Viaggio in Brianza/9: un tuffo nel passato per ripercorrere la storia di Villa Sormani Marzorati Uva

Questa settimana vogliamo far compiere ai nostri lettori un vero e proprio tuffo nel passato, rivivendo quella che molti anni fa era la vita nelle ville di delizia dell'Ottocento.
Villa Sormani Marzorati Uva è proprio questo, ossia un una macchina del tempo per poter percepire sulla propria pelle, l'esperienza delle famiglie nobili durante i periodi di villeggiatura trascorsi in queste splendide dimore, di cui vi abbiamo tanto parlato nella nostra rubrica.
La storica residenza che in questo episodio vogliamo mettere sotto la lente di ingrandimento, è diversa dalle altre per gli avvenimenti e le persone che hanno attraversato i suoi corridoi, le sue sale ed i suoi giardini.

Villa Sormani Marzorati Uva

LE ORIGINI STORICHE
Questo edificio pone le sue fondamenta su un castrum romano, ossia un accampamento stabile o meno, di un battaglione di soldati romani. La prima edificazione si ebbe alla fine del Dodicesimo secolo poi, nel 1648, il feudo di Missaglia in Brianza venne acquistato da Don Paolo Sormani, che divenne feudatario dei territori compresi tra la zona di Castello e Campsirago e gli ultimi colli briantei. Il Conte Sormani realizzò il corpo principale della villa, progettandola con una pianta ad "L"; nei secoli che seguirono, il palazzo subì varie trasformazioni, sino a divenire villa di delizia a metà dell'Ottocento con la tipica struttura delle sale di società del primo piano di cui parleremo più avanti.

LA STORIA DELLA FAMIGLIA SORMANI
La proprietà di questa nobile residenza passò dai Pirovano ai Sormani nel Cinquecento, quando Giovanni Andrea Sormani sposò Bianca Pirovano. Da allora è rimasta della famiglia attraverso le seguenti successioni.
Dall'unione dei due, nacque Giovanni Paolo che divenne un banchiere di successo e sposò Alba Trivulzio, figlia di Gianfranco, primo conte di Melzo. Il loro figlio, Antonio, morì giovanissimo lasciando la propria eredità a Paolo Giuseppe. Fu proprio questo Don Paolo Giuseppe Sormani a cui venne conferito il feudo di Missaglia e Brianza nel 1648, divenendo quindi il primo conte di Missaglia su nomina dell'imperatore di Spagna Filippo Quarto nel 1656. Nel 1870 la villa passò in eredità a Donna Rachele Sormani che sposò il Cavalier Giuseppe Orsenigo Marzorati, dalla cui unione nacque Carla Sormani Marzorati, la quale sposò Paolo Parea, appartenente ad una antica e nobile famiglia torinese; questa coppia ebbe come figlia Maria Teresa Parea, che dopo l'unione con il marito Gaetano Uva, diede alla luce gli attuali eredi della villa: Carlo, Vittorio ed Alberto.

La famiglia Uva

LA CHIESA DI SANTA MARIA IN VILLA
I reperti più antichi che si possono trovare in questa villa si hanno nella cappella gentilizia dedicata a Santa Maria in Villa. Al di sotto del pavimento in cotto lombardo, sono stati rinvenuti i resti di centinaia di morti a causa della peste di manzoniana memoria che sconvolse questi luoghi a metà del Seicento. I reperti più importanti sono stati rinvenuti durante i lavori di restauro del 1965, commissionati dal Conte Gaetano Uva. Durante questi restauri, che portarono alla luce le mura in pietra della cappella, prima celati da uno spesso strato di gesso, vennero trovati resti di un guerriero romano. Di questo centurione sono state recuperate: le sue armi (una punta di giavellotto una frombola), dei frammenti di lacrimatorio e una moneta, per la precisione un dipondio tiberio del 22 dopo Cristo che riporta l'effige dell'imperatore romano.

