Viaggio in Brianza/30: a Imbersago c'è uno dei santuari mariani simbolo per il territorio

Il nostro Viaggio in Brianza oggi ci conduce in uno dei luoghi simbolo del nostro territorio: il Santuario della Madonna del Bosco ad Imbersago. Si tratta di una meta dove per secoli i devoti fedeli si recavano, e si recano tutt'oggi, in pellegrinaggio per rendere onorare la Madonna, chiederle protezione e affidare a lei i loro cari.

LA PRIMA APPARIZIONE: LA MADONNA DEL RICCIO
L'anno 1617, durante dominazione spagnola nel Ducato di Milano, è una data importante nella storia di Imbersago, ridente comune sulla riva dell'Adda. Il 9 maggio di quell'anno, tre Pastorelli di Imbersago stavano pascolando il loro piccolo gregge nel folto dei boschi, nella stessa località dove oggi sorge il santuario della Madonna del Bosco, precisamente nel luogo dove è posta la cappella del miracolo.
Questo luogo veniva chiamato "valle" o "sorgente del lupo", perché fin da allora vi zampillava la fontana ancora oggi esistente ed anche perché a quei tempi tutta quella zona era abitata dai lupi. Intorno alla fonte sorgevano alti castagni conosciutissimi dagli abitanti delle vicine terre perché era corsa la voce che fin dall'anno 1615 apparisse in diverse occasioni sulla loro cima una persona misteriosa, come una grande Signora in mezzo a luci e splendori con armoniose melodie mai udite.
La mattina del 9 maggio 1617 i piccoli pastori, trovandosi vicino ai tre castagni, videro quella maestosa Signora; questo ci è confermato dalla iscrizione che possiamo leggere sulla lapide a fianco del piccolo altare della cappella del miracolo, sostituita nel 1885, ma riportando la medesima antica e primitiva iscrizione: "Di maggio il nonno l'anno mille sei cento dieci sette videro qvi Maria anime elette".

Uno dei bambini, di nome Pietro, emozionato e con gli occhi rivolti ai tre alberi grido ai compagni: "Oh! cosa vedo mai! Guardate che bel riccio tra le foglie! Presto, aiutatemi, voglio coglierlo". Posata la sacca da pastore, senza perdere tempo con rapidità ed agilità si arrampicò sull'albero, ne colse il riccio e scese. Era il mese di maggio, in piena primavera e si può facilmente immaginare quanto grandi siano stati lo stupore e la meraviglia insieme alla felicità dei tre fanciulli per l'improvvisa scoperta: le castagne mature in primavera!
Ancora maggiore fu la sorpresa dei parenti e dei conoscenti, quando i ragazzi mostrarono loro i prodigiosi frutti. Fu una sola voce tra il popolo: "Tutto ciò non può essere che opera di Maria Santissima, che vuole essere onorata nel bosco!" Pertanto in un giorno di festa gli abitanti del luogo al suono delle campane e il canto di inni e salmi si avviarono in massa alla "Valletta del Lupo". Lì giunti appoggiarono la croce al ceppo dei castagni miracolosi e vi appesero un quadretto su cui era raffigurata l'apparizione della Madonna; da un ramo di castagni si vedeva pendere un bel riccio maturo.
Spontanea e sincera fu la devozione del popolo: venne inaugurato in questo luogo benedetto il culto della Vergine Maria Regina dei Cieli. La fama ben presto attirò altri pellegrini e devoti anche da lontani paesi, così che, in breve tempo, "La Madonna del Riccio", così era chiamata allora, divenne celebre ed onorata in tutto il milanese, il comasco e nella bergamasca. Più comunemente ancora, per le molte grazie che si ottenevano era chiamata "La Madonna dei Miracoli" di Imbersago. la Madonna infatti si mostrò subito straordinariamente generosa nei suoi doni a chi la invocava presso i tre castagni. Le memorie del tempo sono piene di fatti straordinari attribuiti alla Madonna del Bosco.

