Barzago: cibo e arte nella tavola rotonda con Orazio
Gli spettatori del territorio hanno potuto assaporare - ed è proprio il caso di dirlo - sabato 9 gennaio a partire dalle ore 11, sulla pagina Facebook di Zampediverse, una diretta speciale. Si è infatti svolto l'incontro - seppur a distanza, causa Covid - dal titolo ''Andiamo dall'Orazio''.

''Io vengo dall'agro salernitano, ma da quando ho 15 anni vivo in Lombardia. Ho passato la mia vita in fabbrica e ancora adesso vado a gustare la nebbia, a bagnarmi nel fango, a cercare di riscoprire il fanciullo che è in me: per questo mi reputo appartenente a questa terra, mi ritengo brianzolo'' il commento iniziale di Orazio.
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Come raccontano difatti Cheloni (anche lui, originario della Toscana, brianzolo d'adozione come l'artista Orazio, che cerca di trasfondere tutto il valore di questa terra nelle sue creazioni culinarie) e Bettega, i colori sono fondamentali anche in cucina: bisogna seguire difatti le stagioni, cucinando quello che la terra ci dà, per rispettare le materie prime e poter poi mangiare, anche con gli occhi, i prodotti della Brianza.
Un prodotto che viene rispettato, dunque, ma anche trasformato: difatti, senza trasformazione non si potrebbe avere né gastronomia né arte. Che sia nei paesaggi su tela, nei salumi ovvero nei piatti dell'Osteria, la materia prima (con una magia degna del Boccino d'Oro, dessert ideato magistralmente durante il primo lockdown, ispirato alla saga di Harry Potter che veniva trasmessa in TV e, appunto, trasformata in un piatto sublime) si trasforma in cibo per lo spirito e per il corpo: per dirla con Gabriele Orazio, difatti, siamo tutti mutanti, siamo tutti artisti.

Mari.T.