Durante i medesimi lavori di restauro, in una monofora sull'abside, venne rinvenuta una nicchia in cotto, contenente il teschio di Giorgio Clerici di Cavenago, capitano dei granatieri grande di Spagna, morto sotto l'assedio di Belgrado il 16 agosto del 1717. I resti rinvenuti furono riposti in un'urna e rimesso nel medesimo muro dell'abside. Oltre a questi resti umani, venne rinvenuta una tavoletta in cotto con un'iscrizione palindroma molto particolare: "SATOR AREPO TENET OPERA ROTA"; frase nota e ritrovata in diverse chiese e abbazie di tutta Europa, densa di significati esoterici. Secondo la tradizione, il Sator rinvia ai Cavalieri Templari ed al Sacro Graal, di cui i Cavalieri del Tempio di Salomone erano i guardiani. Non a caso, i proprietari di Villa Sormani Marzorati Uva sono anche i proprietari della Cappella di Santa Croce, piccolo edificio di culto che sorge nell'omonima valle. Venne fatta costruire da un cavaliere di ritorno dalle crociate nel 1274.
Ma comunque rimane ignoto il motivo per cui questa inscrizione è stata ritrovata vicino ai resti del Clerici. Questo è solo uno dei tanti misteri che circondano la splendente figura di villa Sormani.

IL PARCO
Il vasto parco contraddistingue in modo preponderante l'effetto scenico dell'intero complesso di Missaglia. L'originaria composizione del giardino all'italiana, formato da parterre degradanti ed elementi rigorosi, quali viali, siepi e carpinature, impreziosito con giochi d'acqua, fontane e statue, risale alla fine del Seicento. Due secoli più tardi fu trasformato in giardino all'inglese con la realizzazione di ampi scenari e piccoli scorci, caratterizzanti dall'uso di alberi rigogliosi. Risalgono a quell'epoca anche i due imponenti viali alberati, composti da cento faggi, che costituiscono un cannocchiale ottico verso la vista sulla vallata sottostante, e creano un viale che nell'Ottocento era percorso dalle eleganti carrozze. Alla fine degli anni Settanta del Novecento fu realizzato un massiccio intervento di riorganizzazione del parco. Oggi l'architettura verde ospita esemplari arboree ultracentenari tra cui cedri, tassi, sequoie, carpini e un monumentale faggio rosso che accentuano l'abbagliante bellezza del posto.

In questo rigoglioso parco si sono tenuti vari eventi del progetto culturale "Arte&Cultura Villa Sormani" che da qualche anno a questa parte vuole avvicinare le persone alla storia in una maniera innovativa: permettere di conoscere al pubblico questa villa e la sua storia, facendo rivivere esperienze emozionali. Questo è avvenuto con una serie di eventi come rievocazioni storiche o l'opera in villa: esperienze immersive che permettono agli spettatori di vivere esperienze uniche e di un'altra epoca.
Eventi che meritano di essere ricordati e che hanno visto la loro messa in scena in questo parco sono molti, primo tra tutti il pic-nic in carrozza in costume d'epoca, con il quale delle carrozze ottocentesche hanno sfilato prima il paese, poi il viale di tigli, per poi posizionarsi nel rato antistante alla villa. Dopo di che le comparse in costume ottocenteschi hanno apparecchiato con stoviglie dell'epoca, cristalli e posate d'argento, con il quale consumavano il loro spuntino, ascoltando un quartetto di archi che si esibiva di fronte a loro.

Un altro evento storico rievocato nel parco di Villa Sormani è stato il ricordo del secondo volo in mongolfiera al mondo che, dopo quello svolto dai fratelli Montgolfier, venne fatto a Moncucco, nella zona di Brugherio, nel marzo 1783, ad opera del Conte Paolo Sormani. Nel parco della villa durante l'evento Mongolfiera in Villa, organizzato il 2 giugno 2017, ha spiccato il volo una mongolfiera che ha permesso ad alcuni dei presenti, di poter vedere dall'alto la bella Brianza, con un volo vincolato, accompagnati da personaggi in costume che ricordavano proprio ciò che avvenne nel 1783.
Elemento ottocentesco del giardino è la grotta posta ai piedi della duplice scalinata. Composta da un ninfeo e da giochi d'acqua, trova posto anche un piccolo tavolino seduti al quale gli ospiti potevano trovare riparo dall'eventuale sole che poteva esserci nelle giornate estive in cui la villa prendeva vita.
Questa grotta costituisce anche un palco naturale con alle spalle la facciata della villa. Palco in cui sono stati ambientati diversi spettacoli, principalmente opere come Il Barbiere di Siviglia o La Cavalleria Rusticana. Ultimamente, il 27 giugno del 2020 per la precisione, è stato messo in scena, con una rappresentazione denominata dal Conte Albero Uva "Il nostro Risorgimento", un monologo su Verdi messo in scena da Massimiliano Finazzer Flory che, impersonando il compositore italiano, raccontava la vita di Verdi.

