Casatenovo: presentato l'intervento di restauro della Chiesina di Santa Giustina
Gremita la sala consiliare di Casatenovo per il secondo incontro organizzato dall’Amministrazione per questo mese di gennaio dedicato al Patrimonio Storico del territorio e incentrato sulla Chiesina di Santa Giustina in via Castello, nei pressi del Castello Lurani.

In rappresentanza dei maggiori finanziatori è intervenuto Enrico Rossi, rappresentante di Fondazione Cariplo e membro della commissione che ha assegnato i fondi: “Riporto a voi il saluto del presidente Giovanni Fosti e ringrazio l’Amministrazione e tutti coloro che si stanno impegnando in questo progetto di restauro: la fondazione che oggi qui rappresento ritiene importante questa chiesina per raggiungere uno dei suoi fini, il recupero dei beni culturali e il loro posizionamento al centro della vita di tutti”.

Aneddoto di particolare curiosità è quello ricordato da Padre Goldoni, Parroco di Casatenovo nel 1962, con il quale critica fortemente il curato nominato dalla Famiglia Casati: "La messa in santa Giustina viene svolta in città senza maniche (stracciate), più indegne che indecenti. Va in giro per casate senza collare e con un cappello di paglia. In più non partecipa alla vita religiosa della comunità, nemmeno alla processione del santissimo”.
Le problematiche evidenziate dall’architetto, che saranno oggetto del restauro, sono principalmente legate all’umidità e alla torre campanaria, dato che a livello statico la struttura è solida.
Per quanto riguarda il primo intervento, si vogliono limitare gli effetti lesivi che l’umidità creata dagli scoli dell’acqua piovana, posti probabilmente negli anni trenta dello scorso secolo, hanno causato nelle fondamenta della struttura. Per risolvere il problema, verrà creato un cavedio che faciliterà il ricircolo dell’aria nelle vicinanze, permettendone quindi una più facile conservazione.

Per gli interni, verrà costituita una rappresentanza per tre periodi differenti: verranno recuperati gli affreschi della cappella di sinistra per quello a cavallo tra il quattordicesimo e quindicesimo secolo, verrà ripristinato l’intonaco bianco avorio con cui venne ricoperta per la gran parte la struttura interna della chiesa a metà del 1600, e infine verrà recuperato l’abside con le sue decorazioni tardo settecentesche, per rappresentare la vita della chiesa nel sedicesimo secolo.
Sono stati ritrovati vari arredi sacri che sono sia conservati presso la casa parrocchiale di San Giorgio, sia ritrovati in loco, come per esempio l’altare in legno della cappella laicale, oppure preziosi candelabri. Questi oggetti, dopo il dovuto restauro, potranno essere riposizionati all’interno della chiesa al loro posto originario, oppure in teche apposite per la loro esposizione al pubblico.
“È molto probabile che l’approvazione dei lavori si abbia a breve e che il restauro abbia inizio entro questa primavera” ha concluso l’architetto Riva ringraziando anche gli uffici tecnici del comune per il loro lavoro prezioso.

L'obiettivo che si vuole perseguire con il progetto “Antiche chiese, Nuove Prospettive” è duplice: innanzitutto far conoscere il territorio, per cui sono già in atto tre iniziative:
- creazione di una nuova mappa di Casatenovo con l’indicazione di luoghi di interesse storico-artistico: in forma cartacea è già disponibile, ma nei prossimi giorni sarà anche possibile consultarla mediante i siti web del Comune e della Pro Loco;
- pubblicazione di una storia di Casatenovo, sottolineando il ruolo di S. Margherita e S. Giustina nel legame tra vita religiosa e politico-amministrativa nel Medioevo;
- installazione della tecnologia QRcode, per permettere una più semplice via per la conoscenza dei monumenti: questa proposta è anche stata fatta alle ville di delizia del territorio che hanno risposto positivamente.
Un'altra finalità è quella di promuovere il territorio attraverso:
- apertura dei due beni e loro fruizione da parte di un pubblico diversificato;
- inserimento delle due chiese in un progetto turistico-culturale sovracomunale;
- creazione di una rete di attori attivi per lo sviluppo del contesto locale;

Questi quattro obiettivi verranno raggiunti mediante varie iniziative già previste per ii prossimi tempi con la collaborazione delle varie associazioni del territorio come: tappe del Festival della lettura di Casatenovo o del circuito Ville aperte delle Province di Monza Brianza e Lecco; incontri di letture e di antichi racconti, presentazione di libri, mostre d’arte, concerti di musica classica in collaborazione con la locale Scuola; ancora, visite guidate per scuole e pubblico adulto, vendita di pacchetti turistici che comprendano le visite alle chiesine abbinate ad altri elementi di interesse della Brianza o a strutture di accoglienza locali: aperitivi, degustazioni, pranzi o cene potranno quindi accompagnare i diversi eventi, per la conoscenza di attività agricole e artigianali casatesi gestite da giovani. In programma, infine, anche attività di formazione in ambito culturale rivolte ai ragazzi e finalizzata a creare un gruppo di sostenitori dell’azione promozionale del territorio.


