V.Greppi: il ''romanico'' tema del terzo incontro sulla storia della Brianza

La dottoressa Manuela Beretta
"Il territorio della Brianza è densissimo di testimonianze romaniche" ha detto, chiarendo subito che non avrebbe fatto "un semplice e lungo elenco di opere", preferendo invece dare ai presenti delle "chiavi di lettura per osservare e comprendere il romanico del nostro territorio". Che fa riferimento al Romanico Lombardo, "concetto storiografico che ha trovato espressione anche in Brianza, oltre che nelle due le città che più l'hanno sperimentato, Como da una parte e Milano dall'altra". Proprio l'influenza del capoluogo lombardo è quella che più si è fatta sentire sul territorio brianzolo,ad eccezione delle tecniche di lavorazione della pietra che invece fanno maggiormente riferimento a Como. "Al posto del materiale argilloso più diffuso nelle costruzioni milanesi, in Brianza si utilizzava la pietra sull'esempio dei Maestri Comacini" ha detto l'esperta, aggiungendo come per altri aspetti siano proprio le costruzioni religiose brianzole a riprodurre lo stile milanese, offrendo anche una serie di informazioni sull'autentica e originale conformazione di una chiesa come la basilica di Sant'Ambrogio a Milano. "Quello che vediamo nelle nostre pievi è quanto di più simile abbiamo alla basilica di Sant'Ambrogio originariamente, all'inizio del XII secolo. Sono le nostre pievi a permettere di ricostruire come era Sant'Ambrogio in quell'epoca".

A conferma delle sue parole la dottoressa in storia dell'arte ha mostrato una serie di immagini di edifici e costruzioni in stile romanico nella zona del Lecchese e della Brianza: il battistero di Oggiono, realizzato in forma ottogonale a partire dall'XI secolo sopra un precedente edificio con materiali come ardesia, arenaria, beola, calcare, tufo e serizzo, il complesso dell'oratorio dei Santi Nazaro e Celso a Garbagnate Monastero, la cripta del tipo ad oratorio, con campatelle irregolari coperte da crociere su archi traversi nella basilica e nel battistero di Galliano a Cantù, la chiesa romanica dei Santi Gottardo e Colombano, originariamente parte di un complesso monastico, situata sulla sommità di una collina fuori dal centro abitato di Arlate, frazione del comune di Calco, l'abbazia di San Pietro in Vallate a Cosio Valtellino.

Un'attenzione particolare la relatrice l'ha dedicata al battistero di Galliano a Cantù. "L'esempio più sperimentale del romanico nella zona" l'ha definito, spiegando come sia "fuori dall'ordinario, ben diverso da quello tipico del romanico ambrosiano perchè è monumentale e viene realizzato dopo la chiesa di Galliano". A suo parere, rappresenta davvero "il momento di arrivo del romanico lombardo".
Dopo l'archeologia cristiana e il romanico in Brianza, sarà "La Brianza nelle pergamene dei monasteri medievali" il tema del prossimo incontro del 20 marzo presso l'Antico Granaio di Villa Greppi con la partecipazione della storica Martina Basile.