Casatenovo: il partigiano e scrittore Nuto Revelli protagonista del libro del dr.Mendicino
E' Nuto Revelli il protagonista dell'ultimo libro di Giuseppe Mendicino. Alpino, partigiano e scrittore cuneese nato poco più di un secolo fa, il 21 luglio 1919, Benvenuto (Nuto) Revelli è stato autore di libri che spaziano dalla seconda guerra mondiale alla vita nell'Italia contadina degli anni Ottanta. Il tutto nella consapevolezza di quanto fosse importante il valore della testimonianza alle giovani generazioni.
Nuto Revelli a Cuneo nel 1989 (foto di Giovanna Borgese)
Un'opera, quella di Mendicino (che a Casatenovo svolge da quattro anni il ruolo di segretario comunale) pensata soprattutto per far conoscere anche al di fuori dei confini piemontesi, un uomo che si è battuto in difesa del mondo contadino abbandonato a se stesso, soprattutto quello delle montagne, ponendo grande attenzione all'ambiente, in un costante invito a ''non cadere nell'indifferenza'', ''a respingere il conformismo e la prepotenza'', ad essere sempre ''ribelli per giusta causa''.Non a caso il volume edito da Priuli e Verlucca, si intitola ''Nuto Revelli. Vita, guerre, libri'', esattamente come la biografia dedicata nel 2016 da Mendicino all'amico Mario Rigoni Stern ("Mario Rigoni Stern. Vita, guerre, libri").
Nuto Revelli e il mondo dei vinti (foto di Giovanna Borgese)
I tre partigiani vanno a morire. Una foto appesa per anni nello studio di Revelli
Un legame forte univa infatti a Revelli al grande scrittore dell'Altipiano d'Asiago, ma anche a Primo Levi (di cui proprio oggi ricorrono i cento anni dalla nascita). I tre erano infatti accomunati dagli stessi valori, ma soprattutto da un'etica civile forte che traspare in tutte le opere. ''Noi tre abbiamo attraversato alcune grandi tragedie del Novecento, siamo come tre petali di un trifoglio'' scrisse Primo Levi, riferendosi alla tragica prigionia nei lager tedeschi (lui e Rigoni), alla ritirata di Russia (Rigoni e Revelli), alla guerra partigiana (lui e Revelli). Esperienze dalle quali sono usciti con molta dignità, cercando di lavorare molto sulla memoria, con uno sguardo rivolto al passato ma allo stesso tempo proiettato al futuro, in un costante bisogno di raccontare e di testimoniare. Perché le tragedie della storia che dimentichiamo poi tendono a ripetersi.
Nuto Revelli con il pittore Gianni Bevilacqua nel 1993 (foto di Gianna Bevilacqua)
Una bandiera di Giustizia e Libertà e a destra le baite di Paraloup (in Valle Stura, nel comune di Rittana - Cuneo)
''Quando Nuto Revelli negli incontri pubblici ricordava ciò che aveva vissuto, risvegliava dentro di sé una grande sofferenza. E come lui anche Levi e Rigoni Stern. Eppure hanno voluto raccontarlo affinché la memoria non andasse perduta'' ha spiegato Mendicino che ha dedicato un capitolo a ciascuno di loro nel suo volume Portfolio Alpino. ''Hanno vissuto in coerenza con i loro principi morali, non tirandosi mai indietro di fronte alle ingiustizie''.
Tre personaggi con principi molto simili, ma con caratteristiche profondamente diverse. Rigoni Stern attento alla natura, con uno stile di scrittura quasi poetico; Primo Levi contraddistinto da forte razionalità e notevole conoscenza scientifica. Infine Revelli, dal linguaggio incalzante e comunicativo, i cui libri rappresentano ''un impasto di leggerezza e profondità. Tutti e tre molto chiari nei loro scritti ''.
Nuto Revelli tra i partigiani nel giugno 1944
L'agenda di Nuto Revelli
"Aderirono a Giustizia e Libertà, il movimento nato per conciliare libertà individuale e solidarietà sociale, che fu tra i meglio organizzati e combattivi durante la Resistenza. Purtroppo il Partito d'Azione, che rappresentava quel movimento, uscì sconfitto dalle prime elezioni del dopoguerra e così quel patrimonio di cultura, politica e non, si disperse'' ha spiegato l'autore ricordando alcuni uomini che fecero parte di quel movimento: Piero Calamandrei, Emilio Lussu, Renato Chabod, Norberto Bobbio, Carlo Casalegno, Enzo Biagi, Alessandro Galante Garrone, Ugo La Malfa, Carlo Azeglio Ciampi, Riccardo Lombardi, Dante Livio Bianco, Ferruccio Parri.
Da sinistra Primo Levi, Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli nei primi Ottanta
(archivio famiglia Rigoni Stern)
Nuto Revelli in divisa da sottotenente
Molto legato alla civiltà contadina, Nuto Revelli non nascose mai la sua insofferenza verso l'inurbamento e il conformismo cittadino: ''Scappo da Cuneo, città sorda e bigotta e cerco il mondo dei vinti dove un dialogo è ancora possibile, dove col dialogo respiro la vita. E' il mondo dei vinti che mi apre alla speranza, che mi carica di una rabbia giovane, che mi spinge a lottare contro una società sbagliata'' scrisse l'autore nella sua opera ''Il mondo dei vinti''.
Giuseppe Mendicino, autore del volume
Gloria Crippa