I PRIMI FATTI PRODIGIOSI
Tra le prime e più celebri grazie elargite dalla Vergine in questo luogo, è da ricordare quella della liberazione di un bambino dalle falci di un lupo, grazia immediatamente ottenuta non appena le madre, accortasi del grande pericolo del figlio, ebbe invocato nella sua profonda disperazione la Madonna del Bosco.
Qui possiamo riportare la descrizione suggestiva del miracolo trascritta da Fra Angelo da San Nicola, Agostiniano Scalzo di Merate: "Nel lontano 1617, in una giornata di maggio, una contadina dei dintorni stava in una piccola radura nel bosco di castagni che riveste il profondo avvallamento, in base al quale scorre l'Adda tra Brivio ed Imbersago, filando lino, come era costume in quel tempo, confuso e canocchia e sorvegliando i suoi bimbi che giocavano poco discosto, mentre la mucca e le pecorelle bruciavano le fresche erbe.
Ad un tratto, un piccolo, che si era allontanato un poco dagli altri, vede sbucare dalla boscaglia, con le fauci spalancate e gli occhi fosforescenti, un animale mai visto prima d'allora. la paura, lo stupore lo paralizzano per un istante, ma egli non ha il tempo di riaversi che già il lupo, perché di lupo si trattava, lo addenta e fugge velocemente. Dal cuore della mamma che ha visto impotente la fulmina scena, irrompe vivo di fede il grido: ‘Madonna, salvatelo!'. Oh stupore! Oh miracolo! Il Lupo si arresta subitamente, mentre sopra un castano e come seduta su di una nube, appare la dolce figura della Vergine Benedetta, che regge il Bimbo Divino sulle ginocchia, mentre ai lati i due Angeli le porgono l'uno il Giglio e l'altro una rosa: Ella è il Giglio delle convalli, la Rosa Mistica. Ai suoi piedi dolcemente il lupo a mansueto depone il fanciullo incolume e poi si allontana".

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La riconoscenza della gente brianzola e bergamasca fece erigere sul luogo dell'apparizione una piccola cappella, chiamata comunemente "lo Scurolo": sul muro, a cui si appoggia l'altare, un pregevole affresco del Bambino rappresenta l'apparizione. A motivo della continua crescente devozione dei fedeli era troppo poca cosa il quadretto venerato sul luogo dei prodigiosi castagni, perciò nel 1632, per iniziativa di Gaspare Brambilla di Imbersago, si iniziarono i lavori per la costruzione di una cappelletta che rappresentasse più degnamente l'avvenimento che aveva portato tanta celebrità al bosco.
Oggi quella cappelletta ha preso il nome di Cappella del Miracolo ed è posta al di sotto del Santuario dedicato alla Madonna del Bosco. Dipinto del pittore Barabino di grande valore artistico e ben conservato, rappresenta la Vergine Maria col Bambino, seduta con maestà e grazia su di una nube luminosa che appare tra i castagni. Due angeli ai lati le rendono omaggio, nella parte inferiore del dipinto si può vedere la rappresentazione del miracolo del bambino azzannato dal lupo.

