Dalla piccola Valaperta a vescovo...del Perù. Mons.Galbusera racconta gli anni trascorsi al servizio della Chiesa 'nel mondo'

E' recentemente giunta al termine l'esperienza in Perù di Monsignor Gaetano Galbusera. Il religioso, infatti, al termine di questi anni della sua vita in cui è stato Vescovo del vicariato apostolico della città  di Pucallpa, è tornato a vivere in Italia, e risiede ora a Milano. L'esperienza del Perù rimane comunque una delle più interessanti e significative del suo percorso, che sicuramente ricorderà per sempre.

Al centro Monsignor Gaetano Galbusera

Una storia come la sua è qualcosa di veramente particolare; lui, originario di un piccolo paese come quello di Casatenovo, seguendo il suo cammino di fede è riuscito ad arrivare persino in America del Sud. "Sono nato nel 1940 a Rimoldo, una piccola frazione di Casatenovo, in una famiglia contadina patriarcale" racconta, "tra il 1948 e il 1950, dopo la guerra, si sono costituite le singole famiglie e grazie alla laboriosità dei brianzoli è cominciato lo sviluppo economico e sociale. Guardando indietro, dopo una lunga esperienza per il mondo, devo riconoscere nella famiglia la presenza di tanti valori che sono la forza della mia gente: la laboriosità, l'onestà, la famiglia con la sua solidità e preoccupazione per l'educazione dei figli, la solidarietà e soprattutto la fede cristiana".

Per una scelta di vita come la sua infatti, diventa fondamentale il supporto familiare, il quale, spiega, è stato presente e incisivo sin da subito. Da non sottovalutare, tuttavia, sono anche altri ambienti frequentati durante l'infanzia e i primi anni di vita, in quanto hanno contribuito senza dubbio a insegnare quei valori che l'hanno poi spinto a intraprendere un cammino di vita come il suo: "sono grato per quello che ho ricevuto dalla mia famiglia, dalla scuola elementare e dall'oratorio, cioè i valori che mi hanno permesso di crescere, di affrontare le prove della vita e di intraprendere il cammino verso una scelta di servizio e verso la vocazione. Sono stati loro a spingermi a pensare in grande e a coltivare ideali. Al primo posto ci sono i valori cristiani, che erano il tessuto della nostra cultura intesa come valori condivisi dalla comunità".

E questi valori sono davvero il fondamento di intere comunità, anche di frazioni piccole come quelle di Rimoldo e Valaperta. Come spiega anche Mons. Gaetano, infatti, spesso sono stati proprio questi paesini a fare da culla per molti altri religiosi che hanno intrapreso il suo stesso percorso: "la mia scelta di vita non ha niente di originale o straordinario" afferma, "chi conosce bene la nostra storia e non dimentica, sa che sono partiti per il Brasile, Argentina e Africa altri missionari e missionarie. Davvero il Vangelo di Gesù è penetrato profondamente nelle nostre case ed è capace di provocare scelte forti e sostenute dalle famiglie e dalla comunità. Dalla fede nel Vangelo è nato il coraggio di uscire dal nostro "piccolo" per affrontare il mondo. Se non sbaglio il primo missionario è partito per il Brasile nel 1910, Padre Samuele Galbusera, Salesiano".

La scelta di andare in Perù, in ogni caso, non era il primo obiettivo per il casatese, anzi. L'idea è nata dopo, grazie a una richiesta da parte di esterni. Prima dell'America del Sud infatti, il religioso ha vissuto diverse esperienze qui in Italia e ha seguito un lungo percorso di formazione, entrambi elementi che hanno influito sul suo futuro. "Io sono diventato Salesiano, figlio di Don Bosco, seguendo una strada già aperta. La vocazione chiede una disponibilità totale: andare dove ti inviano, dove c'è bisogno. All'inizio non sai cosa ti riserva la tua chiamata, ti trovi di fronte una sorpresa dopo l'altra, di certo non ti aspetti di arrivare fino in Perù. Per quanto riguarda il mio percorso, da giovane prete ho lavorato in un riformatorio di Arese, con i "barabitt", come li chiamavano. Poi sono stato anche con gli studenti delle superiori a Brescia, e dopo ancora mi hanno chiesto di fare il parroco, prima ad Arese, e poi a Sesto S.Giovanni. Sono stato anche Superiore (Ispettore) della zona Adriatica. E poi è arrivata la proposta per il Perù" racconta il vescovo.

