Jennifer Isacco commenta le deludenti olimpiadi di Vancouver e la sua esperienza di allenatrice di bob
E' tornata alla vita di sempre, a Rogeno, la campionessa di bob Jennifer Isacco, medaglia di bronzo di Torino '06 e ora preparatrice atletica della squadra femminile. L'atleta comasca infatti ha da poco fatto rientro dalle olimpiadi invernali di Vancouver 2010, un'esperienza che quest'anno non ha visto purtroppo i risultati tanto attesi per i nostri atleti italiani. "L'atmosfera delle olimpiadi di quest'anno è stata un po' strana" ha raccontato Jennifer "le aspettative erano tante e purtroppo non sono state raggiunte, non mi riferisco solo al bob, ma un po' a tutti gli sport. D'altra parte alle olimpiadi entrano in gioco tante componenti, soprattutto le tensioni. Il lavoro di preparazione è sicuramente importante ma non basta, anche il più preparato deve avere la capacità di concentrarsi e di non farsi distrarre; a volte invece può capitare che qualcuno che non ha vinto ai campionati arrivi alle olimpiadi e faccia la gara della sua vita. L'aspetto emotivo è molto difficile da controllare".

Jennifer Isacco
A pochi giorni dalle olimpiadi e a quattro anni da quella magica vittoria che l'aveva vista sul podio in coppia con Gerda Weißensteiner risponde con grande semplicità e sorridendo questa giovane comasca naturalizzata rogenese che però fa mostra di una grande tenacia, tipica di quegli sportivi abituati ad allenarsi quotidianamente nel silenzio e lontano dal rumore dei media.
Quest'anno la sua esperienza olimpionica è stata differente, non più come atleta bensì come allenatrice, ma sempre densa di emozioni. "E' stato molto differente come approccio, soprattutto dal punto di vista delle tempistiche, dovendo seguire le ragazze praticamente ho trascorso tutte le mattine e i pomeriggi sulla pista. Ho provato emozioni diverse, certo la speranza e l'ansia ci sono sempre, seppur non più vissute in prima persona" ha spiegato Jennifer.
Tante le emozioni, tante anche le difficoltà . Forse uno degli strascichi più evidenti delle olimpiadi di quest'anno sono infatti le polemiche di questi giorni relative agli impianti e al ricambio generazionale, due problematiche molto sentite per gli sport invernali. "Per quanto riguarda il bob tutto questo è assolutamente vero. In questi anni noi ci siamo allenati alla pista di Cesana Torinese, sperando di creare un vivaio e richiamare molti giovani interessati a questa disciplina. Il problema è che si tratta di uno sport molto dispendioso e che non possono praticare tutti: bisogna avere almeno 18 anni e una prestanza fisica particolare, non si può essere troppo esili o gracili, tutto questo ovviamente riduce il bacino di utenti. L'aspetto economico poi non è indifferente, bisogna avere un furgone per il bob, pattini, un frenatore... Tutto questo ha dei costi a cui non tutte le famiglie o le società riescono a sopperire".

Jennifer vittoriosa alle olimpiadi di Torino del 2006
Incerte anche le prospettive dei prossimi anni. "Già alla fine di questa stagione molti atleti smetteranno, giustamente, dopo vent'anni di carriera" ha spiegato la Isacco "e non sono molti i giovani pronti a prendere il loro posto vuoi per i costi, vuoi per la scuola, non sempre è possibile stare molti giorni lontano da casa, ma questa è una problematiche che, anche se forse in misura minore, riguarda un po' tutte le discipline invernali, anche lo sci".
Una situazione non sempre semplice, che a volte patisce un po' del silenzio che circonda questi sport una volta che i riflettori delle olimpiadi si sono spenti e tutto torna alla normalità . "Televisioni e media parlano di noi solo quando ci sono le olimpiadi, nei quattro anni intermedi è come se non facessimo niente" ha commentato Jennifer con una punta d'amarezza "ormai un po' siamo abituati a questa situazione e ci conviviamo ma tutto questo è un po' triste, sia per gli atleti che per la federazione".
M.M.