Barzago: Gaetano Orazio si prepara ad aprire il suo nuovo atelier

Dalle salamandre di S Pietro al Monte, all'annunciazione dipinta a Concesio, poi esposta a Concesio, nella chiesa che aveva visto la vocazione di Paolo VI, Papa degli artisti. Dai massi erranti di Antonio Stoppani, scrittore lecchese autore del Belpaese, alle castagne d'acqua del lago di Oggiono, lo specchio d'acqua che aveva ispirato anche Ennio Morlotti. Centinaia di opere che raccontano i quarant'anni di vita artistica di Gaetano Orazio. Dalle 10 alle 17 di domenica 21 ottobre, il pittore aprirà infatti, a Barzago al 3 di via Costa d'oro, il nuovo atelier. Uno spazio industriale, tipico della Brianza lecchese, che è ora diventato il suo studio. Habitat che Gaetano conosce bene, perchè, per trent'anni, l'artista "scoperto" da Philippe Daverio ha lavorato come operaio in una fabbrica dell'hinterland milanese.

Gaetano Orazio dipinge la castagne d'acqua del lago di Oggiono, uno dei tre piccoli laghi brianzoli
Quello di Oggiono aveva ispirato anche Ennio Morlotti, che qui aveva dipinto "Bagnanti"


Non a caso in un suo libro di liriche "Autunno Aeraulico", l'autore della prefazione è Erri De Luca, operaio come Gaetano. "Operai, strana specie - scrive De Luca - che perde acqua dai pori tutti i giorni anche in inverno, che sbanda di sonno in un treno di sera, che spera che i figli non facciano quello per vivere. Noi arriviamo al bianco di una pagina, con la schiena gonfia di ore e una sedia paziente: siamo provati".
Centinaio, vicine al migliaio, le tele e le carte che, dice, Orazio, potrebbero diventare trenta mostre. Tanti sono infatti temi che l'artista, originario di Angri (Salerno) ha raccontato nelle sue opere. Per citarne qualcuno; Trovante,Suolitudine, Mentre, Effimere, Sul Torrente, Libellula, I fiori della cicoria, Castagne d'acqua. Un percorso, quello che sarà in mostra domenica ("con qualche coda nei giorni seguenti per chi me lo chiederà" dice Gaetano) che inizia in Campania, nella scuola elementare, dove la maestra aveva già riconosciuto il talento. Poi la decisione di raggiungere il padre, in Brianza. "Terra che amo, ed è diventata la mia casa - dice - lavoravo in fabbrica. Ho cominciato con quella. La sera e nel fine settimana, mi rifugiavo nella natura. Dipingo l'acqua o la roccia, perchè le sento vive. Perchè mentre col colore diventano il quadro, io mi sento come quel fiume o quel masso che sto guardando".
L'11 novembre, San Martino, Orazio proporrà una performance al Museo etnico di Bulciago.
Sergio Perego
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