Lecco: la Giunta Faggi vacilla ma il Sindaco si preoccupa del canile
Di solito è la minoranza che diserta l'aula. O l'abbandona prima del voto. A memoria non si era mai vista una maggioranza che, senza informare i gruppi di opposizione, non si presentasse in aula. C'è la conferenza dei capigruppo che precede il Consiglio comunale. E lì, se ci sono problemi, si prendono le decisioni conseguenti, calendarizzando l'ordine dei lavori. Evidentemente a Lecco la situazione è farsesca. Diciamo farsesca e non drammatica perchà© mentre si profilava la diserzione sul campo dei consiglieri di centrodestra, il sindaco Antonella Faggi si premurava di diffondere alla stampa una nota di sostegno pieno e totale alla gestione del canile di Lecco e di fiducia cieca all'associazione che lo gestisce. L'ultimo dei problemi per una città paralizzata dagli scontri per bande è diventato il primo pensiero della dottoressa Faggi. Non c'è da stupirsi troppo però. Bruno Colombo ha deciso di vivere la sua terza esistenza politica accanto alla presidentessa dell'associazione, l'ormai famosa Michela Vittoria Brambilla. Verrebbe da dire che tra questioni di cani e beghe di Giunta ci sia qualche punto di contatto. Di certo c'è una notevole coincidenza temporale. La Faggi 'dimissiona' il ciellino Perossi, mentre scoppia la bega del canile che secondo alcuni è in pessime condizioni e secondo altri, tra cui lo stesso Bruno Colombo - diventato all'improvviso un esperto cinofilo - e la dottoressa Faggi, un hotel a 5 stelle. Come l'ha sempre definito la signora Brambilla. L'architetto Virginia 'Ginny' Tentori, in passato amicissima del Colombo è stata brutalmente sconfessata dall'ex coordinatore cittadino proprio quando ha dato spazio alla segnalazione di alcuni volontari del canile. Chi mai avrebbe potuto prevedere che un sodalizio tanto consolidato - che anni fa aveva fatto muovere decine di finanzieri impegnati a perquisire case, studi e uffici del duo Colombo-Tentori, ma ancora oggi nessuno sa esattamente perchà© ne come sia finita la faccenda - potesse schiantarsi contro Via Rosmini. Eppure così è stato anche se ora la Tentori ha innestato la retromarcia facendo sapere che il canile non è sua competenza. E' probabile che ci sia stato un ricompattamento del fronte a spese di Comunione e Liberazione. Il Movimento, del resto era apparso sin troppo arrendevole (e certo non è nel carattere di CL arretrare da una posizione di potere), accettando di scambiare le teste di Chirico e Perossi per quella di Colombo. Quest'ultima era destinata a cadere al congresso di novembre non già per valide alternative, il sostituto dovrebbe essere l'eterno giovanotto Mauro Piazza - che è ancora come dire, politicamente, Bruno Colombo - ma per il fatto che Colombo aveva già deciso di seguire la Brambilla nella sua scalata ai vertici di Forza Italia. La filiera del potere che segue la Brambilla è quella cosiddetta laica, che passa per Sandro Bondi e giunge su su fino alla cima, al padrone assoluto del partito. La scalata sembra avere successo e muoversi in scia può rilanciare una carriera politica sin qui piuttosto opaca. Colombo ha rotto gli indugi e si è buttato nell'avventura con la 'Rossa', scortandola sin dentro il canile, pur non avendo alcun ruolo ufficiale che giustificasse la sua presenza lì. Ma non è detto che CL sia davvero disposta a pagare il prezzo più alto. E anche se si possono fare solo ipotesi non si può escludere che il rinvio del Consiglio comunale sia dovuto proprio allo scontro sotterraneo che inevitabilmente è destinato a proseguire. Ora tocca alla Faggi evitare la caduta. L'appoggio - o la spinta - di Colombo e della stessa Brambilla, come ci hanno raccontato con enfasi i settimanali lecchese l'ha avuta e le è servita per 'far fuori' i due assessori di CL. Ma adesso deve riuscire a restare in sella. E a giudicare dalle condizioni con cui oggi si è presentata alla stampa c'è da dubitare che abbia davvero la forza e la capacità di farcela. In fondo se cadesse, il primo ad essere felice dovrebbe essere proprio Bruno Colombo. Prima della campagna elettorale aveva garantito che mai Forza Italia avrebbe appoggiato la candidatura Faggi. Poi, come spesso gli accade, ha dovuto fare marcia indietro per via degli accordi regionali. Ma già allora aveva profetizzato che la Faggi non aveva lo spessore per fare il primo cittadino di Lecco.
Claudio Brambilla