LE STANZE DI SOCIETÁ
Al piano terra della villa si aprono le stanze di società in un lungo corridoio con una visione prospettica a cannocchiale, che apre una stanza dietro l'altra, e costituivano gli spazi nella quale si svolgeva la vita sociale nel periodo ottocentesco: la sala da pranzo o a manger, la sala rossa o delle uniformi, la sala bianca o del tè, il fumoir, la sala della musica e la sala da biliardo.
Iniziamo dalla sala della musica. In questa sala, durante le serate di gala della della villeggiatura aristocratica milanese, si svolgevano sontuosi balli oppure delle rappresentazioni in modo da deliziare i propri ospiti. Uno degli avvenimenti più importanti era proprio quello dell'opera in villa: venivano chiamati artisti che mettevano in scena le arie o le opere per deliziare i padroni di casa e i loro ospiti. In questa meravigliosa stanza arredata con mobili e decori ottocenteschi, troviamo un pianoforte Srhnaider viennese della seconda metà del Diciassettesimo secolo.

Proseguiamo poi con la sala da tè, nella quale le dame trascorrevano il pomeriggio in un ambiente ancora oggi arredato in stile settecentesco, decorato con un soffitto affrescato che dà l'impressione di sottostare ad una immensa cupola.
Nella seguente salle à manger, comunemente conosciuta come sala da pranzo, troviamo un importante tavolo centrale che, quando allungato, può ospitare sino a ventisei commensali; sopra alla mensa trova posto un imponente lampadario in bronzo tardo ottocentesco. Arredato con mobili di Settecento e Ottocento, sulle pareti possiamo ammirare delle ceramiche Savona del Sedicesimo secolo. Gelosamente custoditi nei pensili di questa stanza, troviamo dei preziosi servizi da tè oppure per le grandi cene di gala. Il tutto corredato da posate d'argento di fine Settecento, che riportano le iniziali del conte Cesare Sormani; ancora sono custoditi nei cassetti delle tovaglie e tovaglioli di fiandra corredati riportanti lo stemma della famiglia da cui prende il nome la villa missagliese.

Nella sala rossa, o delle uniformi, troviamo una maestosa vetrina che racchiude le uniformi ed i vessilli di due periodi storici che hanno caratterizzato il nostro territorio, ossia il regno Lombardo-Veneto e poi il Regno d'Italia. Questa magnifica vetrina è stata creata ad hoc per queste uniformi da parte dei mobilieri della zona che divennero sempre più famosi per le loro abilità dato che arredavano le grandi ville di delizia di cui è cosparsa la Brianza. Attraverso il vetro possiamo trovare una bandiera in raso e oro del regno d'Italia del 1865 con la fascia della guardia nazionale di Missaglia dato che questo paese nell'Ottocento era un comune molto importante, un capoluogo di mandamento. In basso abbiamo una rara uniforme delle prime truppe del regno, con la coccarda tricolore, mentre al centro è esposta l'uniforme del Conte Carlo Sormani che era il sesto conte di Missaglia, che fu ussaro dell'imperatore asburgico; con questo incarico comandò gli ussari asburgici contro i moti del 1820 e 1821 a Napoli, contro il generale Guglielmo Pepe.

