Merate: medici e infermieri firmano una petizione in difesa dell'ospedale Mandic. Manca personale e ci tolgono servizi. Ora si deve combattere
Vent'anni fa a scendere in strada in difesa dell'ospedale di Merate erano stati i cittadini e i loro rappresentanti politici, di destra e di sinistra. Oggi a farlo sono direttamente gli operatori del San Leopoldo Mandic che, messi da parte i timori di non improbabili ritorsioni, hanno firmato - e stanno firmando - una petizione indirizzata al presidente della regione Fontana, all'assessore alla sanità Moratti e ai direttori generali di ATS e ASST. Sulla petizione, con puntigliosa e competente precisione hanno illustrato la situazione in cui versa il nostro presidio.
I sindaci Filippo Galbiati, Alessandra Hofmann, Giancarlo Aldeghi, Davide Maggioni, Bruno Crippa
Da queste colonne abbiamo denunciato negli ultimi anni molte volte il progressivo depauperamento dei servizi ospedalieri. Purtroppo da Merate a Casatenovo passando per Missaglia e Monticello non un solo sindaco si è premurato di verificare la fondatezza delle nostre denunce.
Ora però restare asserragliati nel municipio non è più possibile. Ciò che di volta in volta, per anni, abbiamo denunciato inutilmente è stato riassunto con competenza e precisione da medici e infermieri del San Leopoldo Mandic.
Filippo Galbiati, Bruno Crippa, Alessandra Hofmann, Giancarlo Aldeghi, Davide Maggioni e gli altri sindaci del casatese non possono far finta di nulla. La denuncia è gravissima, egregiamente motivata e certamente sofferta. Lasciare solo il personale che si è esposto sarebbe un vero delitto, prima di tutto verso le comunità che governate. L'ospedale è da centocinquant'anni un punto di vanto per il territorio, una sicurezza per i cittadini con il suo pronto soccorso, i suoi servizi di emergenza. Pretendete che torni in servizio l'auto medica accanto all'auto infermieristica. La nostra gente merita la massima assistenza.
Anche i cittadini - che per un verso o per l'altro sono fruitori dei servizi offerti dal presidio - debbono fare la loro parte. Il disinteresse è il miglior alleato di quanti vorrebbero trasformare il Mandic in una struttura geriatrica o in un presidio ospedaliero territoriale (POT) privandolo dei servizi essenziali di emergenza-urgenza. I segni dell'operazione sono già ben visibili.
Fermiamoli, tutti assieme, scriviamo alla Regione, mobilitiamoci. O sventiamo la manovra come vent'anni fa oppure nel giro di poco tempo non avremo più un vero ospedale per acuti.
Combattiamo, qui e ora.
Claudio Brambilla