Rogoredo: in tanti ai funerali di Gianluca Giovinazzo. ''Ha sempre fatto il suo dovere sul lavoro, in famiglia e con gli amici. E agli occhi di Dio è questo che conta''
Non c'è bisogno di fare qualcosa di straordinario. A volte basta la nostra presenza, basta fare il nostro dovere. E Gianluca Giovinazzo, ''il Belva'' come lo chiamavano i suoi amici più cari, lo ha fatto, lasciando un segno grande nel cuore e nella mente di chi lo aveva conosciuto.
Una veduta dall'alto del cortile dell'oratorio di Rogoredo dove si sono svolte le esequie di Gianluca Giovinazzo
Lo hanno dimostrato le tantissime persone che questo pomeriggio hanno affollato l'oratorio di Rogoredo, in occasione delle esequie del 38enne, vittima di un infortunio sul lavoro avvenuto lo scorso venerdì mattina alla Bri.Con di Via Madonnina.
Un'azienda che per il casatese non rappresentava soltanto il luogo dove quotidianamente si recava a lavorare, ma una seconda casa, tanto era forte il rapporto di stima e amicizia che lo legava ai titolari e al resto dei dipendenti. Ma venerdì mattina il destino ha voltato le spalle a Gianluca, ha tradito tutti i suoi sogni, spazzando via in pochi secondi un futuro pieno di speranza e un cammino che avrebbe dovuto essere ancora lungo, da percorrere mano nella mano accanto alla sua Serena, la 26enne con la quale si era unito in matrimonio poco più di un anno fa.
Occhi lucidi e segnati dal dolore accomunavano i volti delle persone presenti questo pomeriggio in oratorio a Rogoredo, la frazione dove Gianluca Giovinazzo era cresciuto. Un silenzio surreale, spezzato soltanto dai pianti, dalle note suonate dal coro parrocchiale e dalle parole di don Edoardo Colombo, parroco di Pantigliate e legato alla famiglia del 38enne. E' stato lui a pronunciare l'omelia, commentando il brano del Vangelo di Luca, appositamente scelto per le esequie funebri di Gianluca.
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''Questi servi fanno semplicemente il loro dovere e si sentono messi al centro dell'attenzione del padrone. Proprio come ha fatto Gianluca. Agli occhi di Dio è importante il nostro dovere quotidiano: la nostra attenzione alla famiglia, la nostra dedizione al lavoro, la serietà con cui trattiamo gli amici, la capacità di saper vedere le persone, salutarle. Questo è un grosso messaggio per noi. Agli occhi di Dio è importante che tu faccia il tuo dovere e che sia contento di farlo'' ha detto don Edoardo dal palchetto montato nel piazzale dell'oratorio, citando un altro passo del brano di Vangelo: ''anche voi tenetevi pronti, perchè il figlio dell'uomo verrà quando meno pensate''.
Un'immagine di Gianluca Giovinazzo
Perchè, come ha proseguito il sacerdote ''in ogni istante c'è sempre dentro qualcosa di bello e di grande e per questa ragione bisogna vivere con intensità e profondità''.
Il religioso - che ha celebrato le esequie insieme al parroco don Antonio, a don Andrea e don Luciano - ha poi esortato i presenti a non dimenticare Gianluca anche se la sua vita terrena è terminata. ''I nostri cari non sono finiti nel nulla. Oggi non finisce tutto, continua seppur in maniera diversa, attraverso di noi. Loro ci aiutano a ricordare che adesso siamo noi che abbiamo in mano il loro testimone e dobbiamo mostrarlo e farlo vedere attraverso la nostra vita di tutti i giorni e attraverso il nostro esempio''.
Don Edoardo Colombo durante l'omelia e sotto insieme agli altri sacerdoti con i quali ha celebrato le esequie
Dopo l'eucaristia e prima che la funzione terminasse sono stati diversi i pensieri espressi al microfono dal piccolo palco. Molto toccanti le parole scritte - e lette - da due colleghi di lavoro di Gianluca Giovinazzo. ''Eri un bravo ragazzo, una bella persona, un buon amico, per noi eri un fratello. Ci siamo sempre aiutati a vicenda e ci dispiace quel giorno non essere stati lì con te. Non avremmo forse potuto fare niente per aiutarti, ma almeno dopo un pezzo di vita passato insieme ti saremmo potuti stare vicino. Eri un casinista, come noi del resto, quando andavamo in giro non passavamo mai inosservati con il nostro modo di fare. Non si poteva non volerti bene. Ti abbiamo visto felice con Serena, non troviamo la parola giusta per dirti quanto ci manchi. Ciao Belva, grazie di tutto''.
A chiudere il toccante momento, le parole di una parente, che ha ricordato il periodo di corteggiamento e il grande amore che lo legava alla moglie Serena, mentre un'amica ha concluso la carrellata di testimonianze ricordando il suo sorriso e i suoi ''grandi occhi immensi''.
Il momento dei ricordi pronunciati dal palco
G. C.