L'EVOLUZIONE DELLA CAPPELLETTA: LA NASCITA DEL SANTUARIO ED I SUOI AMPLIAMENTI
Realizzata la cappelletta, aumentarono anche le offerte le quali però, per alcuni anni, con autorizzazioni superiori,furono erogate per la costruzione della Chiesa parrocchiale di San Marcellino di Imbersago (oggi conosciuta come la chiesa di San Marcellino e San Pietro). Portata a termine la costruzione di questa chiesa si pensò anche alla costruzione di un santuario nel bosco sopra la cappelletta dedicata alla Madonna. L'allora vescovo di Pavia, Monsignor Fabrizio Landriani, comproprietario del bosco dell'apparizione, offrì protezioni e favori, ed anche l'area sufficiente per la fabbrica del tempio. Incominciato nel 1641, era già condotto a termine verso la fine del 1644.
Innumerevoli e ardue furono le difficoltà da vincersi per l'altezza e la ripidità del luogo senza strade. Il disegno era stato preparato dall'ingegner Carlo Buzzo e approvato dal cardinal arcivescovo Cesare Monti, da cui si ebbero per l'opera preziosi incoraggiamenti anche scritti. Completamente finito, il 9 maggio 1646, il tempio venne solennemente Benedetto e per la prima volta il prevosto di Brivio, Monsignor Giacinto Faggio, vi celebrò solennemente la Santa messa. È molto interessante leggere nel libro del milanese Gerolamo Vitali "Gli annali della Madonna del Bosco" la descrizione delle straordinarie feste che tra l'esultanza generale si celebrarono per tale avvenimento.
Il Santuario divenne meta costante di innumerevoli pellegrini, quindi venne in seguito, in diverse riprese, ampliato ed abbellito. È importante ricordare alcune date fondamentali per ripercorrere le fasi dell'evoluzione di questo luogo:
11 maggio 1649: viene nominato il primo cappellano del santuario nella persona di don Clicerio Lampugnani;
1677: ha inizio la costruzione del secondo ottagono disegno degli ingegner Francesco Castelli di Perego;
1755: il piazzale antistante il santuario viene abbellito ed arricchito con una statua della Madonna in pietra, opera dello scultore Giudici di Viggiù;
Dal 1817 al 1824: fervono i lavori per la costruzione della scala Santa su disegno dell'ingegnere Luigi Rossi della Cassina Fra Martino;
1844: si ottiene dalla Curia di Milano il permesso di conservare il Santissimo Sacramento per istanza del Reverendissimo Don Giuseppe Rossari che fu confessore al Santuario per ben quarantatré anni.

Sulla fine del 1800, il sacerdote oblato don Luigi Marelli, Rettore del santuario e poi vescovo di Bergamo, provvide ad eseguire ulteriori lavori in santuario. Aggiunse all'edificio già esistente il nuovo ottagono dell'altare maggiore, opera dell'ingegner Santamaria di Milano; la parete absidale dell'altare maggiore venne arricchita ed impreziosita con nuovi ricchi marmi ed il quadro dell'Apparizione venne sostituito con l'attuale statua in legno opera della ditta Nardini di Milano. La nuova statua e la nuova costruzione vennero solennemente Benedetta e l'otto settembre 1888 da sua eminenza monsignor Paolo Ballerini, patriarca d'Alessandria d'Egitto.
Dal 1912 al 1914 si rinnovano le decorazioni e si aggiunsero i dipinti del Cisterna. Il Santuario venne consacrato solenne mente da Monsignor Carlo Pensa, Vescovo di Atri e Penne, il 7 settembre 1928. Dal 5 settembre 1987 il santuario è affidato alle cure pastorali dei padri oblati dell'istituto di Sant'Ambrogio per le Vicarie della Diocesi di Milano, che lo animano perché sia un'oasi di spiritualità e di preghiera.

PAPA SAN GIOVANNI XXIII E LA MADONNA DEL BOSCO
Il Santo Padre Giovanni XXIII ha scritto e dichiarato più volte che la Madonna del Bosco era la Madonna della sua infanzia. Egli infatti veniva al santuario da bambino dal suo paesello, Sotto il Monte, con la mamma e I fratelli e rimaneva tu qui la mattina. Entrato in seminario a Bergamo, egli stesso scrisse che durante le vacanze ogni sabato si recava presso il santuario di Imbersago. Quando divenne sacerdote e poi vescovo non dimenticò mai la Madonna della sua infanzia.
il 29 agosto 1954 il Patriarca di Venezia, cardinal Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, incoronò solennemente il Simulacro della Vergine e del Bambino Gesù alla presenza di oltre dieci mila persone. Il grande onore di imporre le aristocratiche corone alla Vergine era compito Cardinal Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano ma, a causa delle sue precarie condizioni di salute, egli fu obbligato a farsi supplire dal cardinal Roncalli.
Da quella data, il futuro Papa, gradì sempre molto avere occasione di celebrare la Santa messa presso questo santuario ogni volta che ne aveva l'opportunità. Venne per l'ultima volta, nelle vesti di cardinale, il 24 agosto 1958, a due mesi dal conclave nel quale sarebbe stato eletto Sommo Pontefice.

