ha raccontato di aver dapprima provato a "convertire" il locale in un club specializzato in lap-dance all'interno del quale avrebbero dovuto trovare spazio anche delle slot per andare incontro alla "nuova tendenza" del momento. Per concretizzare tale progetto si sarebbe anche rivolto al titolare di un noto locale già attivo nel settore nel monzese, non riuscendo però nel proprio intento in quanto ostacolato dalla proprietà della sala da ballo. "Il mio obiettivo era quello di pagare i debiti che alcuni creditori mi avevano concesso perché mi conoscevano da anni" ha detto, riferendo di essersi sempre dedicato alla gestione di locali a partire dai 19 anni. Il riadattare la discoteca alle richieste della clientela, poi, avrebbe reso la stessa più appetibile sul mercato: "c'erano persone interessate alla società" ha riferito infatti al collegio giudicante (presidente Enrico Manzi, a latere Nora Lisa Passoni e Salvatore Catalano) spiegando come a fine luglio 2010 gli fosse stato prospettato l'acquisto, in due tempi, per complessivi 650.000 euro. Nonostante un contratto sottoscritto dal compratore, anche quest'altro progetto si sarebbe rivelato però un buco nell'acqua, con una breve parentesi di amministrazione affidata a coloro i quali avrebbero dovuto rilevare l'impresa, capace di azzerare la clientela. Da qui la decisione di tornare a occuparsi in prima persona della sala, cedendo però l'amministrazione della Salice a Maria Gabriella R. e acquisendo dalla srl la gestione dell'attività attraverso la propria impresa individuale. Un passaggio questo, descritto da Sergio G. come un modo per ottenere la fiducia dei fornitori che si sarebbero sentiti più garantiti nell'avere a che fare direttamente con lui. "Con la mia società ho messo nuovo arredamento per 150.000 euro" ha aggiunto, per evidenziare ulteriormente di aver creduto fino in fondo nell'impresa allontanando le ipotesi di reato a lui ascritte e dunque la bancarotta fraudolenta, con aggravio del dissesto imputabile, secondo la pubblica accusa, al differimento della "morte naturale" della srl. Il colpo di grazia? Un accoltellamento avvenuto fuori dalla discoteca, nel frattempo divenuta club latino americano. "Non ho più lavorato" ha sostenuto l'imputato che ora dovrà attendere fino al prossimo 11 aprile per il completamente dell'istruttoria e la discussione finale.
A.M.