V.Greppi: ''Residenze d'Artista'' si conclude con la mostra allestita da Ferzoco e Prencipe

La prima edizione di Residenze d'artista, incontro tra due artisti con arti, stili e tratti diversi, promossa dal Consorzio Brianteo Villa Greppi, è stata un successo.

Da sinistra Leonardo Prencipe, Armando Fettolini, Marta Comi, Simona Bartolena, Federica Ferzoco, Roberto Picchi

Federica Ferzoco e Leonardo Prencipe, i due giovani che hanno lavorato per un anno all'interno della storica e restaurata sala Ratti hanno quindi avuto la possibilità di esprimersi in un atelier speciale e stimolante dove hanno realizzato le opere che a partire da sabato 10 e fino al 25 di novembre sono parte di una mostra espositiva presso il granaio della Villa come atto conclusivo della loro permanenza.

Calchi in garza ispirati in parte ai disegni di Alessandro Greppi e raffiguranti corpi umani colti nella loro quotidianità sono state le opere presentate da Federica Ferzoco; acquarelli di oggetti dismessi, soprattutto la mitica moto Guzzi, ma rivalorizzati proprio dalla raffigurazione stessa, sono stati invece esposti da Leonardo Prencipe, ai quali si è aggiunta l'installazione artistica ad opera di Roberto Picchi, collaboratore esterno al progetto, vincitore di un premio speciale della Giuria nonché vincitore del bando 2019. L'inaugurazione dell'esposizione ha quindi voluto trasmettere il senso dell'influenza reciproca tra gli artisti e la bellezza e la profondità che da simili condivisioni di spazi e idee può nascere se a supportarli è un ente pubblico come il Consorzio che crede e investe molto nelle potenzialità espressive dell'arte stessa in quanto tale.

Federica Ferzoco


"Istantanee di un percorso" è stato il titolo che ha fatto da sfondo all'evento e che è stato ripreso nel discorso introduttivo alla mostra da parte del presidente del Consorzio Marta Comi, la quale ha infatti affermato: "Questo periodo di condivisione e collaborazione per gli artisti, testimoniato dalle bellissime opere che oggi possiamo ammirare, è stato un progetto molto importante per il Consorzio, un progetto che speriamo possa farci diventare un punto di riferimento per lo studio e la ricerca legate alle arti visive. L'elemento centrale che ha fatto da filo conduttore in tutti questi mesi di residenza d'artista è sicuramente stata la libertà di espressione che ha accompagnato tutte le opere di questi autori e che ha garantito che ciascuno potesse trarre il massimo valore aggiunto dall'ambiente in cui poteva lavorare. Questo periodo di esposizione delle opere vuole anche e soprattutto essere una possibilità offerta alla cittadinanza di confrontarsi con l'arte attraverso diverse sfaccettature e proposte, provando ad entrare nel mondo di Federica, Leonardo e Roberto per poi uscirne più arricchiti di prima. Ma come si fa a realizzare tutto questo? Villa Greppi è un ente pubblico formato da diverse realtà locali e sostenuto da istituzioni comunali e provinciali che costituiscono il Consorzio, la preziosa possibilità di ospitare questi artisti negli spazi della villa nasce anche dagli interventi di restauro e ristrutturazione che sono stati effettuati proprio perché molto si è voluto investire in un progetto così stimolante e artisticamente e socialmente rilevante".

Roberto Picchi

Ringraziamenti alle autorità e agli artisti sono stati espressi anche da Armando Fettolini del consiglio d'amministrazione del Consorzio, uno dei maggiori promotori di questa esperienza, così come da Simona Bartolena, consulente per le arti visive del Consorzio Villa Greppi nonché curatrice della mostra che si è soffermata dettagliatamente sulle opere di ciascun artista per raccontare ai visitatori il percorso e l'idea celati dietro ogni realizzazione. A partire dalla serie "overbooking", il lavoro della scultrice Federica Ferzoco è stato descritto come l'impegno rivolto ad immortalare pose naturali e quotidiane di persone senza nessuna distinzione di età, sesso o genere sulla scia dei lavori portati avanti da Alessandro Greppi, il quale infatti usava cogliere i contadini in situazioni di riposo o svago presso i giardini della villa, ma immortalandoli attraverso l'uso della garza in maniera disumanizzante in cui la caratterizzazione dell'identità è praticamente assente. La moltitudine di calchi realizzati vuole provocare l'osservatore inducendolo a riflettere sull'attuale numerosità di individui umani presenti sul pianeta e che oggi ci viene raccontata sempre più spesso come eccessiva e insostenibile dai media ma che viene colta in chiave ironica dal titolo della serie e che sicuramente colpisce per la concretezza e la naturalezza di ogni singola figura intera o parte del corpo isolata.

"Relitti industriali", invece, il nome che Leonardo Prencipe ha attribuito alla serie di acquarelli centrata sul tema dei rottami e degli scarti, i veri protagonisti indiscussi delle sue opere. Moto, macchine, componenti industriali e molti altri sono gli oggetti che vengono colti proprio nel momento della loro decadenza materiale, proprio quando tutto sembra stia per cadere in un disuso inevitabile ma che grazie alla pennellata dell'artista riescono a riassumere dignità proprio in quanto relitto, cioè di qualcosa che comunque è sopravvissuto al tempo. Infine, sostenuta dalla velata filosofia "è sempre l'opera che si adatta all'ambiente e mai viceversa" si presenta l'installazione di Roberto Picchi, un'opera che vuole provocare sul tema del riciclo e dello spreco annuale di carta utilizzando concretamente materiali riciclati e colori volutamente non accesi.

 

Leonardo Prencipe

L'installazione, che prima si trovava in un'altra parte del granaio, ha destato la curiosità di molti visitatori poiché il vortice di carta riciclata che esce dal tronco dimezzato di un albero si estende concretamente sul pavimento della sala della mostra rendendola un'opera interattiva e coinvolgente che non può lasciare indifferente l'osservatore. Roberto avrà modo poi di sviluppare altri linguaggi e stili nel prossimo periodo di residenze d'artista in cui condividerà spazi e strumenti con la nuova artista proveniente da Monza e vincitrice del bando 2019.

Al termine di quest'anno inaugurale i tre artisti hanno quindi lasciato un'opera ciascuno in dono al Consorzio da conservare presso la Villa e per andare a costituire nel futuro una collezione riguardante l'esperienza della residenza d'artista. Un'esperienza, quindi, che ha unito linguaggi e storie diverse e che, nonostante i continui lavori di restauro e i differenti orari di ciascun artista abbiano reso talvolta meno facile la comunicazione e l'influenza reciproca, ha comunque portato a un risultato soddisfacente, intrigante e assolutamente originale.

La massima libertà di azione e di scelta favorita dal Consorzio nei confronti delle modalità di lavoro di questi artisti è stata infine definita dagli stessi come il vero punto chiave di questa esperienza, perché ha permesso di dare vita a creazioni in cui gli spunti per la riflessione si ampliano in maniera sempre meno prevedibile.
Martina Besana
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