Costa: la favola dei bambini della primaria premiata al concorso 'Andersen' di Sestri

I signori Blu, Giallo e Rosso, con tanto di mogli, come protagonisti. Milioni di colori a fare da sfondo. Un lavaggio sbagliato in lavatrice, che porta ad una morale tutt'altro che scontata.
La favola scritta dai bambini della scuola primaria di Costa Masnaga ha avuto anche un meritato lieto fine: la vittoria al Premio Hans Christian Andersen Baia delle Favole di Sestri Levante.
Ma c'è di più. E come in ogni storia che si rispetti, partiamo dall'inizio.

La maestra Elide Panzeri al centro durante la premiazione

C'era una volta, un laboratorio di scrittura creativa per i bambini di prima e quinta elementare.
"Si tratta di un laboratorio che organizziamo tutti gli anni a classi aperte", ha spiegato Elide Panzeri, insegnante referente del progetto. "Partiamo insieme da alcuni disegni, da idee dei bambini. Poi io abbozzo la favola scritta, la leggo ai bambini che mi esprimono la loro opinione. I bambini di prima elementare hanno inventato il titolo, quelli di quinta si sono impegnati in un brain storming. Nascono altre idee, modifichiamo insieme la traccia e cosi via, finchè tutti insieme siamo soddisfatti del risultato finale. E quando è la storia pronta, la inviamo a Sestri Levante". Per il Premio Andersen, la scuola primaria Moro dell'Istituto Comprensivo di Costa Masnaga è una vecchia conoscenza. "Da molto tempo partecipo con favole mie. Due anni fa, invece, con lo stesso metodo di lavoro, abbiamo inviato un'altra favola: il titolo era "Il pesciolino bianco", scritta con alcuni bambini di origine extracomunitaria di classe prima. Non abbiamo vinto ma abbiamo ricevuto una segnalazione speciale dalla giuria".

Nato nel 1967 e oggi rinomato a livello nazionale ed internazionale, il concorso Andersen Baia delle Favole è dedicato alla letteratura per l'infanzia, con sezioni specifiche per ogni età. E da quest'anno, il nome dei bambini costamasnaghesi spicca nell'albo d'oro del Premio insieme a grandi della letteratura come Calvino, Moravia, De Filippo, Zavoli, Castellaneta.
"Il titolo è "Mescolanze" e la favola racconta di tre colori primari e delle loro tre mogli: il Signor e la Signor Blu, Giallo e Rosso. Tutto è nato da un pannello che abbiamo realizzato per un altro concorso, incentrato proprio sui colori primari: il lavoro realizzato, purtroppo, non è stato premiato, ma ci ha dato alcune idee per la storia".
E cosi, si parte. "Una volta, il mondo era solo di tre colori: Rosso, Giallo, Blu", che "[...] abitavano sullo stesso pianerottolo" e "litigavano spesso, anche animosamente, perché ciascuno voleva essere il Primo dei primari". Ma mentre i mariti litigano, le mogli diventano grandi amiche, e oltre gli oggetti colorati di rosso, di giallo e di blu, decidono di impegnarsi per "colorare il mondo intero", tra colpi di scena e sorprese che non vogliamo rivelare e lasciare alla lettura, per riscoprire la gioia, la trepidazione, lo stupore, che solo leggere una favola può regalare.

Unica anticipazione: il lieto fine c'è. E non solo quello della vittoria. "Sicuramente siamo molto soddisfatti: si tratta di un concorso davvero importante, e avere ricevuto per due volte un riconoscimento è un risultato di prestigio. Abbiamo annunciato ai bambini la vittoria il giorno in cui abbiamo distribuito le schede di valutazione finale, ed erano contentissimi", ha proseguito l'insegnate. "Con la nostra favola abbiamo voluto mostrare che i conflitti ci sono, esistono, ma la cosa importante è come si vivono. Se portati alla guerra, diventano scontri; con l'apertura agli altri, la tolleranza, il confronto positivo, il rispetto, si possono risolvere pacificamente, anche mantenendo ognuno la propria idea. Nella motivazione alla premiazione, scritta da Lidia Ravera, si legge che questa favola ha uno sfondo femminista: secondo noi, è femminista nel senso del valore aggiunto che le donne possono dare nella creatività. Ed è per questo che vorrei dedicare questa favola a tutte le donne".

