La vera posta in gioco!
La complessità dell'attuale situazione globale (globale e locale profondamente interconnessi tra di loro) è palese a tutti.
Ma non può essere certo un alibi per non cercare di delineare scelte politiche di fondo strutturali : è importante ovviamente gestire al meglio le singole questioni ma occorre nel contempo avere un quadro complessivo d'insieme.
A furia di dar solo parola agli specialisti (in primis agli economisti) tutti noi rischiamo di delegare a pochi eletti la ricerca del Giusto e del Vero, che invece compete ad ognuno di noi.
Prendendo ad esempio la questione dell'impasse della nave Diciotti, ben oltre ovviamente alla questione ineludibile dei diritti umani, si può e si deve porsi il problema di come riuscire a migliorare strutturalmente l'attuale assetto europeo, le sue ipocrisie di fondo e le sue “leggi” intessute profondamente di cinico neoliberismo e orientate in gran parte da un'economia senza volto e senza uno scopo veramente umano!
E la questione greca, tutt'altro che risolta, è lì a esemplare dimostrazione.
Ed allora anche questo governo, che oggettivamente ha fatto alcuni passi significativi su alcune questioni , se veramente vuol cambiare registro deve porsi il problema ( e predisporre passi coerenti e concreti) di come cercare i modificare in profondità gli scandalosi squilibri che condizionano pesantemente la vita di interi Stati e quindi di tutti noi.
Avere il coraggio di sfidare questa Europa, incoerente con i valori che proclama, e questo modello denunciando a fondo l'ineludibilità della rimozione delle cause strutturali che producono le migrazioni africane e varando un “piano Marshall” ad hoc (per il salvataggio delle banche europee il “sistema” ha speso perlomeno 2000 miliardi di euro) e chiedendo d esempio di modificare la norma (chissà mai perché questa Europa si è data questa norma ?!?!) che consente alla BCE di comprare i titoli di stato del debito pubblico solo sul mercato secondario alimentando così strutturalmente quella speculazione che sostiene invece di voler contrastare con il Quantitative Easing. Non sarebbe equivalente a ciò che fanno da tempo sia USA che Giappone, alla faccia dei loro ben più grandi debiti sovrani ?
Ma come, si presta alle banche, espressione di interessi privati, con tassi favorevoli e non agli Stati espressione di interessi pubblici ? E in più molte banche impiegano queste risorse nella speculazione e non nel finanziare la cosiddetta economia reale.
E questa è solo una delle tanti contraddizioni di un sistema che mette al centro la finanza e non le persone ! Basti pensare che affida la pagella di virtuosità degli Stati ad agenzie di rating notoriamente condizionate da quegli stessi portatori di interessi (mega fondi d'investimento, assicurativi e bancari) che possono speculare sui titoli ( tra gli altri, l'aveva denunciato un certo Barack Obama, certo non un pericoloso sovversivo). Altro che far terrorismo sullo spread ! Non parliamo poi dei paradisi fiscali e quant'altro.
Della serie predicano ma non praticano, si chiama ipocrisia !
Non guardiamo solo il “dito” ma soprattutto la “luna”!
E' su queste cose strutturali , e non solo sui singoli effetti a cascata di questo genere di ingiustizie procurate da questo modello socio-economico, che dovremmo giudicare anche questo governo, sperando che almeno nella sua componente di nuove forze al potere (provenienti dal basso) possa realmente impegnarsi per un cambiamento tanto graduale quanto concreto.
E l'estensione ad altre riforme “umanizzanti” – queste sì veramente strutturali in favore dei popoli - la loro minaccia (paventata in precedenza da altri ma mai messa ufficialmente in campo) di rivedere in sede di bilancio la nostra contribuzione europea potrebbe indurre anche altri Stati (ad esempio i PIGS) a coalizzarsi per rifondare questa attuale Europa dei banchieri e magari inducendo pure l'intero sistema planetario ad un ripensamento. Non dovremmo essere noi l' “Europa sociale” ?
Utopia ? Sogno di mettere in discussione un intero sistema ?
Che tutto ciò sia maledettamente complicato e difficile, visti i rapporti di forza, è incontestabile ma potrebbe costituire l'unica possibilità di futuro.
Che la politica non strumentalizzi tutto ciò secondo le proprie convenienze e sappia indicare i veri “nemici” misurandoli non sulle provenienze geografiche ma sulla produzione delle disuguaglianze.
