Monticello: gli Appennini immortalati dalla chiesa di S.Agata
Ce ne eravamo già accorti di quanto fosse spettacolare la vista che offre la balconata della chiesa di Sant'Agata a Monticello. Una visuale a trecentosessanta gradi che consente di ammirare non soltanto il Monte Rosa e la catena delle Alpi, ma anche la città di Milano e gli Appennini.
Le immagini scattate questa mattina dalla balconata della chiesa di Sant'Agata
A questo proposito, un suggestivo e apprezzatissimo contributo fotografico ci è arrivato da don Marco Crippa. Il parroco monticellese ha immortalato questa mattina con il suo cellulare degli scenari unici, condividendo con noi alcuni scatti che mostrano veri e propri simboli del territorio brianzolo e non solo.Da una parte il vicino colle di Montevecchia, con il caratteristico santuario; dall'altra la confinante Casatenovo con l'inconfondibile area industriale ex Vismara (e la sua ciminiera storica), la chiesa di San Giorgio e sullo sfondo i grattacieli milanesi. E poi ancora l'abitato di Maresso con il suo alto campanile.
Ma non solo: dal lato meridionale ed orientale infatti, la vista dalla casa parrocchiale spazia sulla pianura lombarda e sulle colline di Montevecchia fino ad arrivare, nelle giornate terse come quella odierna, alla catena dell'Appennino ligure ed emiliano. Dal lato occidentale e settentrionale lo sguardo si posa sull'ondulata valle del Lambro, sul piano d'Erba, cui fanno corona le cime prealpine della Valsassina, sulle montagne sovrastanti il ramo orientale del lago di Como (Grigna e Resegone). Da questo lato, inoltre, si gode lo spettacolo della grande cerchia alpina dominata dall'imponente gruppo del Monte Rosa e dalle cime del Vallese.
''Sono più di 350 chilometri di visuale libera. Il monte Cimone è in provincia di Modena, sotto Bologna. Dall'altra parte, verso MIlano sono gli Appennini: il monte Pénice, il cui nome deriva dal toponimo latino Saltus Boielis, con i suoi 1460 metri d'altezza sul livello del mare, è una delle montagne più elevate dell'Appennino ligure'' ci ha spiegato don Marco che con l'aiuto di un'applicazione per la telefonia mobile ha mappato - una dopo l'altra - le vette montuose immortalate, come si può notare dalle immagini che pubblichiamo.
G. C.