Imberido: il card.Scola presenta il suo libro. ''Il bell'amore può salvare il mondo''

Appuntamento di grande importanza quello tenutosi martedì 18 dicembre presso il saloncino San Francesco di Imberido, con ospite il cardinal Angelo Scola, in occasione della presentazione del suo libro "Ho scommesso sulla libertà", scritto con il giornalista Luigi Geninazzi.
Elena Ornaghi, assessore alla cultura, ha dato il via all'incontro ringraziando tutti i presenti ed, in particolar modo, i protagonisti dell'evento per aver accettato l'invito della biblioteca civica a conclusione del ciclo invernale di incontri ''a km 0'', progetto di promozione della lettura e della cultura.
"Colgo l'occasione per ringraziare coloro che hanno collaborato nella realizzazione della serata: la bibliotecaria Maria Rosa Colombo, la direttrice della biblioteca Nicoletta Molatore e la signora Carla Giannella. Ringrazio inoltre il parroco don Maurizio che, ospitandoci in questo salottino, ha permesso di creare un incontro che può dirsi davvero a km 0'' ha aggiunto Elena Ornaghi.

Da sinistra l'assessore Elena Ornaghi, il cardinale Angelo Scola e il giornalista Luigi Geninazzi

Per i saluti istituzionali è intervenuto poi il vicesindaco Lamberto Lietti. ''Buona sera a tutti. Sono molto emozionato ed orgoglioso di poter rappresentare l'amministrazione comunale in questo incontro con l'arcivescovo emerito della diocesi di Milano. Ringrazio l'assessore alla cultura Elena Ornaghi per aver organizzato l'evento, in collaborazione con la biblioteca comunale e la comunità pastorale S. Giovanni Battista. Non spetta a me commentare il libro ma non posso esimermi dall'affermare che leggendolo ho rivissuto gli anni del liceo, il ‘68, la nascita di comunione e liberazione di cui il cardinale è stato militante, e la scelta degli studi universitari. Leggendo il libro ho molto apprezzato la forma del dialogo perché ha permesso che emergessero con maggior rilievo i pensieri e le sfumature del protagonista, le quali, con un'altra tipologia di scrittura, probabilmente non sarebbero state colte'' ha detto l'assessore e vicesindaco oggionese, citando poi il passo dell'omelia che il cardinale stesso aveva pronunciato a conclusione del suo ministero a Milano. "Salendo da Oggiono ad Imberido ci si imbatte in un grande giardino colmo di ortensie con svariati ed intensi colori. È impossibile evitare un "oh" di meraviglia. Amandolo e coltivandolo qualcuno ha dato vita a quel giardino, lo ha coltivato e gli ha dato un anima. L'anima è ciò che dà vita, è la sostanza di ogni realtà che la conduce alla pienezza di senso facendola fiorire''. Stasera la ringrazio, a nome di tutta la comunità oggionese, per aver scelto proprio Imberido come luogo dove trascorrere questo periodo della sua vita. Spero possa, godendo di un certo anonimato, vivere la vita da prete in modo semplice, come un'esperienza gioiosa e gratificante" ha concluso il vicesindaco.

L'arcivescovo emerito di Milano durante la serata

Ha poi ripreso la parola Elena Ornaghi sottolineando come il concetto di "incontro" si sia realizzato proprio in questa serata. Numerosi il pubblico presente nel salottino, pronto a conoscere e condividere un'esperienza personale che è divenuta esempio di vita per tutta la comunità.
Il cardinale ha esordito ringraziando a sua volta gli organizzatori per l'invito ma anche la comunità oggionese per l'accoglienza e l'ospitalità ricevuta in questo momento della sua vita.
"Certo è vero che il tema dell'incontro è la filigrana di tutti i dialoghi presenti nel mio libro. L'incontro è la parola più sintetica per descrivere l'avvenimento straordinario che noi celebreremo tra poco con il Natale: il momento dell'incarnazione del figlio di Dio. Credo che noi tutti dovremmo avere il gusto e la pazienza di leggere il vangelo di Marco. Noteremmo come i racconti degli evangelisti siano regolati su una trama di incontri avvenuti con Gesù. Il cuore del vangelo è proprio l'incontro personale con Cristo'' ha detto poi l'arcivescovo emerito Scola, citando una frase molto toccante di Papa Benedetto: "L'avvenimento cristiano non è una dottrina o una morale ma è l'incontro personale con Cristo nella comunità".

