Costa, basket: 3 ragazze in arrivo grazie al progetto di ospitalità 'un’atleta in famiglia'

La proposta è di coniugare la solidarietà allo sport, facendo crescere talenti all'interno di famiglie fidate che possano garantire alle atlete un contesto familiare sicuro e tranquillo.
"Il progetto nasce principalmente da due motivi: uno agonistico e uno sociale. Volevamo provare ad ampliare il reclutamento delle giovani anche fuori regione tenendo conto di lavorare con atlete con una certa importanza atletica e fisica. allo stesso tempo vorremmo creare un percorso che da una chance a ragazzi che magari non hanno la possibilità di potersi traferire" ha riferito il direttore Fabrizio Ranieri "Bicio".
Basket Costa si è impegnata non solo nel reclutamento delle atlete e nell'individuazione delle famiglie ospitanti, ma anche ad accompagnare entrambe, per tutto il periodo di permanenza delle atlete, con un servizio di tutoring. Un tutor, infatti, seguirà sia l'atleta sia la famiglia ospitante e quella d'origine, la copertura dei trasporti casa-palestra e il supporto nello studio se necessario. Alle famiglie è stato chiesto l'impegno di vivere l'esperienza di ospitalità per un anno, assicurando all'atleta una stanza, anche in condivisione, un posto a tavola, un eventuale supporto logistico nel tragitto casa-scuola in un contesto familiare sereno ed equilibrato.
"Abbiamo fatto alcuni incontri per presentare il progetto e abbiamo avuto la disponibilità di tre famiglie. Siamo partiti con un patto educativo per la famiglia, l'atleta e la società di provenienza e abbiamo poi stretto un accordo legale assicurativo e scolastico che potesse essere accettato" ha proseguito Bicio.
È stato in seguito pubblicato il bando pubblico che permetterà di far studiare sul territorio lecchese tre ragazze provenienti da Liguria, Toscana e Veneto. Dovranno frequentare la terza media, la prima e la seconda superiore. Una volta individuata l'atleta da ospitare, il tutor ha messo in contatto le due famiglie perché si potessero preventivamente incontrare e conoscere. Il tutor resterà il punto di riferimento per entrambe. Verrà avviata l'accoglienza per un anno e sarà garantito un monitoraggio periodico dell'andamento dell'esperienza. "Quest'anno avviamo un progetto pilota, di sperimentazione per vedere se tutto funziona. Intanto proveremo ad ampliare il numero di persone interessate e a mettere in primo piano l'accordo con le famiglie. Durante l'anno ribadiremo nuovamente il concetto per far capire che quest'esperienza serve a coniugare l'aspetto agonistico a quello sociale. Abbiamo anche aperto un fondo alla Fondazione comunitaria del lecchese: chiunque è interessato può sostenere l'iniziativa" ha concluso il direttore.
M.Mau.