Scuola chiuse, ma c'è la didattica a distanza. La prof.ssa Alagia ci spiega come funziona

La professoressa Simona Alagia
Insegnare ai tempi del Coronavirus. Lezioni a distanza, grazie all'utilizzo della tecnologia, capace di dare un po' di supporto agli studenti, costretti a rinunciare a settimane di lezioni, con il rischio di rimanere indietro con il programma didattico, o più banalmente di allentare il ritmo, dovendo poi faticare il doppio per recuperare ore e ore di studio perse.
Anche i docenti quindi si mettono in gioco, adattando il proprio metodo di insegnamento a quelle che sono le esigenze del momento, certamente impensabili sino a pochi giorni fa.
Se la scorsa settimana le scuole erano chiuse, in quella in corso vi è la possibilità per gli insegnanti di proporre lezioni o assegnare compiti sfruttando i sistemi informatici che consentono una condivisione in tempo reale, di documenti, video o immagini.
''Settimana scorsa per quanto mi riguarda si è trattato di un esperimento: non sapevamo ancora come sarebbero andate le cose e per quanto tempo le scuole sarebbero state chiuse'' ci ha raccontato Simona Alagia, nibionnese che insegna presso gli istituti Einaudi di Dalmine e Turoldo di Zogno, in provincia di Bergamo. ''Per non far perdere tempo prezioso ai ragazzi, ho subito iniziato ad utilizzare Classroom ed il registro elettronico, attraverso i quali ho assegnato ai miei studenti i compiti. Piano piano, ho iniziato ad allargare il campo, imparando ad utilizzare anche altre applicazioni, come ad esempio Google Meet. Inizialmente non sapevo nemmeno cosa fosse, ma poi ne ho apprezzato le grandi potenzialità. Si tratta di un'applicazione che consente di tenere delle lezioni in videoconferenza alla presenza di un massimo di cinquanta persone. Basta semplicemente collegarsi con un account personale, avere un microfono e una webcam collegati al computer''.

VIDEO - lezione online simulata con Google Meet



Due strumenti che hanno consentito alla professoressa Alagia di mantenere un contatto diretto con gli alunni, pur trovandosi a centinaia di chilometri di distanza, e di conservare il carattere interattivo e dialogico delle lezioni, molto simili a quelle che avvengono in aula. Compiti assegnati con Classroom ed il registro elettronico e lezioni in tempo reale con Google Meet, utilizzato anche come una sorta di lavagna digitale, attraverso cui condividere anche dei documenti o delle immagini. ''Mi sembra di aver avuto un ottimo riscontro dai miei alunni. A mio avviso è fondamentale darsi delle regole non appena si inizia, affinch é non si crei confusione o ci si sovrapponga negli interventi. Una volta stabilito come procedere, la strada è stata subito in discesa'' ha aggiunto la docente di Nibionno, che come tantissimi suoi colleghi in Lombardia e non solo, ha deciso di continuare a fare scuola, avvalendosi di queste nuove risorse.

''Certo, essere dietro ad uno schermo ha i suoi svantaggi, ma penso che sia bello per una classe potersi ritrovare ogni giorno, anche con i propri insegnanti. È fondamentale ricordare questo appuntamento "virtuale" perché la scuola ha il dovere di non far sentire solo neanche uno dei propri studenti che, confrontandosi con le materie e i lavori assegnati, hanno secondo me anche l'opportunità di crescere, diventando più responsabili e riscoprendo - perché no - anche la bellezza per il sapere'' ha concluso la docente che ha rivolto un ringraziamento speciale ai dirigenti per aver incoraggiato l'utilizzo di queste nuove tecnologie e ai suoi ragazzi, molti dei quali stanno dimostrando - seppur in un periodo certamente non facile - senso di responsabilità e impegno.
G. C.
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