Nibionno, Codic: un docu-film tra le case di Adele Bonolis per raccontare la sua vita
Il ritratto è quello di una donna autorevole, ma con lo sguardo proiettato sui bisogni emergenti e ancora oggi presenti nella società. Lei amava dire che “c’è sempre una presenza superiore che guida. Bisogna lasciarsi guidare e bisogna credere”. Adele Bonolis, di professione, è stata un’insegnante di religione - per molti anni al liceo Berchet di Milano - ma al di fuori dell’ambito scolastico ha speso un’intera vita per dedicarsi a persone in stato di bisogno, tra cui ex prostitute, detenuti liberati per fine pena o con le amnistie post-belliche, dimessi dai manicomi criminali, realizzando per loro case di ospitalità. Tra gli anni ’50 e ’60 ha fondato quattro opere di assistenza e redenzione sociale, distribuite tra la Brianza e il territorio comasco, tra le quali c’è il CODIC di Nibionno.

Alessandro Pirola con l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini
“Le persone come lei, i santi, sono destinati a essere destinati un po’ contro il loro tempo. Quando ha trattato alcuni problemi, era fuori tempo: allora il contesto era impreparato e non prendeva in considerazione certi problemi” ha detto di lei Monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nella serata di presentazione del filmato “La centesima strada. Adele Bonolis, ricercatrice di umanità”, che racconta la vita di questa donna, recentemente proclamata venerabile da Papa Francesco.

Gli intervenuti alla serata

Il regista Paolo Lipari
“Adele Bonolis mi ha ribaltato. Avevo l’idea di partire dal passato, invece mi sono trovato direttamente in strada, tra le sue case – ha ammesso Paolo Lipari, regista del doc film - Pensavo di ricostruire il passato di una persona scomparsa, invece ho incontrato un’amica con caratteristiche straordinarie che la elevano sopra di noi. Aveva una prontezza nel sorridere, anche di se stessa. Adele Bonolis, non è una grande del secolo scorso, è una grande di sempre”. Ha poi spiegato l’idea alla base del filmato: “Ho pensato di affidarmi alla sua voce, di seguire la sua direzione, e ho ritrovato la presenza viva nelle sue opere, in chi ancora oggi, con eroico coraggio prosegue la sua missione. L’ho ritrovata davanti a me, nell’espressione incessante di una santità non gravata da reliquie o fondi dorati, ma con la leggerezza e la dolcezza di un abbraccio inatteso. Il calore di quell’abbraccio non ti abbandona più”.

Una foto dell’epoca con Adele Bonolis
Le strutture funzionano in maniera indipendente ma, come traspare dal video, sentono tutte ancora oggi forte la presenza della fondatrice, che guida nel quotidiano cammino, anche quando si fa irto di ostacoli.

Nel filmato, un’amministrativa del CODIC descrive lo spirito della casa
“Con la zia passavo l’estate: mi ammoniva quando cacciavo le lucertole – ha raccontato il pronipote, il conduttore televisivo Paolo Bonolis - Il primo ricordo è che era sempre vestita allo stesso modo. Io, quando andavo da lei, avevo i compiti delle vacanze da fare: una volta mi disse “vado di là, tu chiedi alla cuoca le cose che non capisci”. Io, su suggerimento della zia, chiesi alla cuoca, che intanto stava preparando la pasta per gli gnocchi, quali erano gli articoli indeterminativi e altre domande. Per quattro o cinque volte mi disse che non sapeva e, alla fine, mi disse che non poteva sapere tutto (espressioni riportate in dialetto milanese, ndr). Zia è intervenuta dicendole che questa era la testimonianza che non sapeva nulla e quindi avrebbe dovuto preparami i mondeghini che tanto mi piacevano: la cuoca è stata presa in una trappola fatta ad arte da zia Adele che aveva uno spirito goliardico”. Oltre all’aneddoto divertente, ritiene che “zia non aveva bisogno di essere autoritaria perché possedeva una naturale autorevolezza con un sorriso che ti permetteva di comprendere ogni cosa. Credo che zia, più che contenta di essere nominata santa o beata, sarebbe già felice di vedere che le sue opere continuano”.

La testimonianza del presidente Angelo Negri

Paolo Bonolis
L’Arcivescovo di Milano ha parlato della sua santità: “Adele è affascinante perché contrasta il suo tempo. Forse non è stata l’unica, quella che ha fatto opere più grandiose, ma ora troviamo cose singolari: era una donna che, in un tempo di poteri, organizzazione, carriere, progresso, è stata attenta al particolare. È stata una prostituta che l’ha resa attenta a queste donne, così come l’incontro con chi è stato dimesso dal carcere (il suo interesse per le prostitute e la volontà di aiutare queste donne, nasce quando il padre di Adele Bonolis le assesta un ceffone quando lei, per strada, si volta per guardare una prostituta, attirata dal suo copricapo, ndr)”. L’arcivescovo ha rimarcato “la sua autorevolezza e il suo agire sul rapporto personale per farsi carico di un problema che uno si trova davanti. Questo vale sia per il bisogno sia per le risorse che devono affrontare questo bisogno, da interpretare come una vocazione”.

Il rendering dell’ampliamento della struttura di Vedano al Lambro
M.Mau.