Policrate e il Principe di Condè

Antonio Conrater
Policrate e il Principe di Condè sono personaggi che ho incontrato nei miei anni di studio al liceo di Monza e che poi mi hanno accompagnato in tanti momenti della vita.
Il Principe di Condè ad esempio l’ho incontrato leggendo i “Promessi Sposi” :
“Si racconta – comincia così il secondo capitolo del capolavoro di Alessandro Manzoni – che il Principe di Condè dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi : ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie , e stabilito ciò che dovesse fare la mattina.
Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose.”
Per anni alla vigilia di appuntamenti importanti quando si rischia di non dormire per il troppo stress dell’attesa di un evento decisivo per il tuo futuro, mi sono addormentato pensando a quel mitico Principe di Condè che - prima della più importante battaglia della sua vita - si era fatto una profonda dormita.
Pensavo a lui prima degli esami al Politecnico e mi dicevo che anch’io in fondo come lui dopo settimane e settimane di studio accanito avevo preparato tutto quanto era umanamente possibile preparare per l’indomani e potevo concedermi una altrettanto profonda dormita.
Molto diverso il personaggio di Policrate incontrato leggendo le storie di Erodoto .
A lui ho sempre pensato quando avevo bisogno di guardare alla mia vita con un pizzico di fatalismo in più.
Cerco di raccontarvela brevemente e così capirete meglio perché.
Policrate era il Re ( tiranno dicevano i greci ) di Samo una delle maggiori isole dell’Egeo.
Ambiziosissimo , spregiudicato e molto fortunato aveva trasformato la sua isola in una vera e propria potenza economica e militare.
Il Re d’Egitto Amasi, pur essendogli amico, cominciava ad inquietarsi della sua crescente fortuna e gli scrisse una lettera per dargli un consiglio.
“Caro Policrate – scrisse Amasi – guarda che tu sei troppo fortunato e gli dei sono gelosi degli uomini troppo fortunati .Se continui così rischi di andare incontro a qualche terribile sciagura. Nelle vite normali le cose fortunate si alternano in genere con momenti sfortunati e dolorosi. Visto che questo a te non accade procuratelo tu un dispiacere : prendi per esempio una delle cose che ami di più e buttala via per sempre.”
Policrate capì il messaggio e gli piacque anche il consiglio e prese l’anello più prezioso che aveva , si fece portare al largo e con grande dolore lo buttò in mare.
Erodoto dice che tornato a casa “si immerse nella sua disgrazia”.
Qualche giorno dopo però si presentò davanti alla sua reggia un pescatore che aveva pescato un pesce enorme e bellissimo e lo voleva donare al Re.
Il Re fu felice del pensiero ma quando aprirono il pesce per cucinarlo trvarono nello stomaco l’anello che appena qualche giorno prima aveva gettato in mare.
Quando Amasi lo seppe capì che il destino di Policrate era segnato e che niente avrebbe potuto modificarlo.
Perché dice Erodoto “ per l’uomo è impossibile sottrarre un altro uomo agli eventi che devono capitare”.
Anche In questi giorni, in cui sto pensando di organizzare le mie vacanze come ogni anno, mi è tornato in mente Policrate e la sua storia .
Sono tempi di Coronavirus e gran parte dei messaggi che mi arrivano sono inviti a restare a casa.
Ma forse il mio destino è già scritto da qualche parte – come ricorda Erodoto nelle sue storie - e rinunciare alle vacanze tanto sognate dopo questi lunghi mesi “domiciliari” sarebbe come buttare in mare l’anello di Policrate.
Antonio Conrater
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