Nei primi giorni del suo Pontificato, di sua iniziativa, elevò il santuario alla dignità di Basilica Romana Minore con tutti i diritti inerenti a quella dignità e nella festa seguente della presentazione del Signore al Tempio, mandò al santuario un cero benedetto, così come fece per i principali santuari del mondo. Inviò un altro cero benedetto per la solennità di San Giuseppe nel 1962 chiedendo che questo ardesse di continuo sull'altare della Madonna come sua devota preghiera alla Vergine.
Nell'agosto del 1960 pregò l'allora Cardinale Montini di portare al Santuario una collana preziosa d'oro massiccio, tempestato di gemme, accompagnata da un messaggio nel quale espresse tutta la sua devozione per la Vergine di Imbersago: "Tutti i Santuari Di Maria mi sono cari; tanti ne visitai, quello di Lourdes ben 10 volte, ed altri senza numero in Oriente ed in Occidente. Ma ricordo con particolare effetto il Santuario della Madonna del Bosco perché fu il sorriso della mia infanzia, la custodia e l'incoraggiamento della mia vocazione sacerdotale. Sempre ivi pellegrinai con sensi di viva e non attenuata tenerezza durante gli atti del mio lungo servizio di Nostro Signore della sua Chiesa e delle Anime [...] Il 24 agosto 1958 passai dalla Madonna del bosco a risalutarla per l'ultima volta, non presago affatto che quella mia messa domenicale sarebbe stata l'estremo addio dei miei occhi a quella statua benedetta [...] a il saluto degli occhi non fu salutato nel cuore, perché il cuore le rimase e le rimane fedele. Lo dimostra il dono che ora per le mani di lei, signor cardinale, mi sono promesso di offrire a quel santuario, cioè la collana d'oro con croce di pietre rare per adornare il petto di Maria [...] questa collana mi fu offerta infatti dal presidente della Repubblica Argentina, signor Arturo Frondizi, in occasione della sua nobile e graditissima visita [...]. Signor Cardinale aiutiamoci insieme di questa edificazione di pietà mariana che è motivo di pace e festosa e incoraggiante per questa brava gente nostra, che dalle due rive dell'Adda, sempre miti e tranquille ama volgere gli sguardi e le preghiere verso di Lei la "Regina e Madre di misericordia"
Un'ultima prova dell'attaccamento spirituale di Papa Giovanni XXIII alla Madonna del Bosco si è avuto quando già la malattia lo andava consumando: volle disporre di un legato di cinquanta Sante Messe annue da celebrarsi in santuario. Fu l'ultimo saluto alla sua cara Madonna innanzi alla quale, fin da bambino, si era tante e tante volte accostato.

IL MONUMENTO A SAN GIOVANNI XXIII
Quasi per rispondere alla tenera devozione del Papa Giovanni XXIII Alla Madonna del Bosco, nacque il desiderio di erigere un maestoso monumento che fosse d'onore per il vicario di Gesù Cristo e insieme un fervido invito a tutti i pellegrini per una devozione più intima alla Madonna sull'esempio del grande Papa. L'idea lanciata, da un gruppo di giovani della Brianza fu accolta dalla direzione del santuario e da tutti i devoti della Madonna del Bosco nella regione della Brianza e della bergamasca. il progetto venne in breve realizzato ed il 28 ottobre 1962, fu inaugurato dall'allora cardinale Giovanni Battista Montini alla presenza di ben otto Vescovi e di tutte le più alte autorità politiche, civili e militari e con la partecipazione di oltre trentamila pellegrini.
Il monumento è una grandiosa opera d'arte dello scultore Enrico Manfrini di Milano. è un bronzo dell'altezza di quattro metri, del peso di trenta quintali poggia su un lamento di marmo di Candoglia, offerto generosamente dalla fabbrica del Duomo di Milano. Chi sale la Scala Santa vede stagliarsi tra il verde intenso la maestosa statua di Giovanni XXIII che sorregge con la mano sinistra il volume dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II e con la destra pare che inviti i fedeli al santuario ad onorare e pregare la Vergine.
Sono molto interessanti i bassorilievi che ornano il basamento in marmo del monumento. Furono ideati ed eseguiti con finezza d'arte dallo stesso scultore della statua in bronzo e portano sei episodi della vita del Papa: nel primo bassorilievo è rappresentata la famiglia Roncalli con Angelo Giuseppe bambino che sta per salire i trecentoquarantanove gradini della scala Santa; nel secondo è raffigurata la mamma con il figlio Angelo, già alunno al seminario, innanzi alla vergine in devota preghiera; nel terzo è visibile il cardinale patriarca Roncalli che riceve dal rettore del Santuario la corona che deporrà sul capo della Vergine; nel quarto ammiriamo l'incoronazione di Papa Giovanni XXIII; nel quinto vediamo il pontefice prostrato in fervida preghiera innanzi al Crocifisso; nel sesto il Santo è figurato mentre legge il decreto che promulga il Concilio Ecumenico Vaticano II.

