Oggionese: Viaggio della memoria sulle orme di Giorgio Perlasca a Budapest

Un viaggio sulle orme di Giorgio Perlasca. Si è concluso nella tarda serata di ieri, domenica 10 marzo, il viaggio della memoria 2019, una proposta nata dalla collaborazione tra diversi comuni dell'oggionese (Dolzago, Molteno, Rogeno, Annone Brianza, Castello Brianza, Colle Brianza e Ello) e giunta alla decima edizione.


Accompagnati dal sindaco di Dolzago Paolo Lanfranchi, dal vicesindaco di Molteno Giuseppe Chiarella, dall'assessore di Rogeno Matteo Redaelli e dal sindaco di Ello Virginio Colombo, un gruppo di oltre 150 persone ha partecipato all'iniziativa mettendosi in viaggio nella giornata di giovedì 7 marzo per raggiungere Budapest.
Nella mattinata di venerdì 8 marzo, c'è stato l'incontro con le guide che hanno accompagnato i partecipanti nella visita della città attraverso un percorso che ha permesso di conoscere i monumenti più significativi e contemporaneamente raccontare e celebrare le gesta del nostro connazionale Giorgio Perlasca.

La visita è iniziata nella zona di PEST: dal Parco pubblico del Varosliget Boschetto della città con Terme Szechenyi, Piazza degli Eroi in cui è stata spiegata la storia dell'Ungheria attraverso i personaggi della Piazza, il vecchio quartiere Ebraico con le strette stradine, la Grande Sinagoga e la Chiesa di Belvaros per arrivare al consolato della Spagna dove ha avuto inizio l'introduzione a Giorgio Perlasca il quale, durante la seconda guerra mondiale, si finse Console Generale Spagnolo e salvò più di cinquemila ebrei ungheresi dai campi di sterminio. Commovente poi la visita del Museo dell'Olocausto che ha permesso di comprendere come anche l'Ungheria sia stata toccata dalla più grande tragedia che l'uomo possa ricordare.

La commemorazione vera e propria si è tuttavia svolta presso l'Istituto Italiano di Cultura di Budapest ove, accolti dal Direttore dell'Istituto Gian Luca Borghese, i rappresentanti dei quattro comuni presenti hanno commemorato le vittime dell'olocausto.
Paolo Lanfranchi ha rimarcato il senso della visita, ovvero la conoscenza di un personaggio come Giorgio Perlasca che "ci ha insegnato un "modo d'essere", la necessità di prendere posizione, personalmente, a volte anche in maniera "irrazionale", allo scopo di poter scongiurare gli orrori di un regime totalitarista". Giuseppe Chiarella ha invece voluto denominare i partecipanti del Viaggio della Memoria come "Sentinelle della Memoria": "Le sentinelle sono coloro che sono messe a guardia di qualcosa; in questo caso sono messe a guardia della memoria di quanto si è verificato nel 1900 onde evitare che quanto accaduto possa ripetersi" ha affermato.

È seguito l'intervento di Matteo Redaelli che ha ripreso la domanda che Perlasca poneva nelle sue memorie: "cosa verrà ricordato di questo secolo?". "Non si tratta di un mero ricordare fatti avvenuti nel passato. Fare memoria esige anche una domanda su cosa quei crudi eventi vogliono dire e insegnare al nostro presente oggi".
Virginio Colombo ha infine voluto porre l'accento sulla drammaticità di quanto accaduto con l'interrogativo di come sia stato possibile che si verificasse una tragedia simile.

La visita è proseguita con la visita del Palazzo del Parlamento, la Basilica di Santo Stefano e il Monumento delle Scarpe che, poste sulla riva del Danubio, sono un memoriale dell'Olocausto, opera del regista Can Togay realizzato insieme allo scultore Gyula Pauer. L'installazione artistica è stata inaugurata il 16 aprile 2005 nella Giornata ungherese della memoria per il 60° anniversario della Shoah. L'opera è un gruppo scultoreo che raffigura delle scarpe poste sul ciglio della banchina della sponda del Danubio sul lato di Pest e ricorda un massacro di cittadini ebrei compiuto, durante la seconda guerra mondiale, dai miliziani del Partito delle Croci Frecciate che collaborarono con i nazisti nella deportazione e sterminio di migliaia di ebrei ungheresi. Dopo averli imprigionati nelle loro stesse case all'interno del ghetto di Budapest, i miliziani decisero di assassinare le proprie vittime in città. Gli ebrei venivano trascinati lungo il fiume Danubio, legati a gruppi di tre e uccisi con un colpo alla nuca; i loro cadaveri venivano gettati nel fiume.

La giornata di sabato 9 marzo è proseguita con la visita della zona di Pest partendo dal Ponte delle Catene e poi nella zona di Buda con la Chiesa di Mattia, i Bastioni dei Pescatori, Piazza della Santissima Trinità, il Palazzo del Presidente e il Castello di Buda conosciuto anche come il Palazzo Reale.
Nel pomeriggio il gruppo ha raggiunto Lubjana, capitale della Slovenia che ha avuto modo di conoscere meglio nella giornata di domenica 10 marzo con la visita agli eleganti palazzi dall'aspetto austro-ungarico e interessanti musei tra cui quello Municipale e il Museo di Arte Moderna dove ogni due anni si tiene un'importante biennale internazionale di arti grafiche e il bel Castello raggiungibile solo con la funicolare.

I partecipanti sono infine rientrati nella serata di domenica, al termine di un viaggio tra cultura, bellezze e memoria dei tragici fatti del secondo conflitto mondiale.
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