Da sinistra il vicesindaco Lamberto Lietti e il giornalista Luigi Geninazzi

L'incontro è quindi il cuore dell'esistenza: tutto nasce da un incontro e dalla trama che ne segue. Lo stesso innamoramento è un incontro che ci sorprende, che ci tocca senza che noi possiamo controllarlo.
"Se noi fossimo consapevoli di questo la nostra vita sarebbe molto più gustosa ed autentica. Purtroppo viviamo in un epoca di grande travaglio ed oggi più che mai è importante riscoprirne il valore tornando al cuore dell'esperienza umana. Quell'esperienza che abbiamo assaporato fin da piccoli quando la mamma ci guardava e ci sorrideva come a dire "è una cosa bella che tu ci sia". Dobbiamo ricoprire l'anima delle cose, il principio vitale delle circostanze e dei rapporti. Gli uomini riscoprono il senso della loro esistenza attraverso gli incontri che gli si prospettano dinanzi''.

L'assessore alla cultura ha chiesto a Luigi Geninazzi cosa abbia significato lavorare a fianco di una persona come Angelo Scola. "Il lavoro per la realizzazione di questo libro è stato molto faticoso ma al tempo stesso emozionante e gratificante. Anche da parte mia è doveroso l'omaggio a questo luogo che mi ha permesso di lavorare con maggiore serenità in un contesto più confidenziale. Io ed il cardinale ci siamo conosciuti quando eravamo molto giovani ma successivamente ci siamo allontanati per intraprendere le nostre carriere. Come penso tutti abbiate notato dai suoi libri Angelo Scola è un raffinato e profondo teorico, animato da una grande forza vitale ed interesse per il sociale. Proprio da qui è nata l'idea di creare un'autobiografia, sotto forma di dialogo, che permettesse al cardinale di raccontarsi e lasciarsi raccontare. Definirei questo racconto molto simile ad un romanzo perché al suo interno è raccontata la vita di una persona molto avventurosa, che non ha seguito il percorso ecclesiastico tradizionale'' ha spiegato il giornalista.
Il libro è strutturato in modo tale che ad ogni racconto di carattere personale segua un giudizio morale. Questa struttura permette di cogliere come le considerazioni e gli insegnamenti del cardinale siano profondamente intrecciati al suo modo di essere, alla sua esperienza. Nella struttura del dialogo il cardinale ha dimostrato di credere davvero alla libertà rispondendo ad ogni domanda, lasciandosi conoscere e facendo fuoriuscire il suo modo di sentire.

"Un elemento che ci accumuna, e che sicuramente ci ha aiutato a trovare un'intesa, è stata la grande confidenza con San Giovanni Paolo II. Il cardinale, maggiormente rispetto a me, ha avuto la fortuna di entrare in contatto con grandi personalità della storia che gli hanno fatto da guida'' ha continuato il giornalista.
A questo proposito è intervenuto Scola sottolineando come Giovanni Paolo II sia stato davvero il Papa della libertà perché si è sempre mosso non in base ad un progetto ma leggendo gli avvenimenti della storia e le circostanze in chiave provvidenziale vivendo tutto quello che succedeva come la modalità attraverso la quale il Signore ti chiama alla salvezza. Ha inoltre sottolineato come gli sia capitato poche volte nella vita di conoscere un uomo libero come lui, libero da ogni tendenza narcisistica o auto affermativa e capace di grande ironia.

L'assessore Ornaghi

"Ho sempre sentito in maniera forte ed orgogliosa l'appello della libertà nel mio esistere, da ragazzo cosi come da adulto. Ritengo che, per coloro che credono, il senso ultimo della libertà sia aderire a colui che ci ha creati. Ho scelto come motto il passaggio di San Paolo in cui il santo chiede a Dio di essere guarito ma Dio gli rispose: "ti basti la mia grazia perché è nella tua debolezza che vedrai la mia forza" ha aggiunto il cardinal Scola rispondendo ad una domanda dell'assessore Ornaghi. ''Accettare le nostre debolezze e amare coloro che se ne fanno carico, condividendole insieme a noi, è un elemento fondamentale della nostra esistenza. Proprio per questo la Chiesa si fonda sulla comunione''.
La riflessione si è conclusa con la lettura di una citazione di Fëdor Dostoevskij: ''non c'è nulla di più ammaliante per l'uomo che la libertà della propria coscienza, ma non c'è nulla del pari di più tormentoso".

L'assessore, voce narrante della serata, ha concluso dicendo: "la bellezza salverà il mondo, ma qual è la vera bellezza?". Il cardinale, ricollegandosi al tema centrale di tutta la serata, ha risposto: "quello che può salvare il mondo è il bell'amore: il dono gratuito di sé stessi senza secondi fini. Il bell'amore ha come genesi l'incontro con la verità, che non è un concetto ma una persona vivente. Sant'Agostino propone una definizione stupenda di verità "La verità è l'uomo che mi è presente, che mi sta davanti." La verità è Dio che si presenta al nostro incontro. La verità è la bellezza degli incontri che compiamo nella nostra vita, come l'incontro tra noi stasera''.

Al termine della serata è stato offerto a tutti i presenti un rinfresco da parte dell'associazione Brianza Nostra che ha fornito il proprio contributo nell'organizzazione della serata.

Sara Ardagna
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