LA SCALA SANTA E LA CAMERA DEL CARDINAL SCHUSTER
Vi sono altri due elementi importanti che compongono il complesso del Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago, la prima, ma non per importanza, è la Scala Santa. Realizzata tra il 1817 e il 1824, è composta trecentoquarantanove gradini disposti scenograficamente in senso rettilineo con uno spazio di sosta intermedio e terminando con tre braccia di scalinate simmetriche che portano al piano della Madonna Immacolata, della Santa Famiglia, della cappella del miracolo ed infine, al piazzale del santuario. Venne rifatta totalmente, perché distrutto da una frana, tra il 1977 il 1981.
Il secondo luogo che si può visitare è la camera del Beato Cardinal Schuster. Gli arredi della stanza dell'ex arcivescovo di Milano vennero trasportati dal palazzo arcivescovile del capoluogo lombardo al santuario, come ricordo della devozione dell'antico arcivescovo alla Madonna del Bosco. Un fatto fuori dal comune, ma reso possibile dal segretario del cardinal Schuster che venne nominato rettore del Santuario dopo la scomparsa del Cardinale. Oggi gli arredi sono conservati come una reliquia ed è meta di molti visitatori.

GLI EX VOTO AD IMBERSAGO
Gli ex voto sono delle opere d'arte che esprimono una profonda fede popolare e una tenera e confidente devozione nei confronti dei Santi o, come nel nostro caso, della Madonna. Per poter comprendere fino in fondo il loro significato, è consigliabile dare un'occhiata a quelli che si possono trovare nella sala adiacente a quella in cui sono conservati gli arredi del Cardinal Schuster.
Di queste opere ve ne sono che risalgono al Quindicesimo secolo, ma la maggior parte di esse vennero realizzati nel Diciassettesimo quando, probabilmente, la devozione verso la Madonna del Bosco si fece più intensa. Il primo quadretto di cui si ha notizia e che venne in seguito sostituito dal celebre affresco del Barabino, trovava posto su uno di quei tre castagni che fruttificarono nel maggio del 1617, dove fu collocato all'indomani dei primi fatti prodigiosi di cui vi abbiamo già narrato. Questo venne poi sostituito dal celebre affresco del Barabino in cui era chiuso tutto ciò che si può esprimere con un'offerta votiva: stupore, semplicità, riconoscenza.
Il deposito degli ex voto presso il Santuario della Madonna del Bosco costituisce uno dei più ricchi in Lombardia componendosi di più di un centinaio di dipinti, una ventina di fotografie, una ventina di ricami ed un paio di stampelle. Tutti raffigurano o ricordano una sventura scampata grazie al provvidenziale intervento della Madonna del Bosco. Gli ex voto più recenti che abbiamo avuto modo di osservare appartengono ad alcune coppie che, desiderose di avere un figlio, si sono affidate con grande fede alla Madonna di Imbersago la quale, a loro dire, ha permesso loro di vivere la gioia di divenire genitori.

Con questa nuova tappa abbiamo voluto approfondire con voi la storia di uno dei simboli del nostro territorio che per molti è ancora oggi un importante punto di riferimento religioso nella Brianza.
Un grazie particolare va al Rettore del Santuario per averci indicato alcune importanti fonti per la redazione di questo articolo e per la sua disponibilità nel farci riscoprire le origini di questo luogo di culto.

Rubrica a cura di Giovanni Pennati e Alessandro Vergani
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