Bulciago, Sicor: incontro in Regione, ma oltre agli intenti, nulla di fatto sulla vendita

Dopo il tavolo in Prefettura, si è svolto questa mattina in Regione Lombardia - nell'ambito della IV Commissione Attività Produttive - l'atteso incontro con i proprietari della Sicor-Teva per cercare di trovare una soluzione all'annunciata chiusura dello storico stabilimento di Bulciago che comporterebbe il licenziamento di 109 dipendenti.
Oltre ai vertici della multinazionale israeliana hanno partecipato al tavolo i sindacati di categoria e i rappresentanti delle istituzioni locali.

I lavoratori durante il presidio indetto la scorsa settimana

''Abbiamo potuto illustrare le nostre ragioni e il nostro progetto e la preoccupazione per il moltiplicarsi nel territorio di crisi nel settore chimico e chimico-farmaceutico'' hanno spiegato in una nota i referenti di Filctem Cgil e Uilctem Uil che stanno rappresentando i lavoratori in questa difficile battaglia. ''La scelta di Teva di aprire alla possibilità di una vendita è il primo passo, necessario ma non sufficiente, per proseguire nella ricerca di una soluzione positiva alla chiusura della nostra fabbrica. Sarà indispensabile che questa dichiarazione di principio non sia solamente di "facciata" ma che al contrario sia sostenuta da un impegno reale e continuo a cercare, trovare e sopratutto consentire l'ingresso di un nuovo soggetto industriale che valorizzi la capacità produttiva del sito e tuteli e mantenga l'occupazione di tutti i dipendenti Teva''.
Nel ribadire il proprio impegno, le organizzazioni sindacali hanno auspicato che anche le istituzioni si impegnino in questo percorso e mantengano alta l'attenzione sulla sua evoluzione e sul rispetto da parte di Teva delle dichiarazioni fatte ai loro tavoli. La speranza infatti, è che la ''chimica'' di Bulciago possa continuare a produrre.

Presenti anche i consiglieri regionali del territorio. Fra loro anche Raffaele Erba del Movimento Cinque Stelle. ''Durante il dialogo abbiamo evidenziato l'obiettivo primario: mantenere la produzione sul territorio di Bulciago. Teva è disposta a cedere il sito ad un altro soggetto e a questo proposito Regione Lombardia e Ministero dello Sviluppo Economico possono dare supporto prezioso nella ricerca di un partner serio e in grado di garantire la continuità aziendale senza disperdere la forza-lavoro. Il nuovo acquirente dovrà presentare un progetto solido soprattutto per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori attualmente in organico a Bulciago'' le parole del consigliere erbese. ''Un nodo importante da affrontare dovrà essere anche la necessità di affrontare la bonifica ambientale, elemento che non deve essere trascurato sia per le molteplici ricadute sul territorio di Bulciago sia per l'appetibilità dell'azienda da parte dei soggetti interessati. Dopo la fuga di un altro investitore estero dalla Lombardia, emerge sempre più il tema della responsabilità sociale d'impresa e degli impatti negativi che certe scelte aziendali hanno sul nostro territorio. Regione Lombardia non deve rimandare l'opportunità di aprire un percorso attraverso un intervento legislativo che affronti questo importante tema con l'obiettivo di prevenire altre pericolose dismissioni'' ha concluso il pentastellato.

Il forzista Mauro Piazza invece ha dichiarato: ''l'istituzione regionale ha mostrato un'attenzione particolare verso la situazione Teva di Bulciago, convocando una seduta della IV Commissione, grazie anche all'interessamento degli esponenti lecchesi eletti. Chiedo che Regione si attivi direttamente con la Proprietà come il caso Henkel, per far sentire la propria voce anche sul piano internazionale, avendo a che fare con multinazionali che devono avere contezza che ci sono istituzioni territoriali a difesa delle aziende e del lavoro. Rimane la richiesta ferma di rivalutare la dismissione del sito ma emerge la disponibilità di cessione del plesso produttivo, possibilità su cui l'azienda ha dato conferma e il cui percorso va accompagnato dalle istituzioni. Ci sarà il massimo impegno di Regione Lombardia, che sarà a fianco dei lavoratori, come sempre nelle crisi aziendali, per l'attivazione di tutti gli strumenti di ammortizzatori sociali e di reinserimento al lavoro con politiche attive e politiche di reindustrializzazione del sito produttivo in caso della conferma della volontà della società'' ha concluso Piazza.

Infine Raffaele Straniero del PD ha precisato: ho espresso la grave preoccupazione derivante dall'annuncio della chiusura dello stabilimento e legata sia alla perdita per l'economia del territorio, sia all'occupazione dei 109 lavoratori cui vanno sommati quelli dell'indotto. Ho chiesto anche alla società Teva se la decisione sia irrevocabile e mi è stato risposto che purtroppo lo è. Tuttavia, mi sembra di poter considerare un aspetto positivo il fatto che il gruppo abbia dato la sua disponibilità alla cessione dell'azienda. Mi auguro che questa volontà sia perseguita con determinazione, sia per salvare il sito produttivo che i posti di lavoro''.
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