"Nel 1997 i Superiori mi chiamarono a Roma e mi proposero di andare in America Latina a dirigere un nuovo Seminario che si era aperto sulle Ande a 3000 metri di altezza. Il Seminario era appena stato fondato dal presbitero Ugo De Censi, cofondatore dell'Operazione Mato Grosso, movimento che a Casatenovo ha i suoi gruppi e suoi volontari in missione. Ho accettato e ho fatto il Rettore di Seminario per 10 anni. Il progetto era formare sacerdoti con l'esperienza di lavoro e condivisione con la gente povera, aperti alla vita pastorale - che si vive a contatto diretto con gente - lontani dallo spirito clericale, con carità generosa. E poi la sorpresa assolutamente inaspettata: andare a fare in Vescovo nella zona amazzonica".

Una proposta particolarmente coraggiosa, ma altrettanto coraggiosa è stata la scelta di accettare: è risaputo infatti che l'Amazzonia sia un territorio attraversato da numerose problematiche, con le quali spesso risulta difficile confrontarsi. Tuttavia, lo spirito religioso è stato di gran lunga più forte, e insieme all'azione della Chiesa ha contribuito - e deve tutt'ora contribuire - anche ad affrontare questo genere di eventi.

"Il mio vicariato (= diocesi) è una chiesa di prima evangelizzazione, i missionari si sono stabiliti e operano da cinquant'anni. La popolazione che vive sulle sponde del fiume Ucayali (quando il fiume che attraversa il Perù dal Sud al Nord entra in Brasile prende il nome di Rio delle Amazzoni) è formata in minoranza da popolazioni indigene e in maggioranza da popolazioni meticce. Ci sono povertà, difficoltà enormi per la educazione e la salute, problemi dovuti alla deforestazione, alla mineria illegale, agli inquinamenti. La maggior parte della popolazione vive nella città di Pucallpa, una città in continua crescita, ma con gravi problemi economici e sociali. Religiosamente è diffusa quella che chiamano la "pietà popolare", che dà spazio alle manifestazioni esterne come le processioni, le feste dei santi e le veglie. I missionari si impegnano a portare i fedeli a una fede convinta e solida. Ma l'azione pastorale della Chiesa deve preoccuparsi dei problemi sociali, dell'ambiente, dell'educazione, della salute e della sicurezza. In merito alla complessità delle problematiche dell'Amazzonia, Papa Francesco ha scritto il documento "Cara Amazzonia", che invito a leggere".­

L'obiettivo principale dell'esperienza in Perù è stato certamente quello di ogni missione religiosa, ovvero mettersi al servizio degli altri per aiutarli nel bisogno, diffondendo la Parola del Vangelo. In questo, Monsignor Gaetano è sicuramente un modello esemplare, in quanto in questi 12 anni di attività, il suo lavoro pastorale è stato molto prolifico: "abbiamo organizzato visite pastorali alle comunità della "selva" e l'animazione delle attività che si sono aperte al servizio della popolazione: una scuola, un piccolo ospedale, varie parrocchie, asili per bambini e formazione per i seminaristi" racconta, e, descrivendo un po' le persone con cui è venuto a contatto: "la gente dell'amazzonia ha la sua cultura, è legata alla sua terra e alla natura, ha le sue credenze ed è dedita alla pesca... per i tanti problemi però tende - e questo soprattutto i giovani - ad andare verso la città, abbandonando le proprie tradizioni. Mi ha colpito molto anche il loro carattere: i peruviani sono molto aperti e accoglienti".

Quest'esperienza del Perù purtroppo è recentemente giunta al termine, e a posteriori, viene naturale fare dei confronti fra la civiltà italiana e quella peruviana. E così, Don Gaetano spiega: "la globalizzazione porta anche nei paesi poveri, soprattutto fra i giovani, gli atteggiamenti e le tendenze delle nostre società evolute: parlo di moda, musica, cultura virtuale, consumismo... Solo che là è sempre evidente il contrasto tra quelli che possono (pochi) e tanta popolazione che vive di stenti. Chi non conosce il terzo mondo non può rendersi conto del nostro consumismo e della nostra indifferenza. Ritorno a parlare della Esortazione Apostolica di Papa Francesco, tanto attuale non solo perché recente, ma perché necessaria. Siamo chiamati a una vita più austera, a preoccuparci seriamente del tema ambientale e alla riscoperta dei valori della nostra tradizione, famiglia, solidarietà, Vangelo... e, per i giovani, dei forti ideali".

Si conclude così l'esperienza di Monsignor Gaetano Galbusera, che porterà sempre con sè il ricordo di una vita spesa all'insegna dei valori cristiani, al servizio dei più bisognosi.
Giulia Guddemi
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