E qual è il valore aggiunto di questa esperienza? "Sicuramente, il percorso svolto insieme ai bambini, ascoltare le loro idee, lavorare insieme. E poi la speranza è che nei bambini resti questo amore per la scrittura, nata da idee diverse. Molti alunni si sono messi in gioco scrivendo favole individualmente". E chissà che i finali lieti diventino sempre di più.
MESCOLANZE.

Una volta,
il mondo era solo di tre colori: Rosso, Giallo, Blu.
I colori primari, per l’appunto.
I tre abitavano sullo stesso pianerottolo, dietro la porta del proprio colore.
Litigavano spesso, anche animosamente, perché ciascuno voleva essere il Primo dei Primari.
A ben guardarli, il signor Blu, il signor Giallo e il signor Rosso, erano molto simili tra loro, si distinguevano per il colore dei capelli: un unico ciuffo di setole ritte, rosso giallo o blu, proprio come i pennelli da pittura.
Oltre agli abiti rigorosamente monocolore, quello del proprietario.
Come lavoro, ognuno colorava le cose del mondo di sua pertinenza.
Così il signor Blu  dipingeva lapislazzuli, pavoni reali, fiori di iris, Blu Butterfly … ma la cosa che lo impegnava di più era tinteggiare il cielo notturno e le acque degli oceani.
Allora faceva gli straordinari e non si fermava neanche per mangiare … sempre e solo marmellata di mirtilli.
A sua volta il signor Giallo colorava limoni, banane, pulcini, ginestre e mimose, pannocchie di mais, ma impazziva quando, nel turno di notte, doveva dipingere le stelle del firmamento. Quelle non finivano mai e quando pensava di aver finito, si voltava e ne contava ancora a miriadi.
Anche il signor Rosso era super impegnato: fragole e ciliegie, rose rosse per gli innamorati, nasi da clown, rossetti per belle donne e guantoni da boxe per giovinotti forzuti erano all’ordine del giorno. Ma quando si trattava di colorare le fiamme del fuoco, allora sì che il lavoro oltre che duro si faceva molto pericoloso. In quei giorni il signor Rosso era inavvicinabile e fumava come il camino di un vulcano.
Ciascuno dei tre colori era molto orgoglioso del proprio lavoro e non perdeva occasione per vantarsene con gli altri due.
⦁    Pensate se non colorassi più l’acqua …
⦁    Ah sì? E se io non dipingessi più il sole?
⦁    E senza il fuoco, allora?
E così, ogni sera, mentre rincasavano, in un crescendo di toni rabbiosi che le rispettive mogli sentivano a distanza, anche con le finestre chiuse.
La signora Giallo, la signora Blu e la signora Rosso, al contrario dei loro mariti, erano grandi amiche e non appena quelli uscivano per lavorare, loro si trovavano a casa dell’una o dell’altra per chiacchierare, per prestarsi le cose degli altri colori, per assaggiare cibi,  stufe di mangiare, vestire, pensare sempre e solo monocolore.
La più golosa era sicuramente la signora Blu che di mirtilli non ne poteva più!
Poi si scambiavano abiti e accessori provando e riprovando accostamenti e combinazioni.  La signora Rosso andava pazza per i monili d’oro, la Giallo per gli zaffiri e la Blu per i rubini.
Insomma, si divertivano un sacco fino a quando la sirena di fine lavoro suonava e allora rientravano nelle rispettive case e aspettavano i consorti che puntualmente si preannunciavano  con sonore litigate.
Qualche volta avevano tentato di spiegare al marito  quanto si erano divertite nelle case degli altri colori, ma quello, prima si era arrabbiato, poi aveva cominciato a decantare quanto fosse bello, unico, eccezionale  il colore di famiglia, il proprio.
E tutto finiva lì.
