Il restauro delle tele di Orfeo alla Sormani a cura della casatese Anna Maria Pirovano
Porta anche la firma di una casatese, Anna Maria Pirovano, l'intervento di messa in sicurezza e consolidamento delle prestigiose tele ospitate nella sala del Grechetto di Palazzo Sormani, sede della biblioteca comunale di Milano.
Un'opera di grande prestigio, propedeutica al trasferimento delle stesse a Palazzo Reale dove, dal 13 marzo sarà allestita la mostra ''Il meraviglioso mondo della natura'', organizzata in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Anna Maria Pirovano e Luigi Parma
Seppur lontana da molti anni, è proprio a Casatenovo che Anna Maria Pirovano ha iniziato a coltivare la sua passione per l'arte, divenuta con il trascorrere del tempo e soprattutto con anni di intensi e impegnativi studi, un lavoro vero e proprio. Dopo aver frequentato il liceo artistico, la casatese si è trasferita a Firenze dove ha coltivato le prime esperienze professionali nel campo del restauro e poi ancora a Milano, lavorando anche al fianco della nota Pinin Brambilla.Da anni il nome di Anna Maria Pirovano è unito a quello di Luigi Parma: marito e moglie, i due conducono l'attività di restauratori nel capoluogo lombardo, in via Santa Marta, insieme ad un team di collaboratori. Ed è stato proprio lo studio Parma ad ottenere dai Musei Civici del Comune di Milano, l'incarico di messa in sicurezza delle ventitre tele di Palazzo Sormani, che occupano una superfice complessiva pari a circa 190 mq.
Le tele alle pareti della sala del Grechetto di Palazzo Sormani
Muffe, batteri, sollevamenti, strappi e una foderatura degli anni Cinquanta, hanno messo a dura prova il ciclo pittorico, che risale agli anni compresi tra il 1650 e il 1670 e raffigura il mito di Orfeo che incanta gli animali. Una sequenza narrativa eccezionale che testimonia il contesto culturale e artistico, complesso e mutevole del periodo tra il ‘600 e il ‘700. Prendendo spunto dalla favola mitologica, sono rappresentati paesaggi fantastici, un ambiente bucolico composto da rocce, grandi alberi e spazi aperti, animali di ogni specie, da quelli comuni a quelli esotici, nonché figurazioni mitologiche quali fauni e unicorni, secondo il caratteristico gusto barocco. Orfeo, il protagonista dell'opera, è intento a suonare la viola sotto un gigantesco albero, e appare come il "regista" dell'intera scena. I dipinti, per lungo tempo attribuiti al pittore genovese Giovanni Battista Castiglione detto il Grechetto (da cui deriva il nome della citata sala) recentemente sono stati invece ascritti a due artisti: il fiammingo Livio Mehus e il polacco Pandolfo Reschi.
Un paio di immagini tratte dal servizio in onda lo scorso sabato su Raitre
Una vera e propria enciclopedia naturale che sarà ricollocata a Palazzo Reale il mese prossimo in occasione dell'apertura della mostra, in attesa di un intervento di restauro generale che non può più essere rimandato e che prevede una spesa di circa 300mila euro, da recuperare attraverso una raccolta fondi.
Un'immagine di Anna Maria Pirovano e Luigi Parma al lavoro
Staccato dalle pareti della sala del Grechetto, ripulito e messo in sicurezza, il ciclo pittorico sarà quindi completamente ricostruito com'era prime del trasloco. ''Sono dipinti che hanno sofferto molto: inariditi e molto sporchi a causa dei depositi di polvere e dell'utilizzo di materiali incongrui'' ha detto riferendosi al prestigioso incarico Anna Maria Pirovano, che negli anni si è specializzata nel restauro dei dipinti su tela e tavola, mentre il marito Luigi Parma lavora prevalentemente sugli affreschi. Portano la firma di Tiziano, del Veronese e persino di Andy Warhol alcune delle opere per le quali la casatese - originaria della zona di Santa Margherita e dunque profonda conoscitrice dell'omonima chiesina - ha prestato la propria collaborazione.
G. C.