La divisa che troviamo sulla sinistra troviamo è un uniforme da ussaro austriaco, con una giacca bianca che veniva tenuto su una sola spalla; in basso troviamo un colbacco molto interessante che non ha a che fare con l'uniforme appena presentata, ma rappresenta l'epoca di Napoleone I: un colbacco da cacciatore della guardia del 1805.
Nel fumoir, ossia un corridoio nel quale, durante le feste, gli invitati potevano ritrovarsi per fumare un buon sigaro. In questo spazio sono state posizionate delle uniformi per ricordare e permettere al pubblico che l'attraversa, di immergersi nell'epoca risorgimentale a cui questa villa, con i suoi arredi, è rimasta. La prima che si incontra sulla sinistra, di blu sgargiante, è quella di un ussaro imperiale asburgico, caratterizzata dall'aquila bovefala sul chepì, che molti possono ricordare per la sua presenza nel film Sissi. Opposta a questa prima uniforme, ne troviamo un'altra della Nizza Cavalleria, uno dei reggimenti più gloriosi nati nel 1680, questa uniforme, databile 1865, caratterizzato dal copricapo con la croce sabauda ed il monogramma di Vittorio Emanuele. Segue poi un'uniforme dei bersaglieri, datata 1870, all'epoca della Breccia di Porta Pia; conserva ancora la sua sciabola perfettamente conservata nel suo fodero, sulla quale si può leggere, su un lato "l'unione fa la forza".

IL POZZO ROMANO
Uno degli aspetti più suggestivi e misteriosi della villa è questa botola coperta con una lapide tardo medievale di cui oggi è illeggibile l'iscrizione, che sovrasta un pozzo di età romana. Al tempo in cui venne costruito, questo pozzo si trovava al di fuori delle mura, ma con i lavori che hanno visto l'ampliamento della villa nel Quindicesimo secolo, si è ritrovato in questo punto, normalmente coperto da un tappeto. Questo pozzo è profondo trentasei metri, sino a raggiungere una falda d'acqua. Degli archeologi subacquei hanno fatto delle ricerche e si sono addentrati tra i cunicoli che si diramano al di sotto della villa, ma non furono in grado di esplorarli tutti date che poteva essere pericoloso. Oggi sarebbe possibile esplorarle con delle sonde e può essere che in futuro questo verrà fatto.

Il conte Alberto Uva

ANEDDOTI DEL CONTE ALBERTO UVA
In questo percorso siamo stati guidati dal conte Alberto Uva che ha condiviso con noi qualche aneddoto e ricordo della sua esistenza in villa. "Abbiamo vissuto buona parte della nostra vita in questa villa io ed i miei fratelli, ma io penso di avere un legame più forte con questo luogo dato che prima di iniziare le scuole, trascorrevo qui le lunghe giornate d'estate circondato da uniformi, bandiere, reperti storici e le grandi sale che allora mi sembravano di dimensioni enormi. Insieme a mia nonna trascorrevo spensierato la mia infanzia, inconsapevole della simbiosi che si stava andando a crearsi con queste mura. Poi influì molto Pierina, la nostra governante che quando ero piccolo io aveva compiuto cinquantacinque anni di servizio in questa casa; lei con i suoi racconti, le sue storie sulla guerra e su come si viveva allora, mi intratteneva, faceva addormentare".

ARTE&CULTURA VILLA SORMANI
Con l'associazione culturale "Arte&Cultura Villa Sormani" il conte Alberto Uva ha il desiderio di condividere gli spazi con la collettività. Che siano con una serata verdiana nella sala della musica, una festa barocca o un picnic vittoriano in giardino, l'effetto scenico di ciascun evento è davvero notevole. Il filo conduttore resta sempre il desiderio di condividere una lunga storia che accomuna, perché fra le mura di questa dimora è custodito un pezzo d'identità di tutti: brianzoli, lombardi, italiani.
Se volete conoscere le iniziative in programma, vi invitiamo a consultare il sito di Villa Sormani nel quale potrete avere tutte le informazioni che desiderate.

È stata una visita intensa come ne abbiamo fatte poche. Le nozioni si rincorrevano una dopo l'altra così come le stanze che abbiamo attraversato, buie date le imposte chiuse per il periodo invernale. Nonostante questo, abbiamo avuto la possibilità di avere accesso ai ricordi del passato grazie a Villa Sormani e ai suoi tanti cimeli che la rendono un vero e proprio scrigno del tempo.

Rubrica a cura di Giovanni Pennati e Alessandro Vergani
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