L’immagine di S. Rocco è conservata all’interno della Chiesina. Si tratta di un quadro posto sopra l’altare che raffigura la Madonna con il Bambino ai cui piedi si trovano i Santi Sebastiano (patrono degli agricoltori) e San Rocco, indicante la piaga della peste e affiancato del consueto cagnolino che la tradizione vuole abbia portato da mangiare al Santo durante la malattia. Ad ulteriore testimonianza del legame tra San Rocco e l’intero paese di Casatenovo, si ritrova questa stessa iconografia (Madonna con i Santi Rocco e Sebastiano) nella volta della Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire e sullo stendardo ricamato a filo d’oro conservato tra gli arredi sacri, anticamente portato anche in processione. Ancora oggi il giorno 16 agosto ha luogo presso la Chiesina la festa di S. Rocco, caratterizzata dalla celebrazione Eucaristica del mattino e dalla recita del Santo Rosario alla sera. Un tempo erano organizzati anche concerti di musica leggera pop e folk e divertimenti come la cuccagna; oggi invece ha luogo un rinfresco che, seppur semplice, rappresenta un momento di convivialità a cui i Casatesi non mancano di partecipare.
L’incontro è stato introdotto dalla presentazione dell’assessore alla Cultura Enrica Baio: "Sono stati svolti vari interventi sulla Chiesina in questione, ma quello previsto per il prossimo futuro è il più importante, sia dal punto di vista economico, sia per le sue finalità che non si limitano a quelle di recupero architettonico. Questo restauro è parte di un progetto più ampio chiamato "Antiche chiese, Nuove prospettive", che ha ricevuto un generoso finanziamento dalla Fondazione Cariplo, aggiudicato alla chiesina di Santa Giustina dopo una competizione che vedeva come obiettivo non solo il recupero del bene, ma anche la sua destinazione culturale e turistica che noi svolgeremo con la collaborazione di tante associazioni del nostro territorio".

Il dott. Gabriele Riva
Dopo il breve intervento di Rossi, ha preso in mano il microfono l’architetto Corbetta, vincitore della gara d’appalto che ha esposto la storia e gli interventi necessari: “Questa piccola chiesa, definita anche oratorio, era sotto lo iuspatronato della famiglia Casati, e questo è dato per certo data la presenza dello stemma sulla torre campanaria. Tale nobile casata aveva fatto costruire questo luogo di culto nei pressi della sua abitazione, ovvero dell’odierno Castello Lurani, per manifestare la propria ricchezza e la propria fede, soprattutto con gli affreschi al suo interno. Purtroppo per noi, alla fine del 1600, vi fu un lavoro di restauro che aveva portato alla rimozione delle pitture precedenti. Di questo, che oggi noi potremmo considerare un grave peccato, abbiamo notizia per la visita pastorale svolta da San Carlo Borromeo all’inizio del quindicesimo secolo che, visitando questa chiesina, non fece nessun’altra richiesta se non quella di dipingerne le pareti per fini ornamentali. Nel 1616 i Casati riacquistano la rettoria, ovvero la gestione, di Santa Giustina e in quell'anno vengono realizzati gli affreschi che ancora oggi si possono vedere nella cappella a sinistra. Oltre alla presenza della Vergine si possono riconoscere quattro santi: San Rocco e San Sebastiano, a cui erano molto devoti i brianzoli a quel tempo, nonché San Francesco e San Bernardino, i due fondatori dei più importanti ordini dinastici che sostennero la chiesa nei momenti difficili di quei secoli. La chiesa di santa Giustina ha in sé conservato una struttura ad una unica aula votiva al centro con una cappella laterale a sinistra, poi rispecchiata nel lato opposto con l’aggiunta di una cappella laica a destra. Particolare è la presenza della torre campanaria che, genericamente, gli oratori di iuspatronato non avevano. Al contrario, per la chiesa di Santa Giustina venne aggiunto e più volte rialzato, per manifestare la ricchezza della famiglia".

L'assessore Enrica Baio
Le problematiche evidenziate dall’architetto, che saranno oggetto del restauro, sono principalmente legate all’umidità e alla torre campanaria, dato che a livello statico la struttura è solida.
Per quanto riguarda il primo intervento, si vogliono limitare gli effetti lesivi che l’umidità creata dagli scoli dell’acqua piovana, posti probabilmente negli anni trenta dello scorso secolo, hanno causato nelle fondamenta della struttura. Per risolvere il problema, verrà creato un cavedio che faciliterà il ricircolo dell’aria nelle vicinanze, permettendone quindi una più facile conservazione.
Per quanto concerne invece la torre campanaria, essa è pendente, quindi in caso di vibrazioni o di altri fenomeni corre maggiormente il rischio di crollare. Per ovviare a questa probabilità, si è pensato di innestare nelle pareti una struttura di acciaio che permetta di assicurarne la tenuta, anche se questo necessiterà un ulteriore stanziamento di fondi.