Alla domenica, i coniugi uscivano per fare una lunga passeggiata: i mariti illustravano alle mogli, nei minimi dettagli, tutte le cose che avevano dipinto durante la settimana.
Quelle osservavano con attenzione ma non potevano fare a meno di buttare l’occhio sugli altri  due colori giungendo ogni volta alla stessa conclusione:
il rosso, il giallo e il blu erano belli nella stessa misura, ma se lo sguardo spaziava, oltre le singole cose colorate, tutto il resto del mondo galleggiava su uno sfondo incolore che toglieva felicità alla vista.
Proprio come quei libri da colorare che trasudano tristezza finchè un bambino non ci mette mano e li riempie di colori.
Perché i loro mariti non si chiedevano mai di che colore fosse ad esempio  l’erba del prato?  E le chiome degli alberi? E le montagne? E il becco degli uccelli?
Per dirla in breve:
DI CHE COLORE ERANO TUTTE LE COSE NON ROSSE, NON GIALLE E NON BLU ?
Di questo cominciarono sempre più a parlarne nei loro segreti incontri, finchè,  stanche delle loro stesse chiacchiere,  decisero di fare qualcosa per colorare il mondo intero.
Studiarono formule chimiche, architettarono piani e fecero progetti. Trasformarono le loro cucine in laboratori pieni di alambicchi fumanti e provette di strane soluzioni.
Si rivolsero anche a una maga che spillò dalle loro tasche un mucchio di soldi in cambio di un misero vasetto di grigio asfittico.
Eppure ci doveva essere un modo, non potevano rassegnarsi a un mondo “threecolors”. Ma l’impresa sembrava impossibile.
Una sera, dopo l’ennesima giornata di prove, tentativi e molti fallimenti, deluse si tolsero i grembiuli, si salutarono e rincasarono.
La signora Blu riordinò in fretta la cucina facendo sparire tutto prima del rientro del marito e così non si accorse che a terra insieme al suo grembiule di lavoro c’era anche quello della amica Giallo.
Prese tutto, scese in lavanderia e infilò gli indumenti da lavoro in lavatrice, mise il detersivo e programmò la temperatura: 90 gradi, quel giorno infatti gli esperimenti erano stati particolarmente sporchevoli. Mise in moto,  poi salì a preparare la cena.
Quando il mattino dopo aprì l’oblò della lavatrice, non poteva credere ai suoi occhi:
nel cestello c’era un nuovo colore, NON rosso, NON giallo, NON blu!
Allora si ricordò tutto … due grembiuli a terra, uno blu e uno giallo, la lavatrice, la temperatura … ecco spiegato il miracolo.
La signora Blu ancora eccitata chiamò a gran voce le altre due amiche  che davanti alla magica lavatrice rimasero mezz’ora a bocca aperta.
Poi, con grande cautela, tolsero i panni con la paura  che solo  a toccarlo il neo colore sparisse, come per incanto. Così com’era apparso.
Riprovarono. Era proprio vero: un po’ di blu e un po’ di giallo mescolati insieme davano quel colore brillante  mai visto prima.
⦁    Lo chiameremo … VERDE.  Verde come l’erba del prato, le foglie degli alberi e gli steli dei fiori!
Dissero in coro.
La signora Rosso, però, si sentiva un po’ esclusa dalle due amiche che abbracciate non la smettevano di saltellare tutto in tondo, super eccitate per l’eccezionale scoperta.
Ma la sua tristezza durò poco, perché una delle due propose:
⦁    Vieni, proviamo anche con te!
E così il rosso e il giallo fecero l’ARANCIONE e finalmente il becco degli uccellini ebbe un colore, oltre che una forma.
E poi fu la volta del rosso e del blu; ne uscì un intenso colore VIOLA fatto apposta, lo diceva il nome stesso, per le viole del pensiero.
Da quel momento, le tre donne non si fermarono più: mescolarono i colori primari con i secondari e i secondari tra loro.