Ma non può essere certo un alibi per non cercare di delineare scelte politiche di fondo strutturali : è importante ovviamente gestire al meglio le singole questioni ma occorre nel contempo avere un quadro complessivo d'insieme.
A furia di dar solo parola agli specialisti (in primis agli economisti) tutti noi rischiamo di delegare a pochi eletti la ricerca del Giusto e del Vero, che invece compete ad ognuno di noi.
Prendendo ad esempio la questione dell'impasse della nave Diciotti, ben oltre ovviamente alla questione ineludibile dei diritti umani, si può e si deve porsi il problema di come riuscire a migliorare strutturalmente l'attuale assetto europeo, le sue ipocrisie di fondo e le sue “leggi” intessute profondamente di cinico neoliberismo e orientate in gran parte da un'economia senza volto e senza uno scopo veramente umano!
E la questione greca, tutt'altro che risolta, è lì a esemplare dimostrazione.
Ed allora anche questo governo, che oggettivamente ha fatto alcuni passi significativi su alcune questioni , se veramente vuol cambiare registro deve porsi il problema ( e predisporre passi coerenti e concreti) di come cercare i modificare in profondità gli scandalosi squilibri che condizionano pesantemente la vita di interi Stati e quindi di tutti noi.
Avere il coraggio di sfidare questa Europa, incoerente con i valori che proclama, e questo modello denunciando a fondo l'ineludibilità della rimozione delle cause strutturali che producono le migrazioni africane e varando un “piano Marshall” ad hoc (per il salvataggio delle banche europee il “sistema” ha speso perlomeno 2000 miliardi di euro) e chiedendo d esempio di modificare la norma (chissà mai perché questa Europa si è data questa norma ?!?!) che consente alla BCE di comprare i titoli di stato del debito pubblico solo sul mercato secondario alimentando così strutturalmente quella speculazione che sostiene invece di voler contrastare con il Quantitative Easing. Non sarebbe equivalente a ciò che fanno da tempo sia USA che Giappone, alla faccia dei loro ben più grandi debiti sovrani ?
Ma come, si presta alle banche, espressione di interessi privati, con tassi favorevoli e non agli Stati espressione di interessi pubblici ? E in più molte banche impiegano queste risorse nella speculazione e non nel finanziare la cosiddetta economia reale.
E questa è solo una delle tanti contraddizioni di un sistema che mette al centro la finanza e non le persone ! Basti pensare che affida la pagella di virtuosità degli Stati ad agenzie di rating notoriamente condizionate da quegli stessi portatori di interessi (mega fondi d'investimento, assicurativi e bancari) che possono speculare sui titoli ( tra gli altri, l'aveva denunciato un certo Barack Obama, certo non un pericoloso sovversivo). Altro che far terrorismo sullo spread ! Non parliamo poi dei paradisi fiscali e quant'altro.
Della serie predicano ma non praticano, si chiama ipocrisia !
Non guardiamo solo il “dito” ma soprattutto la “luna”!
E' su queste cose strutturali , e non solo sui singoli effetti a cascata di questo genere di ingiustizie procurate da questo modello socio-economico, che dovremmo giudicare anche questo governo, sperando che almeno nella sua componente di nuove forze al potere (provenienti dal basso) possa realmente impegnarsi per un cambiamento tanto graduale quanto concreto.
E l'estensione ad altre riforme “umanizzanti” – queste sì veramente strutturali in favore dei popoli - la loro minaccia (paventata in precedenza da altri ma mai messa ufficialmente in campo) di rivedere in sede di bilancio la nostra contribuzione europea potrebbe indurre anche altri Stati (ad esempio i PIGS) a coalizzarsi per rifondare questa attuale Europa dei banchieri e magari inducendo pure l'intero sistema planetario ad un ripensamento. Non dovremmo essere noi l' “Europa sociale” ?
Utopia ? Sogno di mettere in discussione un intero sistema ?
Che tutto ciò sia maledettamente complicato e difficile, visti i rapporti di forza, è incontestabile ma potrebbe costituire l'unica possibilità di futuro.
Che la politica non strumentalizzi tutto ciò secondo le proprie convenienze e sappia indicare i veri “nemici” misurandoli non sulle provenienze geografiche ma sulla produzione delle disuguaglianze.
Germano Bosisio