Cremella: nel 2016 andò a fuoco il giardino del suo ''vicino''. Un pensionato a processo

Il tribunale di Lecco
Era il 27 dicembre 2016 quando nel giardino di un'abitazione di Via per Verdegò, a Cremella, divampò un rogo che si estese alla proprietà confinante, arrecando danni alla recinzione e all'attigua siepe. Dell'episodio si è discusso quest'oggi in tribunale a Lecco, nell'ambito del procedimento che vede un pensionato con residenza appunto in paese, chiamato a rispondere dell'accusa di incendio colposo. Secondo quanto rilevato dai carabinieri quel giorno - anche sulla base di alcune testimonianze raccolte - sarebbe stato proprio il focolaio acceso dal cremellese all'interno della sua proprietà a causare l'evento, complice anche il vento che soffiava in maniera intensa nel tardo pomeriggio di quel dicembre di più di due anni fa.
Stamani sono stati diversi i testimoni chiamati a riferire in merito a quanto accaduto in quella circostanza al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio. Dagli operanti - ovvero i militari della locale stazione - ai vigili del fuoco, passando per i vicini di casa dell'imputato, con il capo famiglia costituitosi parte civile tramite l'avvocato Mauro Tosoni. Secondo quanto è emerso nel corso dell'istruttoria odierna, quel giorno le fiamme avevano avvolto in pochi minuti sia la recinzione esterna della proprietà (per una lunghezza di 30, 40 metri circa), sia parte della vegetazione, causando danni stimati in 2mila euro o poco più.
Un episodio che a detta della parte civile non sarebbe isolato, avendo già notato in precedenza il vicino di casa (con il quale sembra che i rapporti fossero tesi da tempo) bruciare il fogliame in giardino. Accuse però respinte al mittente dall'imputato, con il suo difensore - l'avvocato Igor Di Maria del foro di Como - che ha rilevato come le vittime quel giorno non avessero visto il suo assistito accendere fuochi.
Il pompiere del distaccamento di Merate escusso questa mattina ha precisato come all'arrivo della sua squadra il rogo fosse ancora in corso e sebbene stessero bruciando una porzione di terreno, un giardino limitrofo e una siepe, non si era presentata ai loro occhi una situazione di potenziale pericolo per la salute umana, dal momento che le abitazioni non si trovavano nelle immediate vicinanze. Nessuna sostanza accellerante inoltre, è stata rinvenuta sul posto dai pompieri, sebbene le indagini e tutti gli accertamenti del caso fossero stati eseguiti dai militari, che avevano anche raccolto alcune testimonianze, tra i coinvolti ma non solo. Prima di chiudere l'udienza odierna è stato ascoltato anche un teste della difesa che poco prima che si sviluppasse l'incendio si trovava a casa dell'imputato. ''C'era un mucchio di foglie che bruciavano in giardino, così lui ha preso il badile per spegnere le fiamme. Io poi sono andato via'' ha detto il teste riferendosi al padrone di casa.
Si torna in aula il prossimo 18 giugno per l'esame dell'imputato e la discussione finale.
G. C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.