Casatenovo, Auditorium: altro sold-out per Quartet. ''E' bello sentirsi vivi ad ogni età''

Di nuovo ''tutto esaurito'' per la rassegna teatrale dell'Auditorium di Casatenovo che anche questa volta ha permesso al suo pubblico di confrontarsi con affermati attori del piccolo e grande schermo. Lo spettacolo ''Quartet'' tenutosi nella serata di giovedì 28 febbraio ha visto calcare il palco casatese da artisti di nota esperienza: Giuseppe Pambieri, Paola Quattrini, Cochi Ponzoni e Erica Blanc.

I quattro protagonisti di Quartet sul palco dell'Auditorium

I quattro attori, sotto la regia del celebre Patrick Rossi Gastaldi, hanno portato in scena una a dir poco brillante commedia che, nella sua versione cinematografica (che segna il debutto alla regia di Dustin Hoffman) ha concorso addirittura per i Golden Globe grazie alla sua particolare profondità non comune.
Il testo di Ronald Harwood è stato interpretato in maniera egregia dai quattro attori che hanno vestito i panni di altrettanti cantanti ritiratisi a vita privata presso una casa di riposo popolata da altri - più o meno importanti - musicisti e cantanti di opera.
Prima che i quattro attori si preparassero per entrare in scena abbiamo avuto l'occasione di porre loro alcune domande. Il primo a riponderci è stato Giuseppe Pambieri, raccontando la trama dello spettacolo che sarebbe andato in scena di lì a poco.

''La commedia è di Ronald Harwood, seconda edizione per il regista Patrick Rossi Gastaldi, e vede inizialmente tre di noi, ovvero io (Rudy), Paola Quattrini (Ceci) e Cochi Ponzoni (Titta) interpretare il ruolo di ex cantanti lirici che vivono in questa casa di riposo immersa nel verde di un grande parco. In questa realtà vi sono rimpianti, riflessioni, battibecchi tra i tre per quanto riguarda la loro vita passata, e tutto ciò aiuta il pubblico a delineare i primi personaggi. All'improvviso irrompe la quarta figura interpretata da Erica Blanc (Giulia), la mia ex moglie che con il suo ingresso nella sontuosa casa di riposo scatena una grande confusione e soprattutto l'ira dell'ex coniuge. Qui viene introdotta un'imminente festa che verrà organizzata in onore del ricordo del compleanno di Giuseppe Verdi; festa per la quale tutti gli ospiti della casa di riposo spolvereranno i loro strumenti o ugole al fine di far risuonare di nuovo la loro musica. I quattro protagonisti iniziano a pensare di poter riproporre un loro cavallo di battaglia per il quale si erano conosciuti e frequentati: il quartetto intitolato ‘Bella figlia dell'Amore' tratto da ‘Il Rigoletto' di Verdi. Inizialmente Giulia non vuole cantare, non vi è nessun motivo con cui la si possa convincere a partecipare a questa esibizione per un problema grosso che riusciremo a superare grazie a un semplice e comune espediente. Tutto ciò e tanto altro lo potrete scoprire solo assistendo allo spettacolo'' ha spiegato Giuseppe Pambieri, presentandoci poi il personaggio da lui interpretato.

''E' una figura razionale, molto ponderata: studia, scrive, fa, non ha momenti di follia, ad eccezione di alcuni casi in cui scatta e si adira per il fatto che non gli danno mai la cotognata a colazione, scoprendo così la sua bipolarità. Piano piano durante lo spettacolo riesce a recuperare il rapporto con la moglie che rifiorirà nonostante l'età".
Di seguito è intervenuta Erica Blanc, descrivendoci in sintesi le caratteristiche della ''sua'' Giulia, ''un'ex grande diva tipo Callas che si ritrova in una condizione imbarazzante, ma che soprattutto le fa capire che tutto è cambiato. È la donna rappresentata con tutti i difetti e tutti i pregi. Possiamo dire che è come se io recitassi diversi personaggi perché diverse sono le situazioni nelle quali Giulia si ritrova durante lo spettacolo. Probabilmente è proprio per questo che io mi sento appagata completamente. Penso ce questo sia una delle figure che mi piace di più tra tutte quelle che ho interpretato da quando faccio teatro".

Paola Quattrini ci ha invece descritto Ceci, ''un po' rimbambita, apparentemente molto spiritosa e bambina anche se nascondo delle fragilità. La sua malattia la fa passare da momenti di leggerezza a momenti di grande melanconia caratterizzati dalla ricerca dei suoi genitori scomparsi prematuramente e lontano da lei".
Successivamente abbiamo chiesto agli attori qual è il loro rapporto con l'età, che inesorabilmente avanza per tutti e quindi anche per loro. ''Non mi sono mai sentita più viva se non in questa fase della mia esistenza e in maniera particolare con questo spettacolo'' ci ha risposto Paola Quattrini. ''La mia vita è diventata più importante data la maggior consapevolezza dalla quale deriva più attenzione a tutto ciò che ti circonda, alle amicizie che fai, alle persone che conosci, per cui si gusta tutto di più. In questa commedia e nel ruolo che ricopro in essa, mi sento stranamente più giovane dato che rispecchiandomi nella mia età riscopro quanto si possa essere vitali forti e pieni di voglia di vivere".

Alle parole della Quattrini hanno fatto seguito quelle di Cochi Ponzoni, che ha definito lo spettacolo ''una rappresentazione della vecchiaia molto vitale. Dal punto di vista teatrale è anche spettacolare perché emergono anche tutti i tic che caratterizzano la terza età, cioè la mancanza di memoria, il ripetersi che, alla fin dei conti diventano comici. Allo stesso tempo questi vizi mentali vengono accettati tranquillamente da tutti noi come un fatto naturale che tutti noi viviamo senza alcun tipo di trauma, per cui lo spettacolo riflette la nostra età, anche se non siamo ancora arrivati a quel punto!'' ha detto il celebre attore, ricordato anche per il binomio artistico con Renato Pozzetto.

''Tutti noi i nostri personaggi hanno dei tic anche se, alla fine dello spettacolo, si scopre il motivo per cui questi ultimi sono insorti nelle loro menti. Il bello di questa commedia è il fatto che i personaggi sono descritti molto bene e quindi ognuno di noi ha la possibilità, dal punto di vista tecnico attoriale, di esprimersi a tutto tondo. Non è una commedia che apparentemente può sembrare leggera, anzi gli spettatori che la vedono si commuovono, qualsiasi sia la loro età: quelli della nostra generazione capiscono benissimo quello che succede, i più giovani rivedono i nonni, i genitori. In questo modo noi diveniamo una rappresentazione della terza età con tutti i loro problemi ma senza una sofferenza ulteriore a quella naturale della vita".

In conclusione della conferenza stampa abbiamo chiesto agli attori quale fosse il messaggio che vorrebbero lasciare ai loro spettatori. "Nonostante l'età bisogna andare avanti dato che noi siamo nati per celebrare la vita, e quale modo migliore per fare ciò se non quello di coltivare le proprie passioni mettendole a frutto? E' bello sentirsi vivi a qualsiasi età!" ci hanno detto prima di entrare nei camerini e dare il via allo spettacolo. Scroscianti applausi al termine per tutti loro.

Contributo fotografico di Guglielmo Penati
Giovanni Pennati
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