Casatenovo: 'Passione' il tema della serata con Paolo Crepet che 'riempie' l'Auditorium

La passione è quella cosa che ci fa sentire vivi, ci fa osare, ci aiuta a spingerci un po' più in là rispetto a quelli che sono i nostri limiti. Ma non è sempre così facile mantenere inalterata la nostra passione, che ad un certo punto rischia di sbiadirsi, di perdere l'elasticità originaria.

Da sinistra Paolo Crepet, don Marco Crippa e Filippo Galbiati

Questo e molto altro sono stati gli argomenti sviscerati venerdì sera in Auditorium da Paolo Crepet, lo psichiatra di fama nazionale, ospite di molte trasmissioni televisive, invitato a parlare dinnanzi ad un Auditorium gremito da Donne e Mamme e dalla Pro loco, associazioni presiedute rispettivamente da Lorena Crippa e Rosa Adele Galbiati, in occasione dell'uscita del suo nuovo libro, dal titolo - neanche a farlo apposta - Passione.

Il saluto di Rosa Adele Galbiati, presidente della Pro loco

In un dialogo continuo con il parroco di Monticello e Torrevilla, don Marco Crippa, affiancato dal sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati, il prof.Crepet ha parlato per oltre due ore dinnanzi all'attento e numeroso pubblico intervenuto all'appuntamento serale casatese, spiegando innanzitutto le ragioni che lo hanno portato a scrivere un libro sul tema, che potrebbe sembrare all'apparenza banale, ma non lo è affatto.

''Ho sessantotto anni e ad un certo punto ti accorgi che ci sono degli obblighi che prima non hai. Bisogna navigare, poi ci sono delle responsabilità: dire quali rotte hai preso, quali suggerimenti ti ha dato la vita. Ho sempre pensato che va scritto quello che senti, che ti porti dentro. E' un dovere nei confronti di chi mi ha trasmesso la passione: i miei genitori, i miei nonni, ma anche chi ho conosciuto casualmente. Perchè fra le cose che mi infastidiscono c'è proprio la mancanza di riconoscenza'' ha esordito Crepet, indicando le due ragioni che contribuiscono ad annaccuare la passione, a farle perdere la sua brillantezza.

Il boom economico da un lato, e la rivoluzione digitale - che ha cambiato la nostra quotidianità - dall'altro. Quest'ultima a detta dello psichiatra avrebbe prodotto risultati meravigliosi, ma anche effetti collaterali preoccupanti, come l'idea che possiamo bastare a noi stessi. Invece no. ''Dobbiamo pensare che il coraggio e la passione siano un buono strumento per costruire la nostra vita, come se fosse un palazzo, che poi realizziamo sulle base delle nostre scelte'' ha aggiunto.


Lo psichiatra ha poi criticato lo strumento dei ''social''. ''Se non li usassimo per un anno leggeremmo cento libri in più. E se smettiamo di leggere, di informarci, è un problema. Siete sicuri che la repubblica dei like sia la forma di consenso più libera che ci sia?'' ha domandato provocatoriamente al pubblico, ritenendo invece la libertà strettamente legata alla cultura. La comunicazione istantanea - quella di whatsapp tanto per intenderci - impedisce i discorsi, mentre il cervello va costantemente allenato altrimenti c'è il rischio che si atrofizzi, senza ''delegare alla tecnologia le nostre capacità''.

Paolo Crepet al banchetto di PeregoLibri, partner della serata insieme a Riva Assicurazioni

Criticati anche gli amici virtuali di Facebook, perchè l'amicizia, quella vera è un'altra cosa. ''E' dura, va coltivata e innaffiata. E' come un setaccio, che si forma più sui funerali che sui matrimoni. C'è la vita, l'amore e poi ci sono gli amici: quelli che arrivano quando hai bisogno'' ha proseguito Paolo Crepet, parlando poi dei giovani e della necessità che siano carichi di passione, anche incontrollabile come una sorta di tappeto volante, perchè ''un adolescente che non è inquieto è inquietante''.

E ai genitori presenti in sala, l'ospite ha chiesto di non essere ''sindacalisti'' dei loro figli, che devono imparare a cadere, così da saper rialzarsi più forti di prima. ''Ci sono un sacco di ragazzi che non escono di casa, vivono chiusi nella loro stanza e comunicano soltanto via web. Vogliamo far finta che tutto vada bene?'' ha chiesto di nuovo alla platea lo psichiatra, esortando i ragazzi a lottare per quello in cui credono. ''Fate soltanto le cose che vi appassionano, quelle che non vi piacciono lasciatele lì. Bisogna lottare per la propria idea e la propria visione delle cose, senza cercare per forza il consenso. Quello lo si crea'' ha detto Paolo Crepet, invitando invece i genitori a essere ''istruttori di volo. Dovete regalare i vostri figli le piume per le ali affinche imparino a volare. Poi torneranno indietro da voi, ma per raccontarvi quello che hanno fatto'' ha aggiunto.

La serata è proseguita sino alle ore 23 passate, sempre più ricca di spunti di riflessione. Come quello lanciato da don Marco sul rapporto tra morte e passione o la difficoltà sempre più evidente - segnalata dal sindaco Galbiati - di far sì che la comunità si appassioni alla politica. Un appello che il primo cittadino ha spiegato di rivolgere spesso alle giovani generazioni, ricordando i tempi passati in cui la cultura di massa si spendeva ''per l'altro'', in contrapposizione all'atteggiamento di chiusura dei giorni nostri.
G. C.
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