Provarono a unire tutti i colori e ottennero il NERO, ottimo per il carbone, ma se li tenevano separati, il piatto restava BIANCO e così era sistemata anche la neve.
Una cosa fu subito certa: da tutte quelle mescolanze non uscì un solo colore brutto!
Poi armate di barattoli, latte, vasetti, pennelli, pennellesse e rulli, uscirono a colorare quel pezzo di mondo fino ad allora opaco.
I mariti vedendole arrivare, non riuscirono a dire nulla e si limitarono a guardarle con curiosità.
Intanto,  tutte le gocce di colore che cadevano a terra si posarono sui petali dei fiori di campo, quelle alzate dal vento si fermarono sulle ali delle farfalle e quelle ancora che caddero nelle acque diedero origine agli stupendi pesci tropicali.
Poi fu la volta dei mammiferi: la giraffa che fino ad allora era stata color giallo banana, indossò un elegante mantello disseminato di larghe macchie colore bruno ruggine; quello dorato della tigre si abbellì di irregolari pennellate nere e bianche.
Nel colorare la pelle degli uomini successe un mezzo pasticcio.
La signora Rosso aveva preparato un enorme bidone di color rosa e cominciò.
La signora Blu, che amava le tinte più decise, le si affiancò con un bel color marrone scuro che stendeva come seconda mano.
Ma gli uomini sono tanti, tantissimi e così il marrone, anche se più volte diluito, finì, mentre il rosa bastò per tutti.
La pelle dei primi ad essere colorati andava dall’ebano all’ambra, quella degli ultimi era chiarissima quasi diafana.
⦁    Non sarà mica un problema?
Si chiesero la signora Rosso e la Blu.
⦁    Non credo proprio, che dà la vita è il sangue, ROSSO per tutti!
Anche per il colore dei capelli la gara fu serrata.
La signora Giallo preferiva il biondo (ovvio), la Blu il bruno ma anche il nero corvino, la Rosso l’arancione.
Per il colore degli occhi talvolta successe che in due vincessero la sfida.
Ecco spiegato perchè alcune persone  hanno un occhio di un colore e il secondo di un altro.
Tutti gli uomini erano strafelici dei loro colori: finalmente non erano più opachi, trasparenti … praticamente  invisibili.
Le tre amiche colorarono senza sosta per giorni e giorni finchè esauste si sdraiarono su un prato verde a guardare il cielo azzurro.
⦁    Ragazze, chi l’avrebbe mai detto ? Bastava mescolarci per avere questa meraviglia!
Poi affittarono un grande capannone e dentro vi ordinarono tutti i colori.
Li classificarono per nascita : i primari e i secondari.
Per temperatura: colori freddi e colori caldi.
Per tonalità: i chiari e gli scuri.
Per gradazioni: dappertutto era un salire e scendere di scale cromatiche.
Per emozioni: la fifa è blu, l’invidia verde, vedono tutto rosa gli innamorati, tutto nero i pessimisti, diventi bianco dalla paura e rosso d’ira.
Ogni tanto i signor Giallo,  Blu e Rosso, passavano dal COLORIFICIO delle loro mogli.
Appena entravano riuscivano a stare zitti anche per dieci minuti, estasiati da quella meraviglia multi cromatica.
Ma poi, inevitabilmente, riattaccavano con la solita solfa:
⦁    Ma … dico io, vi immaginate tutto questo senza il Blu?
⦁    E senza il Rosso, allora?
⦁    Ma vogliamo parlare del ruolo del Giallo?
E uscivano litigando su chi di loro fosse … il Primo dei Primari.
La signora Giallo, la signora Rosso e la signora Blu si guardavano, sorridevano  e poi pensavano la stessa cosa.
Era stato più semplice colorare il mondo opaco che far cambiare idea  a quei tre testoni dei loro mariti.
Poi riprendevano a miscelare colori e così facendo erano felici e contente.

Laura Vergani
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