Missaglia: cure palliative, terapia del dolore e DAT nella serata col dr.Virtuani (Hospice)
Era gremita la sala conferenze di Palazzina Teodolinda a Missaglia lunedì sera. In tanti hanno infatti partecipato alla conferenza organizzata dall'associazione Fabio Sassi per fare chiarezza e rispondere alle domande del pubblico sulle Dat, dichiarazioni anticipate di trattamento. Ospite dell'incontro il dottor Angelo Giovanni Virtuani, direttore sanitario dell'Hospice che, parlando a braccio e avvalendosi di slides esplicative, ha spiegato sia dal punto di vista pratico, sia da quello morale ed etico cosa implichi l'espressione di queste volontà.
Il dottor Angelo Virtuani, direttore sanitario dell'Hospice
Un intervento il suo introdotto dal saluto dell'assessore ai servizi alla persona e vicesindaco di Missaglia, Laura Pozzi che ha definito la nuova legge sul fine vita ''una opportunità'' poichè ''la sofferenza non è un obbligo: esiste il diritto a non soffrire''. Albino Garavaglia, missagliese e presidente della Fabio Sassi ha invece presentato brevemente l'attività condotta presso l'Hospice di Airuno, struttura unica nel suo genere per la provincia di Lecco, lanciando un appello per la ricerca di nuovi volontari.
L'assessore ai servizi sociali Laura Pozzi
La parola quindi al dottor Virtuani che, nonostante la complessità della materia trattata ha saputo catturare l'attenzione del pubblico, spiegando in maniera chiara le novità introdotte dalla normativa, che si compone di otto articoli. ''Non è una legge sui morti e arriva ventisette anni dopo quella americana e dieci anni più tardi rispetto alla maggioranza degli altri paesi'' ha spiegato il medico, partendo da una delle componenti fondamentali della stessa, ovvero il consenso informato, che va ad incidere sulla prassi medica. In parole povere nessuna azione può essere intrapresa senza l'approvazione del paziente. ''Questo deve essere dato dai vivi ed è generale, nel senso che vale anche per gli interventi chirurgici ma ora è contemplato nella legge. Il fatto che una persona sia informata rappresenta la base'' ha detto Virtuani, spiegando come fondamentale sia il rapporto che si crea tra paziente e medico: un incontro reciproco che si basa su una relazione di fiducia.
Per questa ragione è importante che vengano utilizzati termini che possano essere sempre comprensibili, e che in generale ci si parli con chiarezza, anche se può capitare che il paziente non voglia proprio essere informato e che rifiuti in tutto o in parte l'accertamento diagnostico o il trattamento sanitario proposto. ''Anche idratazione e nutrizione sono considerati trattamenti sanitari e pertanto possono essere rifiutati: una posizione non condivisa da alcune minoranze cattoliche che vedono in questo una situazione eutanasica'' ha aggiunto il dottor Virtuani. ''Se il paziente è cosciente non si pone il problema e se ha fatto le Dat il medico è tenuto a rispettarle''.
L'ospite ha poi chiarito alcuni concetti che spesso vengono confusi: nella sedazione palliativa si agisce per mitigare il sintomo mentre l'eutanasia è l'espressione del paziente che chiede la morte. Due situazioni ben diverse fra loro.
C'è poi la legge 38 del 2010 che fornisce "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". "La terapia del dolore si rivolge a un paziente con una malattia cronico-benigna. Sono soggetti che hanno una scarsa qualità di vita" ha proseguito il medico. "Le cure palliative invece si rivolgono a pazienti con una malattia inguaribile a prognosi nefasta con decorso a breve/medio termine". Il territorio lecchese è ben strutturato rispetto ad altri per assistere le persone nel loro percorso di cura o di fine vita. All'interno degli ospedali Mandic e Manzoni esiste infatti il servizio di consulenza palliativa, un'assistenza domiciliare specialistica - che poggia sul ruolo fondamentale della famiglia e del caregiver - ed infine è presente un Hospice, ad Airuno, con 12 posti. A questo proposito il dottor Virtuani ha voluto dedicare una parentesi anche alla consapevolezza del paziente sul decorso della sua malattia. "Si pensa che un malato non informato sulla sua situazione clinica stia meglio ma non sempre è così. Anche non sapere genera insofferenza, inquietudine. Magari così facendo gli si impedisce di riappacificarsi con qualcuno, gli togliamo la possibilità di compiere le sue ultime volontà".
Per quanto riguarda le Dat infine, esse sono rinnovabili, modificabili e revocabili, possono essere fatte non solo in forma scritta ma anche video e l'ideale è che siano inserite nel fascicolo sanitario elettronico, cosa che permetterebbe al medico, ad esempio di pronto soccorso, in caso di emergenza di consultarle e dunque sapere come comportarsi in virtù della volontà della persona. Previsto anche il ruolo di un fiduciario che possa fare le veci del paziente quando quest'ultimo non sarà più in grado di auto-determinarsi.
L'obiettivo è di arrivare ad avere un registro nazionale delle Dat - al momento non ancora disponibile - così che in qualunque momento, consultando il fascicolo sanitario dell'utente, il medico possa conoscere le sue volontà. Soltanto nel caso in cui le Dat siano incongrue rispetto alla situazione reale del paziente, si possono mettere in discussione, aprendo un confronto con il fiduciario che nei casi più estremi può interessare anche la sfera giuridica.
La serata si è conclusa con le molte domande poste dal pubblico presente in sala.
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G. C.