Sono stati ritrovati vari arredi sacri che sono sia conservati presso la casa parrocchiale di San Giorgio, sia ritrovati in loco, come per esempio l’altare in legno della cappella laicale, oppure preziosi candelabri. Questi oggetti, dopo il dovuto restauro, potranno essere riposizionati all’interno della chiesa al loro posto originario, oppure in teche apposite per la loro esposizione al pubblico.
“È molto probabile che l’approvazione dei lavori si abbia a breve e che il restauro abbia inizio entro questa primavera” ha concluso l’architetto Riva ringraziando anche gli uffici tecnici del comune per il loro lavoro prezioso.
Dopo l’esaustivo intervento del professionista, ha quindi preso la parola Rosadele Galbiati, presidente della ProLoco di Casatenovo per spiegare come questo restauro darà inizio al progetto “Antiche Chiese, Nuove Prospettive”: “Il nostro progetto ha visto l’investimento da parte di quattro attori: il Comune di Casatenovo, la ProLoco, l’associazione Demetra e “Il Trifoglio”, che insieme ad altre associazioni (Consorzio Brianza che nutre, Sentieri e cascine, Istituto A. Greppi, Auditorium Casatenovo, Casate4art, Associazione S. Agostino e Rotary Club Colli Briantei) hanno garantito a Fondazione Cariplo la presenza di un intero ecosistema di realtà interessate al recupero e all’uso di queste strutture. Come ha esposto l’architetto Riva - ha continuato la presidente della ProLoco casatese - gli interventi più impegnativi sono quelli da svolgere sulla chiesa di Santa Giustina, mentre quella di Santa Margherita, in condizioni migliori, vedrà nel prossimo futuro un'opera meno invasiva”.

La presidente della Pro Loco Rosadele Galbiati
- creazione di una nuova mappa di Casatenovo con l’indicazione di luoghi di interesse storico-artistico: in forma cartacea è già disponibile, ma nei prossimi giorni sarà anche possibile consultarla mediante i siti web del Comune e della Pro Loco;
- pubblicazione di una storia di Casatenovo, sottolineando il ruolo di S. Margherita e S. Giustina nel legame tra vita religiosa e politico-amministrativa nel Medioevo;
- installazione della tecnologia QRcode, per permettere una più semplice via per la conoscenza dei monumenti: questa proposta è anche stata fatta alle ville di delizia del territorio che hanno risposto positivamente.
Un'altra finalità è quella di promuovere il territorio attraverso:
- apertura dei due beni e loro fruizione da parte di un pubblico diversificato;
- inserimento delle due chiese in un progetto turistico-culturale sovracomunale;
- creazione di una rete di attori attivi per lo sviluppo del contesto locale;
- coinvolgimento di giovani operatori in attività culturali con sbocco lavorativo ed economico.

Giovanni Riva è stato poi invitato dall’Amministrazione comunale a parlare della Chiesina di S. Rocco, di cui si prende cura gratuitamente da circa 50 anni, occupandosi dei lavori di ordinaria manutenzione oltre che di tenerla aperta tutti i giorni dell’anno, a vantaggio dei numerosi devoti - non solo cattolici ma anche appartenenti ad altre confessioni cristiane – che la frequentano. Non potendo intervenire personalmente, Riva ha delegato il figlio Dott. Gabriele Riva a portare i suoi saluti e ringraziamenti e ad esporre la storia della Chiesina.

Quest'ultima si trova in via Castelbarco, sulla strada che conduce da S. Giustina alla Biblioteca comunale di Villa Facchi. È un edificio riconoscibile per il suo colore giallo e il campanile in mattoni rossi. È dedicata a S. Rocco, santo protettore dalla peste, a cui in particolare i Casatesi si votarono in occasione della pestilenza del 1630, come ricorda l’iscrizione presente sull’architrave della porta d’ingresso. Ulteriore testimonianza di questo voto è la croce commemorativa dell'epidemia che afflisse Casatenovo tra il 1629 e il 1633, ritrovata presso la località Cascina Fiume negli scorsi anni e collocata nel 2006 nel piccolo giardino attiguo. La lapide posta all’interno della Chiesina, oltre a ricordare la peste manzoniana del XVII secolo, rievoca come la popolazione di Casatenovo non abbia mai cessato di votarsi al Santo anche in occasione di altre epidemie, come quella di colera propagatasi nell’Ottocento che, secondo la tradizione orale tramandata attraverso le generazioni, non fece morti nel paese.

Alla conclusione di questo incontro, denso di nozioni storiche e culturali, gli studenti dell’istituto superiore Graziella Fumagalli, con indirizzo per i Servizi per l’Enogastronomia e per l’Ospitalità alberghiera, hanno soddisfatto l’appetito dei partecipanti con svariati stuzzichini e un bicchiere di vino fresco.
Contributo fotografico di Andrea Pirovano
Giovanni Pennati